Esordio con il meteorologo Luca Mercalli dal tema L’importanza di chiamarsi Francesco, nella puntata di ieri sera, domenica 17 marzo, di Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio. Si parla del nuovo Papa e del suo interesse per i temi ambientali, dopo una sua omelia con un accenno alla terra e alla salvaguardia del creato. Mercalli così cita il famoso Cantico delle creature di San Francesco e invita la Chiesa, ma anche la politica, a rispettare i limiti del nostro pianeta, puntando sempre di più sull’ambiente. Prima ospite è la scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett, che presenta il suo ultimo libro “Gli onori di casa” edito da Sellerio. Il romanzo è un giallo che continua la serie investigativa dell’ispettore Petra Delicado e del suo rapporto un po’ comico con il vice ispettore Fermin Garzon. La Bartlett ha confermato il suo odio verso tutte le tradizioni letterarie e ha spiegato la sua affermazione sul fatto che “l’amore toglie la libertà”. Infatti, secondo la scrittrice, l’amore, anche quello per un animale, ti vincola a un obbligo. Poi, sollecitata da Fazio, ha spiegato come di solito scrive un romanzo: fa scaturire un’idea presa da un problema sociale e poi lentamente completa il libro. L’operazione procede lentamente per sua stessa ammissione e il finale viene deciso solo in un secondo momento. Insomma, dice, una scrittura in continuo progresso che per prima cosa deve sorprendere la scrittrice stessa. Poi c’è stato un collegamento speciale anticipato con Luciana Littizzetto. La Littizzetto infatti è una fan della scrittrice spagnola e ironizza sulla storia di amore e odio tra i personaggi di Petra e Fermin paragonandoli a lei e Fazio. La Bartlett racconta quindi un aneddoto di un incontro tra lei e la Littizzetto.



Secondo ospite il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che interviene in questo momento politico difficile che aveva definito “ultima spiaggia” e “sei mesi difficili”. Squinzi afferma che la situazione attuale è bruttissima per l’economia reale e bisogna puntare sulla ripresa che a livello globale ci sarà entro l’anno. Il problema per l’Italia, secondo Squinzi, è però quello di agganciarsi a questa ripresa, anche se l’Italia ha perso tanti investimenti e ha problemi di fiducia che flagellano il sistema. Confindustria ha avanzato delle proposte di riforme da fare nei primi 100 giorni per il nuovo governo, dopo una “terapia d’urto” tra cui appunto il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese, una cifra di circa 71 miliardi secondo Bankitalia. Confindustria chiede quindi l’immediato pagamento di almeno 48 miliardi: i soldi sono necessari per un’iniezione di fiducia, altrimenti gli investimenti sono bloccati, una situazione mai vista da 50 anni. L’Europa per Squinzi purtroppo è l’area economica mondiale che sta soffrendo di più rispetto al resto del mondo, l’unica con dati negativi e senza crescita. Sul finale considerazioni sul nuovo governo che per Squinzi dovrebbe essere stabile per affrontare il problema della disoccupazione, soprattutto quella giovanile che raggiunge e supera il 40%. Ribadisce poi la necessità di pagare le imprese e rivedere il patto di stabilità dei comuni, unica via per uno “Stato civile”. Lo Stato deve agire con una concordia istituzionale, si deve tornare allo spirito del dopoguerra che aveva generato un grande sviluppo. Poi Fazio chiede se gli imprenditori italiani hanno delle responsabilità nella crisi. Squinzi dice che l’Italia ha ancora una base di manifattura forte, ma la burocrazia, il sistema fiscale e le infrastrutture sono carenti e farraginose. Considerazioni poi sul Movimento 5 Stelle che ha attratto i voti di molti imprenditori. Per Squinzi ci sono alcuni punti condivisibili, ma altri che giudica molto negativi come la decrescita felice o la ventilata uscita dell’Italia dall’euro, ritenuta catastrofica. Poi un’ironia finale sul Sassuolo Calcio, squadra di cui Squinzi è presidente, e che a buone possibilità di andare in serie A.



Ultimo ospite Claudio Bisio che presenta il suo film comico “Benvenuto Presidente!” diretto da Riccardo Milani. La storia parla di un individuo qualsiasi, tale Giuseppe Peppino Garibaldi (interpretato da Bisio), che suo malgrado diventa Presidente della Repubblica. Vengono mostrate delle scene del film. Bisio e Fazio parlano del tema che le persone comuni devono anche avere alcune competenze, infatti Peppino nel film non riesce a resistere a lungo. Nel cast anche Kasia Smutniak, che interpreta una seriosa segreteria di protocollo e alcune scene sono state realmente girate al Quirinale e Montecitorio. Poi Bisio ironizza su alcune scene di sesso con la Smutniak, tra cui un incidente all’occhio e parla di una scena tagliata (nella pagina seguente il video dell’intervista a Claudio Bisio). 



Conclusione affidata all’intervento di Luciana Littizzetto. Stavolta la Littizzetto è in collegamento da Torino per un problema di salute che Fazio non esita a definire un “cagotto”. Per la Littizzetto anche i politici dovrebbero andare in conclave e mettersi d’accordo e si parlerebbero, senza dirsi le cose a distanza. Il nuovo Papa secondo la comica è talmente grosso di corporatura che sembra un rugbysta, con l’aspetto simile a “Woody Allen con la voce di Belen”. La cosa interessante per lei è che il Papa è piemontese, così stabilisce che il Barbera sarà il vino da messa. Poi parla dell’elezione, del comignolo e delle sue “sfumature di grigio” e del suo vestito essenziale e della “inciampata come Bianca Balti”. In conclave c’erano per la Littizzeto alcuni cardinali interessanti come Marx e Dolan (“Papa cowboy”), anche se avrebbe preferito Don Matteo. Poi parla della nuova presidente della Camera Laura Boldrini che fa un discorso come la lista della spesa per ricordare tutto. Per chiudere parla dell’inviata in Vaticano del Tg1 Francesca Paltracca dal “nome equivoco”. Da stasera, lunedì 18 marzo, partono le sei settimane di Che tempo che fa del lunedì.