Ieri sera è andata in onda su La7 una nuova puntata di Linea Gialla, il programma di approfondimento dedicato alla cronaca e condotto dal giornalista Salvo Sottile. Nel corso della trasmissione si è prestato interesse al problema del sovraffollamento delle carceri italiane e delle morti sospette che si verificano al loro interno. Insieme agli ospiti in studio Salvo Sottile è passato poi a occuparsi della crisi economica e dei tanti suicidi che la stessa sta scatenando, soprattutto tra gli imprenditori italiani. Dopo aver trattato anche la storia delle minacce subite dal Pm Nino di Matteo, si è passati al caso della strage di Erba e la novità di questa puntata è stata l’intervista ad Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime.



Per iniziare dalla questione delle carceri, il primo caso affrontato in puntata è stato quello di Marcello Lonzi, un ragazzo trovato morto in carcere lo scorso luglio, quando mancavano appena quattro mesi alla sua scarcerazione. I familiari, che lo descrivono come un ragazzo buono e onesto, finito in carcere per una pura casualità, non credono che si sia trattato di un arresto cardiaco ma sospettano invece che possa esserci stato un pestaggio ai danni del figlio, un ragazzo sano che è stato trovato con ben sette costole rotte. Del resto un ex detenuto dello stesso carcere, che ha chiesto di restare anonimo, ha raccontato di aver visto accadere cose di questo tipo. Maltrattamenti del tutto simili sono stati denunciati anche per il carcere di Poggioreale, dove ha trovato la morte Federico Perna. Il problema è che queste situazioni stanno diventando quasi la normalità del carcere italiano, mentre nei casi più eccezionali si arriva alla morte. A molte delle vittime non resta altro che chiedere giustizia, sono persone che non hanno voce, perché non tutti, ha detto Salvo Sottile, hanno il numero del ministro della giustizia a cui appellarsi. Il giornalista Filippo Facci ha detto che la classe politica fa finta di non sapere ma c’è l’articolo 27 della costituzione che ha un contenuto ben preciso. Il fatto è che tutti pensano che in carcere si debba star male e che ciò sia normale. Dopo la morte di Perna a Poggioreale si è avuta una reazione da parte del governo e il presidente del consiglio Enrico Letta ha deciso di richiedere ispezioni nelle carceri al fine di accertare le possibili responsabilità. Del resto, risolvere la questione con condono e indulto non può essere la strada giusta per la giustizia



.Venendo al caso del pm Di Matteo, delle minacce nei suoi confronti sono state intercettate tra le parole di Totò Riina, nel carcere di Opera di Milano, così al pm era stato concesso un mezzo blindato che potesse proteggerlo da eventuali attacchi diretti da parte della mafia, ma lui stesso ha rifiutato questa tipologia estrema di protezione e ha chiesto misure differenti e meno eclatanti. Tutto questo mentre il ministero dell’interno Angelino Alfano ha promesso che le pene per questi boss che continuano a agire anche dal carcere saranno più aspre. Continuando a parlare di mafia, ecco poi il caso di Rosy Canale, la donna che utilizzava i fondi del suo movimento antimafia, il Movimento delle donne di San Luca, per spese personali. Rosy aveva fatto acquisti di ogni tipo con quei soldi, persino automobili, non solo per se stessa ma per tutta la sua famiglia. Così ora è finita agli arresti domiciliari, accusata dei reati di truffa e peculato.Per quanto riguarda la questione degli imprenditori suicidi, è stata ascoltata Tiziana Marrone, la vedova di Giuseppe Campaniello, che si è ucciso perché non riusciva a pagare i suoi debiti. L’uomo, un artigiano, nel 2012 si diede fuoco a Bologna per protesta contro la pressione fiscale a cui era sottoposto. Ora che lui non c’è più, la signora Tiziana si è vista recapitare a casa una cartella di Equitalia di ben 60 mila euro e non sa come pagare. Ammontano già a 119 i suicidi avvenuti per lo stesso motivo in tutta Italia e i problemi sono sempre gli stessi, Equitalia invia cartelle di pagamento a imprenditori che sono stremati dalle tasse e non sono più in grado di pagare. Lo Stato avrebbe il dovere di intervenire ma non fa nulla di concreto per porre fine a questa situazione e così continuano verificarsi i suicidi.



Direttamente dalla Tunisia, Azouz Marzouk ha parlato per dire la sua in merito alla strage di Erba, di cui è stato una vittima indiretta. In quella circostanza infatti Azouz perse sua moglie Rafaella Castagna e suo figlio Youssef, che aveva allora appena 2 anni. Per quella strage Olindo e Rosa Romano, coniugi e vicini di casa della famiglia Marzouk sono stati condannati all’ergastolo. Ebbene, nonostante ci sia stata questa condanna, Azouz sostiene che entrambi siano innocenti. Per la strage starebbero pagando dunque le persone sbagliate. Per questo Azouz Marzouk vorrebbe che si tenesse un nuovo processo, nonostante ci siano stati finora ben tre gradi di giudizio a favore della condanna ai due coniugi Romano. Il tutto contro il parere del padre di Raffaella che invece è pienamente convinto che sua figlia, suo nipote e sua moglie siano stati uccisi da Rosa e Olindo, come hanno stabilito i giudici.

La strage di Erba torna ancora al centro di Linea Gialla, il programma di Salvo Sottile. Nonostante siano passati più di sette anni, gli avvenimenti tragici di quella notte continuano a far discutere. Non si ferma nemmeno l’emergenza carceri e proprio oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe varare degli interventi in materia che potrebbero essere commentati nello studio della trasmissione. La quale, lo ricordiamo, si può seguire in diretta streaming cliccando qui.

Come da palinsesto va in onda questa sera, ore 21.10 su La7, una nuova puntata (la quattordicesima) di Linea Gialla, il settimanale di cronaca condotto da Salvo Sottile. Il programma dedicherà ampio spazio allemergenza carceri e alle tante, troppe, morti che avvengono nei nostri penitenziari in circostanze spesso sospette. Stretta attualità con una finestra sulla crisi economica che sta attanagliando lItalia: il bilancio degli omicidi per disperazione è salito a 119. Si tratta per lo più di piccoli imprenditori che, strangolati dalle tasse e dai debiti, si tolgono drammaticamente la vita. Linea Gialla darà voce alle loro storie servendosi anche delle testimonianze dei famigliari.

Nel corso della serata si parlerà del pm Nino Di Matteo. Il magistrato, che si occupa del processo sulla trattativa Stato-mafia, è nel mirino di Cosa nostra e del suo ex deus ed machina Totò Riina che nel carcere di Opera, riferendosi allo stesso Di Matteo, avrebbe detto: tutto pronto, e lo faremo in modo eclatante.

Linea Gialla torna poi a occuparsi della strage Erba (2006) servendosi della testimonianza in diretta di Azouz Marzouk che risponderà al memoriale firmato da Carlo Castagna, padre di Raffaella, uccisa brutalmente dalla furia omicida di Rosa Bazzi e Olindo Romano.

Il pubblico, come sempre, avrà una funzione attiva e determinate nella ricerca della verità: chiamando il centralino del programma al numero 02/87317 è possibile fornire testimonianze e indizi.