Riccardo Iacona in collaborazione con la sua squadra di inviati di Presadiretta, ieri, domenica 17 marzo, ha presentato alcuni importanti servizi. Si comincia a parlare della riforma del lavoro, arrivata in seguito al Governo Monti e alloperato del Ministro Elsa Fornero; tale riforma, che purtroppo è risultata del tutto negativa, è esecutiva da ben nove mesi. Questo mutamento è stato voluto sia per dare maggiore modernità, sia per ampliare la flessibilità del mercato del lavoro, con la chiara volontà di arrivare a una diminuzione del groviglio dei contratti lavorativi precari. Si è inoltre cercato di agevolare nel modo migliore le assunzioni e il consolidamento del lavoro con contratti a tempo indeterminato, accrescendo in questa maniera i tassi di occupazione in Italia. Ma ciò che appare fin troppo chiaro al Paese è il fatto che questi cambiamenti non hanno assolutamente offerto i frutti inizialmente previsti e sperati. I contratti relativi al lavoro precario, effettivamente, non si sono per niente ridotti, anzi, purtroppo sono in disastroso aumento, e i lavoratori definiti atipici stanno ormai superando il numero di tre milioni. La disoccupazione dei giovani, che un anno fa era di circa del 30%, ora è riuscita a raggiungere picchi altissimi: circa il 40% di loro non ha la possibilità di lavorare. Ma questo non è tutto: essendo stato abolito larticolo 18, non sono state favorite, come invece era stato previsto dal Governo, nuove assunzioni.



Ogni obiettivo prefissato dalla Riforma Fornero è completamente andato in fumo, ma il dramma continua: sotto un certo punto di vista, la Riforma è stata addirittura in grado di peggiorare ulteriormente gli aspetti che invece si era posta di migliorare, rendendo molto più difficile sia il raggiungimento di una più ampia legalità nei confronti dei contratti di lavoro, sia le assunzioni da parte delle imprese: in pratica, la riforma che doveva agevolare i lavoratori, e in modo particolare i giovani, viene purtroppo vista come una vera e propria controriforma che ha provocato grandi danni e ben poche soluzioni.



Presadiretta prosegue i suoi servizi, mandando i propri inviati a intervistare un vero e proprio esercito di professionisti: avvocati, architetti, ecc., vergognosamente sfruttati e senza contratto, con finte partite Iva che nella maggior parte dei casi lavorano senza essere neppure pagati, o, nella migliore delle ipotesi, vengono pagati con cifre minime. Purtroppo questa sconcertante realtà si verifica anche tra moltissimi medici; unintervista a Valentina, una dottoressa che lavora al Policlinico Umberto I (Roma), rivela il suo caso e quello di molti altri colleghi: racconta infatti la loro realtà di personale precario e malpagato, con turni di lavoro di lavoro stressanti e ore di straordinario non conteggiate in busta paga: una realtà allucinante, anche se si tiene conto del fatto che senza di loro il Policlinico avrebbe vita breve: infatti, come viene spiegato anche da un funzionario della Regione, sono proprio questi medici coloro che contribuiscono allintero funzionamento della struttura.



La trasmissione prosegue e nel momento centrale del programma viene proposta al pubblico limportante vertenza dellAlitalia: qui la situazione è gravissima e rischia il fallimento lintera compagnia; si parla dellassurda posizione di oltre 1100 lavoratori che aspettano da anni di essere assunti, mentre vengono loro fatti dei mini-contratti e poi vengono letteralmente mandati a casa, per assumere altro personale. Tutto questo non ha senso, anche per il semplice motivo che laeroporto senza questi lavoratori non potrebbe assolutamente funzionare: tutte le attività aeroportuali vengono svolte proprio grazie alle loro mansioni. Sono invece 4000 coloro che dalla cassa integrazione sono passati al licenziamento: al loro posto sono entrate persone più giovani, che vengono letteralmente sfruttate a rotazione. Ma un ulteriore triste risvolto potrebbe verificarsi entro un anno: le risorse dellazienda scarseggiano e se la situazione generale non dovesse migliorare, una volta terminato il denaro investito negli ultimi tempi dai soci, lazienda si dovrà avvierà verso una probabile chiusura. 

Nel servizio si parla inoltre dell’ipotesi di reato di Alitalia per frode in commercio: viene ricordato infatti l’aereo uscito di pista a febbraio a Fiumicino, fatto per il quale la magistratura ha disposto indagini sulla compagnia di bandiera, in quanto essa ha venduto biglietti aerei per voli assegnati a una compagnia rumena, come fossero voli Alitalia. Gli accertamenti vengono effettuati per il semplice fatto che i passeggeri hanno spiegato di essere stati certi di salire su un aereo dell’Alitalia, mentre quest’ultimo era appunto rumeno.

Un’altra pessima realtà è quella che riguarda Almaviva Contact, una grande azienda romana di call-center i cui dipendenti sono stati licenziati per “improduttività”, mentre la stessa ha poi provveduto ad aprire altri uffici a Cosenza, dando lavoro, con stipendi nettamente inferiori, ad altri 250 lavoratori. L’amministratore delegato di Almaviva, all’inviato che lo ha intervistato, ha dichiarato che la decisione di spostare la sede è dovuta alle enormi perdite economiche causate da assenteismo sul lavoro.

Viene mandato poi in onda un servizio che spiega ciò che accade in diverse strutture di Rimini: baristi, camerieri, bagnini e altri lavoratori prestano la loro attività spesso in situazioni disastrose, con assurdi contratti che possono essere tranquillamente definiti “da fame”: vengono spesso infatti pagati circa 2 euro l’ora e ovviamente le buste paga non dichiarano interamente le numerose ore giornaliere lavorate, lo straordinario viene pagato in nero e molte volte il giorno libero viene addirittura negato.

La riforma Fornero comunque non piace nemmeno agli imprenditori: nel servizio, alcuni di loro spiegano i motivi per cui l’operato del ministro si è trasformato in un grande danno. Le aziende intenzionate ad assumere personale non lo fanno, mentre quelle che non avrebbero intenzione di effettuare licenziamenti si vedono costrette a licenziare e spiegano chiaramente le motivazioni:
le imprese che vorrebbero dare posti di lavori non possono farlo, in quanto la riforma è riuscita a burocratizzare quello che era uno contratti maggiormente utilizzati, specialmente in determinati campi, cioè il lavoro a chiamata… e preferiscono evitare assunzioni. Le imprese che invece non vorrebbero lasciare a casa personale, si vedono costrette invece a licenziarlo: con l’aumento dei paletti e con la maggiorazione del costo dei contratti a termine hanno convenienza a liberarsene.