Anche la scrittrice irlandese Edna OBrien è tra gli ospiti di Fabio Fazio nella puntata di Che tempo che fa in programma oggi, sabato 7 dicembre, su Rai Tre. Edna nasce a Tuamgraney, un villaggio irlandese da lei stessa definito intenso e chiuso, il 15 dicembre del 1930. Fino ai sedici anni viene educata dalle suore e da una madre molto severa, tanto che proprio in questo duro periodo inizieranno a svilupparsi quelle tematiche principali che la scrittrice esplorerà nel corso della sua futura carriera. Nel 1950 riesce a prendere una licenza da farmacista e, quattro anni dopo, si sposa con uno scrittore, Ernest Gèbler (che morirà nel 1998). Con lui concepirà due figli e si trasferirà a Londra, mentre il suo matrimonio dura dieci anni.
La nuova vita nella capitale inglese le permette di venire a conoscenza anche della letteratura britannica, dopo aver passato anni a leggere e rileggere i classici della letteratura irlandese e qualche opera di Scott Fitzgerald e Tolstoj. Conosce dunque Eliot e Joyce. Ed è proprio l’incontro con quest’ultimo autore, metaforicamente avvenuto tramite l’opera “A Portrait of the Artis as a Young Man”, che Edna capisce che il sogno della sua vita non è possedere una farmacia ma fare la scrittrice. La donna, infatti, sente come molto vicine a sé e al suo mondo le parole dello scrittore, nato in Irlanda come lei. Pare dunque che l’autore voglia parlarle e convincerla che il mondo che ha dentro di sè e che tiene nascosto deve essere lasciato libero di spaziare. Comincia così la sua carriera da scrittrice, anche se per i primi tempi Edna lavora come lettrice per una casa editrice di nome “Hutchinson”.
Poco tempo dopo, le viene ordinata la scrittura del suo primo libro: “The Country Girls”, che esce nel 1960 (pubblicato l’anno successivo in Italia). La vendita di questo libro (che entrerà successivamente a far parte di una trilogia di racconti) verrà proibita nel suo Paese d’origine, ovvero in Irlanda, a causa della sincerità e della crudezza tramite cui tenta di ritrarre i personaggi e la loro sessualità. Gli eventi la spingono dunque ad andare in cura per qualche tempo da uno psicologo, in modo da cercare le radici di questa sua “stranezza”, che la spinge a scrivere opere che vengono giudicate scandalose. In realtà lo psicologo (che si chiamava Ronald D. Laing) non solo non la guarirà (in realtà, non c’è niente da guarire), ma anzi la incoraggerà ad approfondire le tematiche più oscure della sua mente, relative soprattutto al mondo delle donne. Il secondo racconto, intitolato “A Pagan Place”, viene pubblicato nel 1970.
Anche questo riesce a scontentare parecchie persone, in particolare all’interno della sua famiglia, per il modo in cui descrive la vita repressa di una ragazzina che nasce e vive in un luogo come quello in cui è nata lei. L’anno successivo scrive un’opera teatrale intitolata “Virginia”, in cui prende ispirazione dal personaggio di Virginia Woolf, un testo che andrà in scena nei più grandi teatri del mondo, dall’Inghilterra al Canada fino al “Public Theater” di New York. Alcuni dei suoi libri, quasi tutti incentrati su temi fortemente femministi, hanno vinto numerosi riconoscimenti e premi.