Come ogni fine settimana, anche domenica 22 dicembre 2013, torna l’appuntamento con “Che tempo che fa”, il programma di attualità e approfondimento condotto da Fabio Fazio a partire dalle 20.10 su Rai Tre. Tra gli ospiti di domenica, c’è anche il neo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, il quale ha ottenuto una vittoria schiacciante (oltre il 67% dei voti) nelle primarie per la segreteria in cui correva contro gli sfidanti Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati. Matteo Renzi nasce a Firenze l’11 gennaio del 1975, ed è uno dei quattro figli di Tiziano Renzi, consigliere comunale di Rignano sull’Arno (Firenze) tra il 1985 e il 1990. Matteo comincia la sua carriera politica quando è ancora al liceo, facendo nascere i “Comitati Prodi” e iscrivendosi al Partito Popolare Italiano. Successivamente entra nella Margherita (di cui diviene segretario provinciale nel 2003). Tra il 2004 e il 2009 è presidente della provincia di Firenze: alle elezioni che si tengono il 12 e il 13 giugno del 2004, Matteo Renzi, che si era presentato alle votazioni sostenuto da una coalizione di centrosinistra, ottiene quasi il 60% dei voti validi. Al termine della sua esperienza alla presidenza della Provincia, Renzi si candida alle primarie che il Pd locale indice per decidere, all’interno del proprio elettorato, quale sarà il candidato alla poltrona di sindaco del capoluogo alle successive elezioni del 2009. Renzi vince, e diventa dunque il candidato che sfiderà Giovanni Galli, ex giocatore di calcio del Milan, candidato per il centrodestra. Alle elezioni del 22 giugno successivo, Renzi sfiora il 50% dei voti e non riesce a diventare il nuovo sindaco di Firenze al primo turno. Gli toccherà superare anche il ballottaggio (toccando il 60% delle preferenze) per essere nominato primo cittadino fiorentino. Matteo Renzi dimostra subito di essere un sindaco molto dinamico e innovativo. I giudizi su di lui sono da sempre contrastanti, in quanto, se è vero che è un personaggio politico molto apprezzato dagli elettori di centrodestra, è altrettanto vero che viene spesso e duramente criticato dagli elettori del centrosinistra. A causa della sua verve comunicativa, del suo modo di parlare alla gente e del suo presenzialismo televisivo, viene spesso paragonato al più anziano Silvio Berlusconi. E’ in questo periodo che Matteo Renzi diventa un personaggio molto conosciuto a livello nazionale.



E’ il primo a mettere in discussione la classe dirigente che da decine di anni governa quel che fu il Pci e che con il tempo è diventato Partito Democratico (passando per le parentesi Pds e Ds). Si propone da subito come un “rottamatore”, il cui compito è quello di mandare a casa (e dunque ‘rottamare’) quella generazione di politici di centrosinistra che non era stata capace di mandare a casa definitivamente Silvio Berlusconi per colpa di scelte politiche sbagliate e comunicazione inesistente. Per questo si aliena da subito le simpatie di quei politici cui il messaggio era inviato. Due su tutti: Massimo D’Alema e Rosi Bindi. Renzi comincia dunque ad avere due vite politiche parallele: una in cui è sindaco di Firenze (con risultati ambivalenti: da un lato diventa presto uno dei primi cittadini più apprezzati, con il 57 per cento di consensi; dall’altro viene criticato per il poco tempo che spende nella sua città), l’altra in cui è il volto nuovo della sinistra italiana.Verso la fine di agosto del 2010 lancia, insieme a giovani compagni di partito come Debora Serracchiani e Giuseppe Civati, un’assemblea che si fa portavoce della “rottamazione senza incentivi”, chiamata: “Prossima fermata: Italia”. Qui viene stilato un vero e proprio manifesto della rottamazione, che viene firmato da molti intellettuali italiani e molti politici, tra cui Roberto Giachetti, Ermete Realacci e Roberto della Seta. Sulla scia di questo incontro, nel 2011 Renzi dà vita ad un appuntamento della durata di tre giorni chiamato “Big Bang”. Sul palco si susseguono numerosi intellettuali e opinionisti, nonché politici e uomini dello spettacolo (come Giorgio Gori e Pif). Questo tipo di appuntamento verrà ripreso anche nel giugno dell’anno successivo, in un’appuntamento chiamato “Italia Obiettivo Comune”. 



Passando al 2012, il 13 settembre annuncia la sua volontà di candidarsi ufficialmente alle primarie del centrosinistra insieme al segretario del Pd Pierluigi Bersani, al consigliere della regione Veneto Laura Puppato, all’assessore nel comune di Milano Bruno Tabacci e al governatore della regione Puglia Nichi Vendola. Lo scontro vedrà un testa a testa tra il sindaco di Firenze e Bersani, con quest’ultimo che uscirà vincitore. Bersani è dunque il candidato ufficiale del centrosinistra elle elezioni politiche del 2013. Il responso successivo delle urne lo conosciamo: il Pd vince di poco e non può governare, rendendo inevitabili le larghe intese. Passiamo ai giorni più recenti: Matteo Renzi partecipa alle nuove primarie del Pd, quelle in cui si decide quale sarà il nuovo segretario: il sindaco di Firenze sfida Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati. La votazione avviene domenica 8 dicembre 2013 e la sua proclamazione come nuovo segretario nazionale del Partito Democratico avviene domenica 15 dicembre. Renzi batte gli sfidanti conquistando il 67,5% dei voti. 



In studio con Fabio Fazio, Renzi risponderà a tutte le domande che il conduttore della trasmissione gli porrà: insieme parleranno delle ricette del neo segretario per far uscire l’Italia dalla crisi, del futuro del governo, del suo partito, e di tanto altro ancora.