Non è la prima volta che I sogni segreti di Walter Mitty (The Secret Life of Walter Mitty), la storia nata dalla penna dellumorista americano James Thurber, approda sullo schermo. Nel 1947 Samuel Goldwyn produsse Sogni Proibiti con Danny Kaye e, molti anni dopo, suo figlio Samuel Goldwyn Jr cominciò ad accarezzare lidea di un remake. Infine, il progetto è arrivato nelle mani di Ben Stiller, che offre al pubblico un film visivamente complesso, ricco di emozioni e di momenti intensi in grado di fare perdonare qualche difetto narrativo.

Non bisogna aspettarsi di trovare il libro di Thurber nel lungometraggio, che prende soltanto spunto dalla figura del protagonista – un uomo che sogna a occhi aperti, dotato di una straordinaria capacità di rifugiarsi quando vuole in un mondo di iperboliche fantasie. Il Walter Mitty di Ben Stiller è un photo editor di Life, la famosa rivista fotografica americana, e dopo quindici anni di lavoro si trova a vivere il momento di passaggio dal cartaceo alla versione online. Una trasformazione che mette in crisi i dipendenti di Life, molti dei quali rischiano di perdere il posto.

Walter non è un uomo allantica: usa internet per comunicare con gli amici ed è perfino iscritto a un sito di incontri, anche se il suo obiettivo non è quello di fare nuove conoscenze. Vuole soltanto attirare lattenzione di una collega, Cheryl (Kristen Wiig), alla quale inizialmente non riesce nemmeno a rivolgere la parola.

Nella prima parte, la storia si concentra sulle difficoltà di relazione e sulle fantasie che popolano la mente del protagonista, finché non arriva la svolta. Per lultimo numero della rivista, il nuovo capo vuole una copertina speciale e intende utilizzare uno scatto del celebre fotografo Sean OConnel, un personaggio misterioso, sempre in viaggio in paesi lontani. La foto richiesta dovrebbe essere nelle mani di Walter, ma sembra perdutae così scatta la caccia al tesoro, che porta il sognatore a confronto con il mondo reale.

Dalla Groenlandia allIslanda, fino ai paesaggi lunari dellHimalaya, Walter insegue Sean in un viaggio mozzafiato che lo trasforma in una persona diversa. I paesaggi da soli bastano a riempire gli occhi e il cuore, invitandoci a contemplare la bellezza di un mondo che, forse, a volte dimentichiamo di guardare davvero. Anche nellera del virtuale, le avventure reali si rivelano più intense di quelle fantastiche e dimostrano che è necessario uscire dal proprio guscio e osare affrontare lignoto. Citando le parole di SantAgostino, il mondo è un libro. Chi non viaggia ne legge una pagina soltanto.

Certo, si potrebbe obiettare che il cambiamento avviene in modo troppo rapido, eppure è difficile non commuoversi quando Mitty vende il pianoforte di famiglia e abbraccia la madre (la meravigliosa Shirley MacLaine), oppure quando trova in edicola l’ultima copertina di Life. Ed è emozionante perché molti di noi sono come Walter, vivono dietro le quinte, sognano di salire sul palcoscenico ma non riescono a farlo.

Allontanarsi da un ambiente che soffoca può aiutare a ritrovare se stessi, costringendo a confrontarsi con le difficoltà concrete e con gli altri, a trovare un canale di comunicazione con loro. Lungo il cammino possiamo scoprire di possedere delle risorse inaspettate e di essere diversi dalle persone che credevamo, magari perché non osavamo staccarci dall’immagine imposta dalla società.

Non siamo di fronte a un film indimenticabile: in bilico tra la commedia surreale e la riflessione filosofica, I sogni segreti di Walter Mitty lascia la sensazione che si poteva scavare di più, sacrificando qualcosa nella prima parte per concentrarsi sul percorso interiore del protagonista, dal sogno alla realtà, dall’atteggiamento di chi affronta passivamente la vita a quello di chi, invece, la abbraccia senza tirarsi indietro. Un percorso mostrato, certo, ma non indagato fino in fondo. Resta però una storia che vale il biglietto, per vivere le emozioni sullo schermo per poi andare nel mondo e cercare quelle vere.