José Manuel Barroso Durão, nato a Lisbona il 23 marzo del 1956, è l’attuale presidente della Commissione europea. Si è laureato in giurisprudenza presso l’università della sua città natale nel 1974, proseguendo poi i suoi studi a Ginevra, laureandosi in studi europei. In seguito, ha ottenuto un master presso l’Università di Ginevra, presentando una tesi in cui analizzava le relazioni e le integrazioni tra il sistema politico europeo e quello portoghese all’indomani della Rivoluzione dei Garofani. Il suo curriculum accademico si è arricchito con alcune esperienze di stage presso alcune delle principali università mondiali: Georgetown University, Columbia University, Istituto Universitario Europeo, University Institute of Luxembourg.
Dopo il completamento dei suoi studi, Barroso ha intrapreso la carriera universitaria, divenendo assistente alla docenza presso l’Università di Lisbona e in seguito presso l’Università di Ginevra. Nel triennio 1996-1998, ha lavorato come docente presso la Georgetown University, guidando al tempo stesso il dipartimento di Studio delle Relazioni Internazionali presso l’Università di Lisbona.
La carriera politica di Barroso è strettamente legata alla sua vita universitaria e accademica. Durante gli anni dei suoi studi all’Università di Lisbona, Barroso era uno dei leader del movimento clandestino studentesco di estrema sinistra FEM-L (la Federazione Studenti universitari Marxisti-Leninisti). La FEM-L era un movimento di estrema sinistra con posizioni maoiste, sezione giovanile del MRPP, in forte polemica con il Partito Comunista Portoghese, considerato “troppo moderato”. Negli anni successivi, Barroso ha moderato le sue posizioni politiche, avvicinandosi gradualmente alla socialdemocrazia e mettendo da parte le ideologie rivoluzionarie.
Nel 1980, Barroso è entrato ufficialmente a far parte del PSD, il Partito Social-Democratico Portoghese, principale formazione del centro-destra lusitano. Nel 1985, all’età di ventinove anni, è stato eletto per la prima volta deputato, entrando così a far parte dell’Assemblea Nazionale lusitana. Nello stesso anno, ha ricoperto l’incarico di segretario di stato nel Ministero degli Interni di Lisbona nel governo di Cavaco Silva. Pochi anni dopo, nel 1987, è stato trasferito al Ministero degli Esteri, dove ha ricoperto la carica di segretario di stato. Durante il suo incarico parlamentare al Ministero degli Esteri, Barroso si è distinto per il lavoro di mediazione tra gli schieramenti in lotta nella guerra civile angolana: l’ex colonia portoghese ritornò alla pace nel 1990, grazie all’importante mediazione dell’antica madrepatria.
Dal 1992 al 1995 José Manuel Barroso è stato Ministro degli Esteri. Nel 1996, dopo la sconfitta elettorale del Partito Social-Democratico, ha ottenuto importanti incarichi di supervisione in Bosnia Erzegovina (dove lavorò per assicurare elezioni democratiche) e in Tanzania. Dopo aver ottenuto la leadership del Partito Social-Democratico portoghese nel 1999, Barroso è stato eletto vice-presidente del PPE (1999-2002), incarico che lasciò nel 2002 per diventare premier nel suo Paese.
Dal 2002 al 2004 Barroso è stato primo ministro in Portogallo, distinguendosi per le manovre di riduzione del debito pubblico e per l’avvicinamento a Stati Uniti e Gran Bretagna. Nel 2004, in seguito alla sua elezione come presidente della Commissione europea, ha lasciato la premiership del Portogallo per accettare il nuovo incarico a Bruxelles. Il mandato di Barroso come presidente della Commissione europea è stato segnato da alcuni importanti rovesci: nel 2005, Francia e Paesi Bassi bocciarono il referendum per introdurre la Costituzione europea, provocando così il fallimento del tentativo di unire giuridicamente l’Europa.
Nel 2009, Barroso è stato eletto nuovamente presidente della Commissione Europea. Il secondo mandato di Barroso è stato caratterizzato principalmente dalla crisi economica e dalle misure di contenimento del deficit e di taglio della spesa pubblica. José Manuel Barroso si trova in questi giorni in Italia, dove assisterà alla prima teatrale della Scala assieme al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.