Nel decennale della scomparsa di Alberto Sordi, avvenuta il 23 febbraio 2013, Iris, il canale Mediaset dedicato al grande cinema, ricorda questo attore monumentale attraverso 10 dei suoi migliori film. Domani, sabato 2 marzo, a partire dalle 11,30 e sino a tarda notte, vedremo la maratona “Galleria Alberto Sordi”. Il critico savonese (nonchè giornalista e attore) Tatti Sanguineti (clicca qui per leggere la sua intervista) ci guiderà alla scoperta di un Sordi inedito: le sue donne, la sua presunta pigrizia, il Sordi “mammista”, geloso della sua privacy, attraverso i racconti di chi l’ha conosciuto veramente e dei suoi imitatori. Questa galleria a 360 gradi esplora anche gli aspetti meno noti della carriera cinematografica dell’attore romano: l’incontro con Fellini, gli esordi poco incoraggiati nel varietà e le critiche, le scene tagliate e le censure.Insomma, un ritratto a tutto tondo, che documenta nella maniera più esaustiva l’attore e regista romano.
L’ampia galleria cinematografica della maratona “Galleria Alberto Sordi” parte con la coppia di film di Federico Fellini Lo Sceicco bianco (1952) e I Vitelloni (1953), quest’ultimo vincitore del Leone d’argento a Venezia nel ’53 e poi di due Nastri d’Argento, andati proprio a Sordi e al regista. Seguono altri due classici: Il Vigile (1960, di Luigi zampa) e Il Testimone (1978, di Jean-Pierre Mocky). Alle 19.00 va in scena Il Presidente del Borgorosso Football Club (1970), seguito, alle 21.00, da Il Marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli. La retrospettiva procede poi con Quelle strane occasioni (1976) di Comencini-Magni (ore 23.30) e con Il Prof. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste… di Luciano Salce (1969). Infine, due pellicole dirette dallo stesso Sordi, che nella sua carriera ha curato la regia di circa 18 film, con l’altrettanto indimenticabile Monica Vitti: Io so che tu sai che io so (1982) e Polvere di stelle (1973).
Sanguinetti ha già curato per Iris i ritratti di grandi uomini che solo pochi decenni fa hanno fatto la storia del cinema, come Walter Chiari, Fellini, De Sica e ci racconta un Alberto Sordi che ha fatto la gavetta e guadagnato con fatica e umiltà il successo e l’affetto del pubblico.
Nei giorni della sua scomparsa la salma è stata posta nella sala d’armi del Campidoglio dove per due giorni ha ricevuto l’omaggio di un fiume ininterrotto di gente. Al suo funerale nella basilica di San Giovanni in Laterano hanno partecipato circa 500.000 persone.