unItalia non solo confusa quella che va alle elezioni in questo fine settimana. Le cifre, i dati che Paolo Del Debbio letteralmente spara nella sua trasmissione su Rete 4, Quinta colonna, delineano un Paese che ha un numero impressionante di persone, famiglie che stanno inesorabilmente impoverendosi, con molti che sono ormai entrati nella cosiddetta fascia di reddito che segna la soglia di povertà. Poi ci sono le interviste, le testimonianze di persone che, di fronte alla realtà che vivono, stanno, ancora oggi, ormai alla vigilia del voto, formando una sorta di grande esercito di indecisi, di gente che non sa ancora se andrà alle urne oppure se si asterrà, restandosene a casa, aspettando dei risultati che quasi non gli interessano.



Difficile pensare che, con la recessione che incombe, si possa prefigurare una realtà molto diversa. Certo, la trasmissione di casa Mediaset, nonostante la grande professionalità di Paolo Del Debbio sembra un assist, un passaggio vincente, per Silvio Berlusconi che occupa la scena e che di fronte a questo panorama gioca tutte le carte possibili per attaccare la politica di austerità del governo dei tecnici di Mario Monti, per dipingere un Paese ucciso dalla tasse e per ribadire la sua radicale avversione contro lImu e i poteri di Equitalia in materia fiscale.



Ci vuole laplomb di Del Debbio per non trasformare questo Quinta colonna in una sorta di spottone elettorale di Berlusconi, ma è anche vero che quasi nessuna trasmissione, comprese quelle della murdokiana Sky, brillano per imparzialità. Se il Paese è in confusione e ha tentativi di astensione di massa, probabilmente la colpa è anche di un apparato mediatico, soprattutto quello televisivo, che brilla soprattutto per omissioni e parzialità.

Restiamo quindi allanalisi della strategia del Cavaliere in questo rush finale elettorale. Limpressione è che il centrodestra, al momento, tema più la concorrenza del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, piuttosto che lo scontato successo del centrosinistra o la percentuale bassa accreditata dai sondaggi ai neocentristi collegati a Monti. In questo finale di campagna elettorale, soprattutto dopo gli scandali delle ultime settimane, devono essersi manifestati e forse consolidati nuovi trend, soprattutto di protesta generalizzata. evidente che chi conduce il tam tam della protesta radicale, del tutti a casa rivolto allattuale classe dirigente, è Beppe Grillo, che riempie le piazze, che riesce a far parlare di sé, in televisione, anche quando la rifiuta, comè avvenuto in questi giorni con Sky.



L’impressione è quella che il Cavaliere, al di là delle sue dichiarazioni di vittoria (non credibili), pensi sempre a mantenere una posizione di interdizione e di non marginalizzazione nel nuovo Parlamento. È questa la ragione per cui Berlusconi pensa di raggiungere una quota significativa, anche dietro al centrosinistra, ma superiore nettamente alla percentuale di Grillo. E qui sta la partita, in fondo una nuova partita. Berlusconi si è reso conto che c’è una parte dell’elettorato che voterà per la “protesta”, voterà contro la politica di austerità, ma che è incerto, ancora oggi, se scegliere il centrodestra o Grillo.

Se esiste quindi una partita a sinistra, tra centrosinistra e la lista di Antonio Ingroia, c’è pure una partita a destra, tra Grillo (che è del tutto trasversale) e Berlusconi. È per questa ragione che a “Quinta colonna” Berlusconi è diventato molto preciso e dettagliato nell’attacco a Equitalia, impegnandosi a correggere il meccanismo infernale delle sanzioni. Ma il “bersaglio” Equitalia sembra proprio messo in campo, tanto dettagliatamente in questi giorni, per tamponare una possibile emorragia di voti di “ex azzurri” verso il “Movimento” di Grillo.

In effetti, anche nella trasmissione, il resto che riserva il Cavaliere a Monti e ai suoi alleati, Fini e Casini, sono quasi battute. Sullo sfondo c’è Bersani e il centrosinistra, come l’avversario di sempre. Ma è la sfida è molto sullo sfondo.