Piazza Pulita, su La 7, alla vigilia dl Conclave, fa piazza pulita della Chiesa. Zeppa di preti pedofili, il motivo per cui il Papa si è dimesso. Il motivo per cui i fedeli sono in calo. Colpa del celibato ecclesiastico. Per non parlare dei troppi soldi che girano, dello Ior, delle manovre dei cardinali. Ma è solo questione di tempo, prima o poi la modernità saprà imporsi.
A svelare le magnifiche sorti e progressive un parterre di ospiti à la page, di molto riguardo, molto dabbene, i più dotti, che sulle poltrone di gala siedono in bei conversari. Sparpagliati ad arte un paio di cristiani adulti, e un paio di cristiani doc. Monsignor Sigalini, apprezzo laudacia, ma perché sottoporsi al linciaggio? Apprezzo la sua semplice e sana ruvidezza popolare, alla don Camillo, salda e sincera, che purtroppo non ha davanti a sé dei Pepponi, razza in estinzione, ma uomini che non vogliono mettersi in comunicazione. Narcisi e falsi intellettuali, farisei centrati sul diametro del proprio ombelico, centro del mondo, presuntuosi giudici, senza più domande, senza neppure più dubbi, gonfi della loro verità, da sbattere beffardamente in faccia a chi si ostina a credere, giullari del nuovo totalitarismo.
Ricordo il matematico impertinente che allesordio come saggista cercava passaggi sui giornali e sulle televisioni cattoliche. Ma basta dirsi laici per ottenere il riguardo dei conduttori e del pubblico ebete o prezzolato in studio. Come se laico fosse una patente di intelligenza e apertura mentale, e fosse contrapposto a credente (ai matematici che non hanno fatto il classico, ricordare che laico significa del popolo?).
Parliamo dei problemi della Chiesa, via con le questioni aperte. Perché non spretate i preti corrotti o colpevoli di abusi sessuali? Come se il sacerdozio fosse una carica da dare e togliere, non un sacramento. Qualcuno suggerisca a Formigli e compagni la lettura di Graham Greene. Il prete ubriacone e tentato in ogni modo de Il potere e la gloria resta sacerdote, perché era ancora da lui che prendevano Dio, Dio nella loro bocca. Qualcuno ricordi a Formigli e sapienti che Dante sbatteva i Cardinali e i Papi nei gironi infernali, e magari esagerava un po per livore personale, ma si inchinava davanti al dolce Cristo in terra, come chiamava il Papa Caterina da Siena, che pure lo strapazzava non poco, perché tornasse a Roma e ai suoi compiti. I Papi sono preti, ce lhanno ricordato più volte, umili operai, ecc.
Voglio un Papa che, era il sondaggio della trasmissione. Chi chiede via i mercanti dal tempio, chi vuole Un Papa che rinunci all8/1000. Chi lo vuole francescano. Che ipocrisia, liconografia di un Francesco buonista, ecologista, pacifista, un santino annacquato tra fiori e uccellini che manco la pubblicità dellacqua minerale. Come si trattasse di eleggere il presidente di una delle due Camere alla moda grillina. Cè lintervista al Cardinale (ma perché parlate ancora, e in incognito, benedetti uomini di Dio, che Dio vi perdoni?) 34.000 sacerdoti in Italia, spiega, qualcuno non può essere peccatore? E ancora: Il concetto di molestie sessuali, poi. Più coraggio, Eminenza, anche se ha delle ragioni. Ma non si accorge che quando dice: I giovani vogliono un contatto anche fisico con i sacerdoti di cui si fidano, lei pensa a scappellotti e carezze, e quelli traducono immediatamente in atti morbosi? Vogliono farle dire che è colpa dei costumi corrotti della gioventù, per incastrarla, per ribadire che la Chiesa copre gli scandali, è ossessionata dal sesso e insieme lo occulta ipocritamente, nelle sue peggiori devianze?
Poi arriva il vaticanista affidabile, ha scritto libri imponenti, se parla bene lui della posizione rigorosa di Ratzinger… Però, ha mancato anche Ratzinger, “mancato nel fare le inchieste”. Lui scrive su Il Fatto, è maestro di inchieste, ci campano. Riassume spiegando che Ratzinger ci ha provato, ma era circondato da Sir Biss perturbanti che ne hanno frenato l’opera di pulizia… (peccato che poi il giornalista spagnolo esperto di Vaticano ci indichi nel candidato migliore un vescovo brasiliano, guarda caso proprio il più gradito ai segretari di Stato, presente e passato, appena additati come colpevoli di ogni nefandezza… ma perché ci beviamo di tutto? Perché crediamo a ogni scrittoruncolo che pubblica un libro sui sacri palazzi?).
Silenzio, tocca al guru, e non è Casaleggio, ha pochi capelli ma la barba bianca e tanti anelli alle dita, ostenta sprezzatura, spiegandoci i motivi per cui Benedetto XVI si è dimesso. Ior e pedofilia, appunto, pover’uomo. Pazienza se non l’ha mai detto. Ora non parla più, sta chiuso a passeggiare a Castel Gandolfo, non può smentire. Ora, non si risponde e non si discute con i pregiudizi, le dietrologie, le riduzioni,. Bisognerebbe rispondere dati alla mano, a colpi di controdossier, ma ne vale la pena? Non si scende nell’arena in mezzo alle fiere per offrire lo spettacolo dei propri corpi sbranati: è masochismo, non testimonianza della verità.
Il punto è un altro: come si combina una platea di ospiti orchestrati a far fare alla Chiesa una figura di m…? Per quale scopo? Audience? Può darsi. Attacco alla Chiesa? Già dato, che si può fare di più. Attacco alla fede. Volontà precisa di infangare, per sradicare ogni forma di attaccamento alla comunità dei cristiani. Tutti ingenui, tutti sciocchi, oppure tutti arrabbiati e delusi. Perché? Perché è meglio che gli uomini restino soli, in balia del pensiero dominante, o di nessun pensiero. Che è la cosa più pericolosa, come ricordava Hannah Arendt. Il male è banale perché nasce dal non pensiero, dalla non ragione.
È stata la battaglia, la vera, grande, eroica battaglia di Benedetto XVI, gridando che fede e ragione camminano insieme, portano insieme alla verità. La ragione non è necessaria, quando ci vogliono servi. La fede, da sola, è un dialogo spirituale con se stessi o con le nuvole, e ogni fede va bene, basta che non incida sulla realtà. Ci lasciano le opere della fede, che suppliscano alle carenze delle istituzioni, che sono lavori sporchi, non piacciono agli intellettuali dei talk show (i malati infettano, i poveri puzzano, i bambini rompono, ecc.).
Ci lasciano, per la nostra immaturità, una fede trastullo consolatorio. E noi, stupidi spettatori, abbindolabili da una telecamera accesa, a rispondere, a fare ciao con la mano, a parlare di moralità e adeguarci al toto-Papa, sulla base di quanto sorride o se porta o meno i sandali. Quasi quasi era meglio la fiction sui Borgia, avevano dei bei costumi.