Tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa di oggi cè Rossana Luttazzi, vedova dellindimenticato Lelio Luttazzi, il re dello swing italiano, artista poliedrico che, nella sua lunga carriera artistica è stato musicista, attore, direttore dorchestra, conduttore televisivo, scrittore: un artista a tutto tondo di cui ancora oggi, a tre anni dalla scomparsa si sente, fortissima, la mancanza.

Rossana Luttazzi, il cui cognome da nubile è Moretti, nata nel 1951, conobbe Lelio Luttazzi nel 1976. In quel periodo lavorava come redattrice nella redazione milanese del quotidiano Momento Sera. Lincontro con quello che sarebbe stato il suo compagno di vita per 35 anni avvenne per puro caso, grazie alle insistenze di una collega del giornale, la quale la invitava continuamente ad accompagnarla a diverse cene e feste alle quali partecipava. Rossana Luttazzi alla fine cedette e una sera si decise ad andare a casa della collega: fu lì che incontrò Lelio Luttazzi, che allepoca aveva già 53 anni.  Lei e quello che da lì a qualche anno sarebbe diventato suo marito cominciarono a frequentarsi, nonostante la forte differenza detà, come racconterà lei stessa molti anni dopo, destasse nelle persone che avevano intorno forti perplessità.

Lei e Lelio andarono quasi subito a vivere insieme e nel 1978 la giovane Rossana scopre una scatola con dentro una pellicola cinematografica, dal titolo Lillazione, film girato dal maestro, ispirato alla triste vicenda giudiziaria che lo aveva coinvolto pochi anni prima. Quel film sarà poi, per volere di Rossana Luttazzi, presentato e proiettato in anteprima mondiale alledizione del 2011 del Festival di Roma.

Nel 1979 lei e il maestro decidono di sposarsi: la cerimonia, con rito civile ha luogo a Cerveteri. Rossana e Lelio restano insieme fino all8 luglio del 2010, quando il maestro si spegne tra le sue braccia, nella loro casa di Trieste, dove erano tornati un anno prima. Ho perso un marito, un figlio, un amante, il mio amico migliore. Non esistono aggettivi per descrivere il mio dolore. Lunica cosa che, almeno un po, mi rasserena è sapere che lho accompagnato fino alla fine, lho voluto a casa ed è morto fra le mie braccia. Io ero il suo angelo custode, ma lui era il mio dirà Rossana Luttazzi, parlando del marito, due giorni dopo la sua scomparsa: parole profonde che descrivono appieno il fortissimo legame che li ha uniti.

A pochi mesi dalla morte del marito, Rossana Luttazzi dà vita alla Fondazione Lelio Luttazzi, con lo scopo di mantenere vivo il ricordo di un artista che ha fatto la storia della cultura del nostro Paese. Tra le diverse iniziative che la fondazione, per volere di Rossana Luttazzi, ha intrapreso, si ricorda lopera di catalogazione di tutta la produzione artistica di Lelio Luttazzi e la creazione di un Premio Lelio Luttazzi: un concorso per giovani pianisti jazz.

Nella puntata di Che tempo che fa che andrà in onda stasera, Rossana Luttazzi, parlerà dellultima iniziativa intrapresa dalla fondazione da lei creata: la mostra Lelio Swing – 50 anni di storia italiana, la quale vuole essere contemporaneamente omaggio al grande artista scomparso nel 2010 e un mezzo per ripercorrere 50 anni di storia del nostro Paese. La mostra, che è stata aperta a Roma il 6 novembre 2013, dove rimarrà fino al 2 febbraio 2014 prima di proseguire il suo percorso itinerante a Napoli, Milano e poi, probabilmente, Parigi, doveva partire da Trieste, città natale del maestro: ma Rossana Luttazzi ha spiegato, in alcune recenti dichiarazioni, come mai ciò non sia stato possibile. 

A suo dire il Comune di Trieste mostrò totale disinteresse nei confronti della volontà del marito di donare alcuni suoi cimeli alla città, un disinteresse che è stato una volta di più confermato dal fatto di non aver creato le condizioni perché la mostra “Lelio Swing – 50 anni di storia italiana” partisse, come era logico che fosse, dal luogo di nascita del maestro. Un comportamento che Rossana Luttazzi, in una recente intervista, ha definito come la dimostrazione del fatto che la città di Trieste sta “perdendo la memoria di alcuni suoi figli illustri”.