Su Rai Tre è andata in onda una nuova puntata di “Report”, il programma di approfondimento giornalistico condotto in studio da Milena Gabanelli. Nella puntata del 2 dicembre 2013 si è parlato di contenimento dei costi pubblici attraverso la Consip. La Consip è una società di proprietà del Ministero dell’Economia che ha il compito di gestire gli acquisti compiuti dagli enti locali, dalle scuole, dai ministeri, dalle procure e quant’altro, in modo da riuscire a razionalizzare la spesa e spendere il meno possibile per avere lo stesso livello di beni e servizi. L’idea è buona: un ente che tenta di evitare che continui a verificarsi quel che è successo in tutti questi anni, ovvero (per fare un esempio) che due sindaci, di due zone diverse dell’Italia, si ritrovino a pagare somme anche molto diverse per la stessa quantità di servizi o beni. Tutti gli ultimi governi, partendo da quello Berlusconi (con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti) a quello di Mario Monti (e il suo commissario alla spending review, Enrico Bondi), hanno ribadito la necessità di affidare questo servizio alla Consip. Purtroppo, però, pare che il suo operato molto spesso non funzioni. Nell’inchiesta condotta da Emanuele Bellano e Luca Chianca, Report tenta di capire come funziona il sistema degli appalti relativi alle forniture della pubblica amministrazione, tramite i quali comuni e scuole si riforniscono, ad esempio, di banchi, computer e carta. Il punto è che molto spesso i prezzi per i servizi o le forniture fornite dalla Consip sono molto più alti rispetto a quelli che propongono i fornitori. In pratica: una stampante che un fornitore fa pagare 100 euro, la Consip potrebbe farla pagare 200. Il ché pone un evidente problema relativo alla spesa pubblica che viene finanziata dalle nostre tasse e dal debito che, in ogni caso, comporta interessi e, quindi, costi da parte dei cittadini. Spesso risulta dunque più conveniente comprare direttamente dai fornitori che gli enti conoscono (a volte anche in prima persona), e non tramite la società del ministero dell’Economia. Si parla di prezzi spesso molto diversi: anche decine di migliaia di euro. Ciò nonostante, la Consip dice che nell’anno passato si sono risparmiati sei miliardi. Ma con Report non vuole parlare. La Consip gestisce anche i grandi appalti delle regioni, i quali raggiungono costi da capogiro: si parla di oltre un miliardo di euro che, però, si dividono solo poche società. Spesso questi appalti non vengono gestiti al meglio, e anche i costi non sono effettivamente competitivi. Come se non bastasse, i controlli sui lavori effettuati dalle società scelte da Consip non sono efficienti, e le amministrazioni comunali non fanno il loro dovere. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, dichiara ai microfoni di Report che ha rinunciato ad acquistare gli articoli che gli servono dalla Consip ed ha fatto risparmiare ai contribuenti pubblici, in questo modo, svariate centinaia di migliaia di euro. Molti degli appalti di cui si parla vanno all’imprenditore Alfredo Romeo, il quale finanzia molti partiti dell’arco costituzionale italiano. La Romeo, ad esempio, esegue molti lavori di manutenzione degli edifici pubblici, ma l’esito di questi lavori non è buono e molte persone si ritrovano con strutture pericolanti e non in sicurezza. Romeo è stato al centro di inchieste della magistratura che evidenzierebbero il suo ruolo poco chiaro all’intero del sistema di appalti. Romeo ha finanziato con decine e decine di migliaia di euro che sono andati ai partiti più diversi. Da Cuperlo a Bocchino (che ora lavora come consulente per l’azienda di Romeo). La società di Alfredo Romeo, la Isvafim, ha finanziato anche la campagna elettorale per le scorse primarie di Matteo Renzi, candidato premier per il Partito Democratico. Alle telecamere di Rai Tre lui ammette di aver avuto un certo imbarazzo in questa storia, ma il contributo era pubblico e trasparente. Non importa dunque che quei soldi provenivano dalle tasche di Romeo (già condannato) ma che fossero trasparenti. Certo, dice Renzi, “se avessi saputo da chi provenivano quei soldi non avrei accettato, ma ciò è avvenuto e non si può far più niente“.



Emiliano, il sindaco di Bari, conferma che Romeo finanzia tutti i partiti italiani, ma non sapeva che anche il suo candidato premier, Matteo Renzi, prendeva soldi da lui. L’inchiesta continua con l’entrata in scena di Dario Maniglia, un imprenditore che finisce sotto inchiesta e la cui storia è molto interessante per capire come funzionano certi affari. Maniglia infatti è a capo di un’azienda che, dopo aver tentato di accordarsi con Romeo, cerca di mettersi d’accordo con la Manutencoop, un’azienda che è (in teoria) avversaria di entrambi. Tutte queste aziende si trovano (o si sono trovate) al centro di inchieste giudiziarie che ne minano la credibilità. Ma non solo, perché per un’azienda che ottiene (in maniera considerata a volte fraudolenta) un appalto importante, la pubblica amministrazione si vede costretta a pagare molte migliaia di euro in più. Per questo pare che molte delle grandi aziende che possono rispondere ai bandi di Consip si accordino in un cartello per spartirsi i vari bandi.Al termine di questo servizio vediamo come una parte dell’Italia vada bene nonostante tutto: un’azienda pugliese voleva delocalizzare in Messico, ma grazie ad un incentivo fornito proprio dalla Regione Puglia ha deciso di rimanere. In aggiunta, sempre nella stessa regione, si parla di aziende che assumono invece che licenziare. Parliamo del distretto della Meccatronica nella provincia di Bari, ovvero una zona molto diversa da quella che ci viene in mente quando pensiamo alla Puglia, e molto simile a quelle che vediamo in televisione e che sfornano geni alla Steve Jobs negli Stati Uniti. Il sistema di alimentazione dei motori diesel, per dirne una, è stato inventato e costruito a Modugno, in provincia di Bari. Mario Ricco, l’inventore del Common Rail spiega ai microfoni di Report cosa è significata la sua invenzione e come ha cambiato le nostre vite. Report ci porta dunque in quella parte di Italia in cui la tecnologia e l’innovazione la fanno da padroni. Dopo la pubblicità Milena Gabanelli ci presenta l’argomento che verrà trattato nella prossima puntata: la questione carceri.



In questi giorni si è tornati a parlare di spending review e di possibilità di ottenere cospicui risparmi sulla spesa pubblica da utilizzare per diminuire la pressione fiscale che grava su famiglie e imprese. Questa sera Report si occuperà della Consip, ovvero delle società che gestisce gli acquisti di molti ministeri ed enti locali, in modo da razionalizzarla. Questo sistema funziona? E’ in grado di evitare appalti non sempre trasparenti? La trasmissione di Milena Gabanelli se ne è occupata e pare contare su documenti molto importanti. Ricordiamo che la puntata si può seguire anche in diretta streaming cliccando qui.



Questa sera, lunedì 2 dicembre 2013, in prima serata su Rai Tre va in onda una nuova puntata di Report, il programma condotto da Milena Gabanelli. Tre le inchieste di questa sera La Spartizione, di Luca Chianca e Emanuele Bellano, è dedicata alla Consip, la società del Ministero Economia e Finanze che dovrebbe gestire gli acquisti di scuole, enti locali e ministeri per razionalizzare la spesa pubblica. Report è andato a verificare come funzionano le cose, per esempio, nelle università e in alcuni comuni. Inoltre, La Consip gestisce gare per i servizi di manutenzione di tutti gli edifici pubblici, comprese le scuole italiane. Parliamo di appalti da oltre un miliardo di euro che si dividono poche società. Chi sono e come sono entrate nel settore? Il sistema adottato da queste imprese, i legami con la politica e gli amministratori della Consip emergono da alcune intercettazioni inedite di cui Report è venuta in possesso. 

Nell’inchiesta di Giorgio Mottola, Comma ad personam, si indaga su un emendamento sui dirigenti sanitari del Ministero della Salute presentato da Renata Polverini. Un provvedimento che metterebbe quasi 400 persone, oggi con uno stipendio lordo di circa 100 euro allanno, sullo stesso livello dei dirigenti degli ospedali, che arrivano a guadagnarne fino a 180mila, e che permetterebbe a meno di 5 persone di essere promosse dirigenti generali del Ministero. Giudicato inammissibile tre volte, è stato per tre volte ripresentato tra Camera e Senato prima dalla Polverini, poi dal Pd e di nuovo dal Pdl, infilandolo in decreti e persino nella Legge di stabilità.

Infine, l’inchiesta Linvestimento di Modugno di Giuliano Marrucci. Secondo uno studio di Intesa San Paolo, il distretto della meccatronica pugliese nel secondo trimestre del 2013 è quello col maggior aumento dellexport in assoluto.