E’ andato in scena ieri sera lultimo appuntamento prima del voto della trasmissione di approfondimento politico di Rai Due, Rai Parlamento Elezioni 2013-Conferenza stampa: ovviamente, in occasione della puntata finale, abbiamo visto intervenire i tre maggiori leader politici, vale a dire Silvio Berlusconi, Pierluigi Bersani e Mario Monti. A moderare il dibattito cè il giornalista Gianni Scipione Rossi, mentre a porre le domande ai tre leader politici ci sono Antonio Macaluso del Corriere della Sera, Claudio Tito de La Repubblica, il direttore de Il Sole 24 ore Roberto Napoletano e il direttore di Libero Maurizio Belpietro. Il primo a confrontarsi è Silvio Berlusconi: la prima parte delle discussione verte sulla pressione fiscale che, come noto, è uno dei cavalli di battaglia di questa campagna elettorale del Cavaliere che ha sempre criticato il governo tecnico per aver portato il livello di tassazione oltre il 45%. Alcuni dei giornalisti presenti in studio fanno notare a Berlusconi come il livello di tassazione dal 2001, cioè da quando lui prese nuovamente in mano il governo dopo cinque anni di sinistra, che era del 41% lha aumentato progressivamente negli anni fino a raggiungere il 44% nel 2011. Grosso modo lo stesso avrebbe fatto con la spesa pubblica, aumentata in maniera rilevante nel corso degli ultimi dieci anni. Berlusconi nega che questa sia la verità e ricorda di non aver mai messo le mani nelle tasche degli italiani. Su questo però lo controbatte Belpietro che, sottolineando come in effetti il livello di tassazione non sia aumentato dal 2009 al 2011, ricorda come proprio pochi mesi prima di lasciare la presidenza del Consiglio il suo governo ha fatto ben due manovre per 73 miliardi di euro di cui ben 30 miliardi erano di tasse. Berlusconi risponde che questo non è dipeso dal suo volere e del suo governo bensì questo sarebbe stato imposto allItalia da vari organismi con la famosa lettera della BCE. Nel corso del confronto ci sono momenti in cui i toni sono piuttosto accessi ed in particolare con il giornalista di Repubblica, Claudio Tito, quando questultimo chiede a Berlusconi se ritiene in caso di vittoria di poter continuare a tenere la stessa tipologia di vita che ha avuto nel suo ultimo governo, tra festini e via dicendo. Berlusconi attacca Tito evidenziando come non ci sia ma stato nessuno illecito e, riguardo la questione dei testimoni nel caso Noemi, il leader del Pdl afferma che siano stati pagati proprio dal giornale Repubblica. Su Ruby, Berlusconi evidenzia di aver dato lei 57 mila euro per aiutarla evitando che si dovesse prostituire. Poi rispondendo alla domanda originaria, dice di non trovarci niente di male nellessere amante di feste in cui gli piace cantare facendo ascoltare pezzi da lui scritti invece che circondarsi di vecchi personaggi a cui puzza lalito e non si lavano. Chiudendo largomento rimarca come abbia sempre trattato bene le donne facendo sempre i complimenti lusinghieri. Altra polemica cè con Roberto Napoletano. Il direttore del Sole 24 ore evidenzia che con il suo Governo, che nel 2001 tenne fede allabolizione dellICI, si passò nel rapporto entrate uscite dal 3,1% nel 2001 allo 0% del 2005 che tradotto in soldoni significa -45 miliardi di euro. Inoltre Napoletano chiede il perché durante il suo Governo dal 2001 al 2006 seppure si potesse contare su una situazione molto favorevole, uno spread nullo non si sono fatte le riforme strutturali che invece altri Paesi hanno fatto trovandosi così in questo momento molto avanti. Berlusconi si mostra in difficoltà su ciò e se la cava facendo notare che nessuno fece presente allepoca questo possibile problema. Lultima battuta è sulla detassazione dei nuovi assunti per i quali i contributi potrebbero essere pagati dallo Stato come contributi figurativi anche se poi Berlusconi ammette che si sta ancora lavorando su questo aspetto. Arriva quindi il momento di Bersani che, presentando il proprio programma elettorale, come primo punto illustra quello del lavoro, presentando una ricetta piuttosto articolata che va a toccare vari punti tra cui unattenta politica industriale, investimenti nellinnovazione, attenzione alleconomia reale, il saldo delle pendenze dello Stato nei confronti delle aziende e altro ancora. Riguardo l’alleanza con Vendola si dice poi molto sicuro che si presenterà molto solida anche perché sancita attraverso le primarie e un programma ben preciso. Piccola polemica invece con Belpietro che contesta lesserci la possibilità di poter abbassare lIMU sulla prima casa con la patrimoniale sugli immobili di lusso, in quanto secondo il direttore ce ne sono pochissimi. Bersani chiarisce che si sommano ad altri beni e che comunque se vuole avere i dati esatti basta che vada a vedere gli emendamenti presenti in Parlamento. Ultima diatriba con Belpietro è sulle cifre dei costi che comporterebbe lintenzione da parte di Bersani di togliere il ticket.



 Le cifre sono molto diverse, con Bersani che spiega che si parla di ticket sulla diagnostica e che comunque c’è da prendere in considerazione il fatto che non può essere più conveniente recarsi in una struttura privata rispetto a quella pubblica per la quale si pagano le tasse. Il terzo ed ultimo ospite è Mario Monti che rispondendo ad una precisa domanda in merito, evidenzia come la sua coalizione sarebbe disposta a una collaborazione in caso che venga condiviso il programma presentato dallo stesso Centro. Monti poi parla della proposta avanzata proprio in giornata con il famoso pacchetto dei quattro punti per il rilancio. Il primo punto riguarda una serie di sgravi sia per il datore di lavoro che per il lavoratore al fine di rendere i nuovi contratti più vantaggiosi (circa 100 euro in più al mese per lavoratore). Il secondo verte su un maggior numero di contratti di apprendistato, il terzo sul raddoppio dei posti di asili nido per favorire l’occupazione femminile ed il quarto su una sperimentazione per un nuovo contratto a tempo indeterminato per i nuovi assunti che sia più flessibile e funzionale. Gran parte del suo tempo lo dedica a spiegare il perché alcuni dati economici del suo Governo non siano positivi (pil, disoccupazione, debito e livello di tassazione) ricordando la pesante eredità ricevuta dal Governo Berlusconi. Ricorda che il fondo monetario ha evidenziato che con queste riforme strutturali operate l’Italia può giovarsi di un +6% di crescita rispetto a prima. Sullo spread Monti spiega che mentre Berlusconi lo ha portato su ed ossia ad un tasso di interessi da dover pagare vicino all’8%, al temine del suo governo è sceso al 2,5%. Poi rimarca che se BCE, UE, Fondo Monetario Internazionale ed altri organismi gli hanno imposto di accettare quella famosa lettera come lo stesso Berlusconi ha detto prima, questo è segno che c’era qualcosa che non andava nella sua gestione tant’è che lo stesso Berlusconi per convincere l’UE della credibilità dell’Italia, ha proposto ed imposto al nostro Paese il pareggio di bilancio non nel 2014 come inizialmente concordato, bensì nel 2013, facendo si che gli italiani fossero chiamati a maggiori sacrifici.

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