Ieri sera, 18 marzo, a Zelig Circus Claudio Bisio e l’attrice polacca Kasia Smutnak erano gli ospiti d’onore della puntata, che ha proposto, accanto a volti arcinoti, alcune interessanti novità, come il geniale trasformista Ennio Marchetto, che usa maschere e costumi di carta per portarci in un mondo di leggerezza, grazia e sorpresa, o il bravissimo Maurizio Lastrico che incanta con la sua imitazione del barista che fa duemila cose contemporaneamente senza mai smettere di parlare al telefonino. In gran forma e come sempre esilaranti i Senso Doppio con il loro raffinato umorismo musicale/danzato in playback. Breve, purtroppo, il numero di Paolo Migone, che ci ha lasciato con la voglia e la nostalgia delle sue tirate sulla vita di coppia che tanto ci hanno fatto ridere in passato.Apre la puntata il faccione di Claudio Bisio che finge di presentare lo spettacolo e presenta la sua nuova partner Kasia Smutnak. Entrano in scena Teresa Mannino e Mister Forest che rivendicano il loro ruolo. Parte una scontata gag sui baci a Zelig che ci porta, comunque, alla promozione del nuovo film di Bisio “Benvenuto Presidente”, con al suo fianco la bella Kasia. Domande demenziali dei finti giornalisti, interpretati dai Boiler, a Bisio e alla sua partner (clicca qui per vedere la divertente intervista a Claudio Bisio). Filmato sui ciak sbagliati del film. Pino dei Palazzi, interpretato da Giancarlo Kalabrugovic, non brilla stasera, e la sua verve dirompente è un lontano ricordo. Clip del film di Bisio che in chiusura va a pescare tra il pubblico il regista del film Riccardo Milani. Arrivano i bravissimi Senso Doppio che mettono in scena l’ennesima super performance della loro carriera a Zelig. Un vortice di brani famosi, facce, braccia, gambe, lunghe e corte. Standing ovation del pubblico presente. Ancora un duo, i veterani Pali e Dispari, con una gag non proprio nuova e priva di mordente. Hanno conosciuto momenti migliori. Il Barista acrobatico Shine si presenta con i suoi allievi, tutti come lui, e ci propina le ultime novità in fatto di drink alla moda.Finalmente è la volta di Sconsolata (Anna Maria Barbera) che ci delizia con la lettura di una lettera che le chiede consiglio su come comportarsi con gli uomini che tradiscono. Ne esce uno sketch più serio che faceto che, come al solito, ci fornisce spunti di riflessione. Come il discorso sulla capacità di amare una persona tutta intera che Sconsy ci spiega con esempi geografici: se ami l’Italia, devi amare la Valle D’Aosta come la Calabria, se ami gli Stati Uniti non puoi amare solo la California, ma anche l’Oklaoma. la volta del commesso dell’Ikea Chicco Paglionico, novità che stenta a prendere quota. Rimane in quota invece il bravo Andrea Perroni con il suo numero musicale sempre godibile anche se un po scontato nelle battute. Decolla, invece, la comicità di Maurizio Lastrico tutta basata sulle sue capacità di attore più che di cabarettista. Il monologo del barista è un crescendo di bravura e di risate. 



L’esperto di sopravvivenza interpretato da Andrea Carlini segna il punto più basso della puntata, anche se è giusto dargli del tempo per affinare il personaggio. Paolo Migone ridà smalto alla trasmissione con un breve ma gustoso monologo sulla sua infanzia tra le grinfie della madre: “Con le fasce, praticamente imbalsamato, dentro la culla senza poter vedere altro che la culla, ovunque mi giravo vedevo solo culla, praticamente ero incullato”. Sempre formidabile il mimo piuma Simone Barbato. Memorabile la sua imitazione del tappo di spumante. Di grande effetto e qualità la performance di Ennio Marchetto con la sue variopinte maschere di carta. Il nuovo Braghetti in tempo di crisi. Parentesi musicale, come sempre di grande classe, con Giuliano Palma che presenta il suo nuovo singolo dal vivo con la sua band. Godibilissimo il pezzo di un frizzante Leonardo Manera, che irrompe dalla platea nelle vesti del comico esodato e protesta contro i padroni di Zelig che sono arroganti e non apprezzano la sua arte. Divertente e di moda lo sketch di Fabio Didario sulla nouvelle cousine. Non proprio esaltante, ma sempre di buonissimo livello, il pezzo di Franco Neri. Chiude il duo Barletta e Massaro che questa volta risulta più convincente della precedente.



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