Simona Molinari affascinante ma non convincente, in coppia con il bravo Peter Cincotti che cerca di assomigliare a un classico della canzone New Orleans, e cioè Harry Connick Jr. Ma le atmosfere sanno di già sentito e la Molinari fatica a tenere il tempo con questo swing anni 40 che invece Cincotti maneggia molto meglio. Un talento in cerca di una espressione definita, in cerca di una vera personalità artistica che però sembra ancora mancarle. Meglio la sua performance vocale stasera di quella della prima sera però, segno di una rassicurazione vocale. Elio e le Storie tese stavolta si presentano con un look più sanremese, rispetto quanto meno alle vesti da chirichetti sfoggiate nella prima serata. La canzone mononota è però del tutto monotona e l’interpretazione del gruppo (con la testa “maggiorata”) pare però paradossalmente priva di idee. Ne segue un siparietto di Luciana Littizzetto tra il fetish e gli Squallor si prende un “souvenir” di Sanremo tagliando una ciocca di peli dalla barba di Beppe Vessicchio. Bel contorno però per un gruppo demenziale (tecnical definition). E’ poi la volta di Malike Ayane. Stasera più bella e brava rispetto alle scorse serate. Molto più convincente. Decolla la serata?
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