Chi di voi non ha mai sentito parlare di Olli Rehn? un politico finlandese di 51 anni, ben navigato. Dal 2010 è Commissario europeo per gli Affari economici e dallottobre 2011 è anche vicepresidente della Commissione europea. Gli italiani che lo conoscono sanno bene che ogniqualvolta apre bocca fa volare lo spread alle stelle.
Olli ama molto le sue origini, la propria terra (Io vengo da lontano / vivo in un gran paese / Io vengo da lontano / e qui le saune sono chiese / Io vengo da lontano / e ne son molto fiero / Io sono un finlandese / un finlandese vero! suole spesso cantare, alla stessa stregua di un qualsiasi Toto Cutugno lappone), che ha girato in lungo e in largo, studiando geometria a Lahti (e dove, se no?), prendendo la patente (per la moto) a Kaskinen, visitando la moschea di Turku (che fa tanto politically correct anche in Finlandia), facendosi fotografare con la salopette blu da metalmeccanico a Tornio, andando in vacanza rigorosamente a Pori (pare che da quelle parti laria sia così fine da mantenere la pelle sempre fresca e asciutta), accompagnando in romantici weekend la moglie a Kokkola.
Uomo allapparenza assai pacato, in politica è sempre risultato assai determinato, per non dire arcigno, specie con i paesi mediterranei dellEuropa, Italia in particolare, ai quali non concede tregue di alcun ordine e grado.
Però (nella vita ci sono sempre dei però) la notte di Natale, semel in anno, il Commissario europeo per gli Affari economici e monetari lascia il posto alluomo mite che si nasconde in lui. Mite, dicevamo, ma preciso come un orologio svizzero, pardòn finlandese (lui, che non ama i paesi mediterranei, in particolare lItalia, considera pure gli svizzeri dei veri e propri terroni!). Infatti, alle 20:30 in punto telefona ai suoi figli, che vivono sparsi tra la Finlandia e il mondo: Stefano Olli, che fa leditorialista politico ad Aurinko 24 Tuntia (quotidiano locale di informazione economica, un po come il nostro Sole 24 Ore); Ombretta Olli, cantante, attrice e donna politica; Marco Andrè Olli, che gioca a calcio nelle fila dellInter di Turku; At Olli, che da tempo vive su unisoletta della Polinesia; Ramp Olli, colui che ha già designato come erede.
Alle 21:20 porta fuori a fare una passeggiata il suo pastore finlandese (sarebbe un pastore maremmano, ma dellidiosincrasia per la nostra nazione vi abbiamo già detto) insieme al suo gregge di pecore dOlli, tutte clonate dalla stessa identica pecora. Alle 21:55 rientra a casa, saluta la moglie, regalandole il bacio della buonanotte. Poi, finalmente, con unemozione che cresce di anno in anno, si mette due belle corna in testa: e vi possiamo assicurare che in questo caso la moglie non centra per nulla!
In realtà, non si dovrebbero chiamare corna, bensì palchi, vale a dire le appendici ramificate che si trovano sul capo di quasi tutte le specie appartenenti alla famiglia dei Cervidi. Il nostro Olli, uomo abituato a parlare dai palchi delle istituzioni europee, preferisce chiamarli così: lo fanno sentire importante anche la notte del 25 dicembre, quando la sede della Commissione Ue è chiusa e lui non ha le chiavi per potervici entrare, tenere il solito discorsetto e poi vedere di nascosto l’effetto che fa (sullo spread dei paesi periferici, soprattutto quelli meridionali a forma di stivale).
La notte di Natale è l’unico momento dell’anno in cui Olli diventa buono. Camuffato, come detto, da renna, si precipita fino a Rovaniemi (in piena Lapponia), nel villaggio di Babbo Natale, dove si unisce, unico maschio, alle compagne Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Dunder e Blixem (i nomi delle renne che secondo la tradizione aiutano Babbo Natale nel delicato compito), insieme alle quali ha l’onore di trainare la slitta di Santa Claus che porta i doni ai bambini di tutto il mondo (benchè Olli recalcitri assai quando la slitta sorvola l’Europa mediterranea, in particolare sopra l’Italia, per meglio dire Pigland, come la chiama beffardamente, vedendoci, sia detto con rispetto, come “porci che si fanno i loro porci comodi senza porsi troppi problemi che noi scandinavi invece continuiamo a porci per non diventare porci come quei porci del Sud Europa, in particolare dell’Italia”). Ma essendo un uomo mite, gli basta sorvolare la Baviera per ritrovare il rigoroso equilibrio che lo contraddistingue e che lo accompagna fino al ritorno a casa, che avviene sempre prima delle sette della mattina di Natale, in tempo per l’apertura dei regali.
La giornata di Santo Stefano, invece, è dedicata al riposo, cosicché possa, dal giorno 27 e per tutto il resto dell’anno, rendere di nuovo a la vita difficile ai P.S.A. (“Paesi Sostanzialmente Africani”, cioè quelli della fascia mediterranea).
Per tutto il 2014 ha già in serbo (anche la Serbia è assai meridionale, stando ai suoi gusti…) nuove sorprese, che non gli faranno di certo perdere il sonno. La notte di Capodanno sarà occasione per il brindisi rituale, seguito dal discorso ai familiari (l’unica cosa che invidia all’Italia è l’allocuzione a reti unificate del Presidente della Repubblica ai suoi concittadini), rigorosamente a camere, o meglio, a stanze unificate. Poi subito a nanna, con una precisa ricetta per far uscire l’Europa dalla crisi, semplice, sicura, efficace: “So io cosa ci vuole: Olli di gomito. Anche nelle feste comandate, Natale compreso”.
(A proposito: buon Natale a tutti, specialmente agli italiani, ma non ditelo a Olli…).