Una domanda da un po ci grilla per la testa: chi è veramente Gianroberto Casaleggio? Appassionato di web marketing e di Rete, visionario che immagina guerre mondiali ventennali, capelli alla Angelo Branduardi, occhialini alla John Lennon e un cognome da complesso. Tipo Grande Orchestra Spettacolo Casaleggio? No, non in senso musicale. Pensate forse che vivere uninfanzia con un cognome da formaggio dalpeggio un certo complesso non lo possa provocare? E senza scomodare psicanalisti di fama come Carl Gustav Jung o Sigmund Freud, basta dare retta al nostro fidato Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché di cervelli, in così tanti anni di onorata carriera, ne ha strizzati tanti: Il complesso, in psicologia, si appalesa spesso sotto forme stranissime, come un agglomerato di capelli ricci, sentimenti di tipo cosciente, sgraditi, inevitabili, arrecanti incertezze e ansie, contenuti psichici inconsci, immagini, ricordi, esperienze, clic, mouse, mail, tag, hashtag, browser, spam, Url, tweet, che emergono a poco a poco attraverso espressioni sintomatiche, con tonalità più o meno nevrotiche. Insomma, di Gianroberto Casaleggio – ventriloquo di Beppe Grillo, nonché inventore  del Movimento 5 Stelle (nome nato cimentandosi in una suggestiva danza del ventre in India, allOberoi Udaivilas, il resort più esclusivo e più lussuoso al mondo), sappiamo ben poco.



Che hobby coltiva sul balcone di casa, solo funghi peyote o, come si mormora, sostanze allucinogene di provenienza aliena? Quale musica ascolta, suoni indistinti che arrivano dagli angoli più bui delluniverso oppure, non meno misteriosamente, voci in falsetto provenienti dagli album dei Cugini di Campagna, della cui raccolta completa si vanta essere lunico possessore al mondo? Cosa legge, fondi di caffè (di cui è un avido consumatore), o forse tarocchi (impazzisce per le arance) o che altro ancora? Che amici frequenta, a parte Mario Bucchich (co-fondatore di Webegg e della Casaleggio Associati), uno che quando Gianroberto non sa dove andare, al sabato sera, gli fa da tappa buchi? Del guru  del M5S tutto rimane avvolto nel più fitto mistero, anzi, nella sua fluente chioma, dove rinvenire qualcosa di sensato è difficile almeno quanto trovare un ago in un pagliaio.



Fortunatamente, cercando tra i vari blog dei grillini sparsi in tutta Italia, abbiamo scovato un documento utile, forse fondamentale, che ci rivela qualche particolare in più sulla vita e sulla famiglia di Casaleggio. Si tratta di un normale componimento, proposto in una normale classe 4^ elementare di una normale scuola della provincia milanese, il cui titolo suona: Presenta la tua famiglia, racconta chi sei, quel che fai e cosa sogni di diventare.

Svolgimento. “Mi chiamo Piercazzeggio Casaleggio, ma mi faccio chiamare da tutti più semplicemente Pierca. Ho 9 anni e ho grandi idee per la testa. Sono nato poco più di otto e poco meno di dieci anni fa, qualcuno dice a Bareggio, qualcun altro a Casteggio, qualcun altro ancora a Viareggio, ma io penso di essere nato a Reggio, perché sogno da grande di fare il reggista.



Mio nonno, per me poco più di un nome proprio, tal Eggio, è diventato ricco facendo il casaro. Mia mamma, invece, di origini francesi, lavora alla Renault, nel reparto “Riparazioni cinghie di trasmissione”; è brava, ma così brava, che tutti i colleghi nello stabilimento la chiamano “la puleggia d’Orleans”. E mio padre? So per certo che gli amici lo chiamano Gianroberto. In classe c’è però qualcuno che, per prendermi in giro, dice che mio papà e il suo amico Giuseppe, che sin da quand’ero piccolino chiamo affettuosamente zio Cri-crì, si sono trasferiti a Oleggio, provincia di Novara. Perciò li chiamano “il duo di Oleggio: uno è scemo, l’altro è peggio”, ma io, che sono un Casaleggio, non ondeggio, né indietreggio, tanto meno do credito a questo dileggio.

I miei passatempi preferiti sono tanti, come i voti che ha preso zio Cri-crì alle ultime elezioni.

Io non canto, gorgheggio.

Io non pranzo o ceno, pasteggio.

Io non riparo le lampadine, volteggio.

Io so guidare il camper, infatti campeggio.

Io ho in camera un poster che mi raffigura, e tutti mi dicono che ben posteggio.

Io non leggo, lèggio.

Io non cavalco, maneggio.

Io non amo, corteggio.

Io non scarico film, li noleggio.

Io spesso vinco e mai perdo, tutt’al più pareggio.

Io non cammino, passeggio.

Io non disegno, tratteggio.

Io non uso forbici, taglieggio.

Io non lascio niente al caso, sorteggio.

Io non sto in piedi, seggio.

Io mi trovo sempre a mio aggio, aggeggio.

Io, se una delibera di Pizzarotti, sindaco grillino di Parma, è fallace, subito la Correggio.

Io non Ezio, Greggio.

Che cosa voglio fare da grande? Essendo un Casaleggio, sin da piccolo ho confidenza con il pallone e palleggio, perciò da grande voglio fare il CT della Nazionale. Essendo un Casaleggio, con il Meccano mi piace creare qualsiasi marchingeggio, così un giorno potrò diventare l’amministratore delegato di Finmeccanica. Dopo aver finito i compiti, essendo un Casaleggio, mi do alla musica e al solfeggio, e a papà ho promesso di fare il Direttore della Scala di Milano. Essendo un Casaleggio, con disinvoltura il telefono armeggio: da grande voglio fare il presidente della Telecom.

Poco tempo fa, ho trovato la forza di raccontare questi miei sogni a una mia compagna di classe, ma temo che non mi abbia creduto, anzi, essendo un Casaleggio, mi ha detto che vaneggio. Ci sono proprio rimasto male, direi peggio. Perciò sapete che vi dico? Che sui miei buoni propositi non accetto alcun sbeffeggio. Signora maestra, sono o non sono Piercazzeggio Casaleggio?”.