un piccolo miracolo senza dubbio Larte della felicità di Alessandro Rak: film animato a bassissimo budget, praticamente realizzato dal solo Rak con un pugno di collaboratori e presentato con successo a Venezia e Londra prima di arrivare in sala e scatenare un turbine dinteresse. Poche copie, sale piene e altre sale che lo richiedono nel corso delle settimane. Fa piacere ovviamente, ma merita forse dei distinguo.
Il film è una sinfonia animata dedicata a Napoli: il protagonista è un tassista, con un passato da musicista e un futuro turbolento e incerto come i suoi rapporti familiari. I viaggi in città lo portano a incontrare moltissime persone, ma quello con una cantante dal grande fascino sarà lincontro che gli cambierà la vita.
Scritto da Rak con Luciano Stella assieme a Nicola Barile e Paolo Tortora, Larte della felicità è un film melanconico e speranzoso, più che definito come commedia o dramma, che racconta Napoli attraverso i suoi personaggi, le sue voci e i suoi suoni, ma anche viceversa, e che ovviamente colpisce soprattutto per il suo lato visivo.
Rak, disegnatore animatore e curatore degli effetti speciali, usa il disegno caldo e tradizionale, i colori accesi del folklore partenopeo meno stereotipato e lo anima con unanimazione in computer grafica moderna – anche se non eccellente – che dona magia e suggestione a luoghi, che permette voli pindarici ma che rende realistico il tratto quotidiano della vita del protagonista, dei personaggi che chiosano su crisi, delusioni, difficoltà di vivere.
I dubbi però che Larte della felicità fa sorgere sono di doppia natura. Uno più generale riguarda la necessità di rendere questa storia familiare, emotiva, intima e artistica, sulla distanza tra ambizioni e necessità basilari attraverso lanimazione: cè poco nel film di Rak che dia forza e senso alla stilizzazione grafica, al disegno, alle scelte di regia. A eccezione del finale da catastrofe meteorologica, pare che Rak abbia scelto lanimazione per mere questioni di budget, senza che la sostituzione tra attori e disegni, immagini in movimento e animazioni sia davvero concreta e centrata.
Il che si lega al dubbio sulla resa effettiva del film, che appare pasticciato e confuso, nella retorica dei dialoghi e dei temi, nell’inadeguatezza di alcune scelte di messinscena, nell’enfasi che colpisce un po’ basso nelle corde emotive del pubblico. Rak sembra un narratore incerto che si fa forza di un mezzo visivo affascinante per colmare le proprie lacune e in parte ci riesce. Ma si sente la mancanza di un’ispirazione forte o di un’urgenza artistica che superi i propri limiti. E che speriamo si presenti nel prossimo film.