Cantautore e basta: Giuseppe Povia lo sottolinea più volte in questa conversazione con ilsussidiario.net. Stufo, come dice lui, di essere considerato di destra se canta Luca era gay o di sinistra se invece canta La verità sul caso di Eluana Englaro. O stufo di essere attaccato se va al Family Day a difendere la famiglia: «Un tempo erano i comunisti a difenderla, oggi se lo fai tu sei considerato di destra», dice ridendo, ma con un fondo di amarezza. Povia adesso è tra i protagonisti dell’edizione speciale della nuova edizione de “I migliori anni”, trasmissione condotta da Carlo Conti (che va in onda stasera alle 21:10 su Rai Uno) e ispirata a “Canzonissima”, dove è primo in classifica: «Ho detto a Carlo Conti quali pezzi avrei voluto fare: tutti cantautori perché è con la loro musica che sono cresciuto. Le canzoni di Renato Zero, ad esempio, mi hanno aiutato a uscire da periodi bruttissimi della mia vita. E Carlo ha detto sì, puoi cantarli».



Hai scelto tu personalmente i brani di altri autori da presentare a “I migliori anni”?

Gli autori dei programmi tv in generale tentano sempre di suggerire dei pezzi per rendere omogenea la gara, in modo che non ci siano troppi brani lenti o troppi pezzi veloci tutti uno in fila all’altro. Personalmente ho parlato con Conti e gli ho detto: ti do io dei brani di alcuni cantautori, perché sono cresciuto con questi e credo di saperli cantare bene.



Quali brani? Puoi anticiparceli?

Mi ritorni in mente di Battisti, Mille giorni di me e di te di Bagliori, Tanta voglia di lei dei Pooh, Amico di Renato Zero, La cura di Battiato, Io che amo solo te di Sergio Endrigo, La donna cannone di de Gregori.

E Conti cos’ha detto?

Ha visto la lista e ha detto: vanno benissimo, devo solo dirti in quale ordine di puntata eseguirli per cercare di rendere la gara briosa e non troppo malinconica.

La tua interpretazione di Amico di Renato Zero è stata davvero egregia, a tratti sembrava di sentire Zero.

Renato Zero per me è un cantautore. Negli anni è diventato un personaggio completo, capace di fare di tutto con la sua mimica, la sua voce e soprattutto con i suoi testi. Le sue sono canzoni che mi hanno fatto uscire da momenti bruttissimi della mia vita perché la musica ha questo gran potere. Non è stato solo lui il cantautore della mia vita, ma anche Claudio Baglioni, Rino Gaetano, Vasco, Ligabue, Ivan Graziani, Francesco De Gregori.

Però Zero ti è venuto davvero bene.

Non so, forse da Zero ho preso la mimica, paragonarmi a lui come cantante non saprei. I fan hanno apprezzato l’esibizione, credo, perché io non la butto sul cantare, non ho fatto scuole di canto dal punto di vista tecnico e sono molto impreciso. L’ho buttata sulla comunicazione e ai fan di Zero devo essere piaciuto perché mi hanno votato, tanto che sono primo e continuo a rimanere primo in classifica.

Hai anche eseguito un tuo brano, Siamo italiani. Un pezzo dalla carica positiva in questo momento di grande crisi.

Sono una persona che racconta cose importanti: tragedie, amore, ma anche tematiche sociali. Mi sento anche io un cantautore completo. Questa è una canzone positiva, perché oggi sono tutti bravi a parlare male dell’Italia per avere applausi facili, sono tutti bravi a fare l’elenco delle cose che vanno male, soprattutto i politici. La canzone racconta una nazione che è  come uno stivale in mezzo al mondo dentro al quale tutti ci vogliono mettere dentro i piedi però tutto il mondo ne parla male. 

Invece?

Invece noi italiani abbiamo inventato il pianoforte, il violino, il rinascimento, la Divina commedia, con Dante che ti dice tutti i segreti della vita che se uno se la leggesse capirebbe molte cose per il resto della sua vita. E poi il cibo, un certo modo di pensare  che significa noi non ci facciamo prendere in giro. Abbiamo i monumenti, il mare più bello del mondo. Invece siamo una nazione che precipita perché in mano a persone che pensano ai propri interessi. E allora come dico nella canzone speriamo che i nostri figli saranno migliori di noi. Ricordiamoci che l’italiano prende un cazzotto e poi si rialza, combattiamo sempre con un dolore dentro perché la forza ce l’abbiamo nel dna.

Qualcuno ha detto che è un pezzo un po’ populista.

Per me è una parola buona, patriottica, vuol dire popolare, è positiva. Invece oggi la si usa in modo negativo, Anche buonista per me è una parola positiva, vuol dire che porti un messaggio di speranza. Nell’ultimo verso della canzone dico: «È ora di cambiare questa storia ci meritiamo un mondo che abbiamo inventato noi». Ecco come la penso, punto e basta.

Qualche anno fa sei stato criticato e non poco per aver preso parte al Family Day. Pensi che essere cattolico sia un handicap nel mondo dello spettacolo?

Secondo certa gente, dovresti fare le canzoni e poi stare zitto e non parlare più.  Se fai così va bene. Ma quando un cantautore dice qualcosa le sue parole vengono trasformate in politica e ci si dimentica della canzone. Ma siccome anche la musica è politica, uno si espone e dice il suo pensiero. Nel 2007 ho preso parte al Family Day perché l’ho considerato un gesto nobile: la famiglia, la sanità, l’istruzione sono le cose che tengono in piedi il mondo insieme alla cultura. Ci tenevo a essere lì perché il mio messaggio voleva essere: prima ancora di fare delle leggi vediamo di rimettere in sesto questa cosa, la famiglia. C’è bisogno di asili, ci sono case che crollano, la gente non ha più voglia di mettersi insieme per un progetto di vita. Io andai per questo concetto nobile. Se pensiamo poi che la famiglia una volta la difendevano i comunisti, oggi se invece lo fai tu sei di destra. Mi sono stufato di questo atteggiamento, di destra o di sinistra, io che non sono né l’uno, né l’altro. Forse un giorno capiranno che sono un cantautore e basta.

Fra poco comincia il nuovo Sanremo, che tu hai quasi vinto arrivando secondo. Quali sono i cantanti secondo te che potranno vincere?

Chi vince non lo so, ma a me piace molto Mengoni. Ha una voce incredibile, mi ricorda Freddie Mercury, è forse il più bravo di tutti oggi. Non so come faccia, tocca la nota e quella nota la fa vibrare e la comunica al resto del mondo. Spero che vinca lui perché se lo merita.

Stai per presentare un tuo nuovo spettacolo.

Si intitola “Cantautore” e ne tirerò fuori un disco che uscirà il prossimo novembre. Sarà uno spettacolo di circa 90 minuti che tocca ironia, satira, politica, amore: uno spettacolo a 360 gradi di solo brani miei. Con una eccezione, La cura di Battiato perché, secondo me, è la più bella canzone d’amore mai scritta.