Stasera alle 21.10 su Rai Uno va in onda la sesta puntata della nuova edizione de I migliori anni, programma condotto da Carlo Conti all’insegna dell’ottima musica con lo sguardo rivolto al passato. La sfida Canzonissima è momento centrale della trasmissione, in cui otto cantanti famosi reinterpretano pezzi classici della discografia italiana. All’interno del programma ci sono anche due momenti che vogliono riproporre in qualche modo la tv del passato, ricordandola con nostalgia ma anche ridendoci sopra. Si tratta delle Interviste Possibili, in cui Conti sceglie un personaggio televisivo storico al quale rivolgere nuove domande, e I migliori quiz, che è invece il momento che regala situazioni esilaranti, insieme a Nino Frassica e ai suoi improbabili ospiti. Il pubblico de I migliori anni (che partecipa attivamente alla trasmissione votando i brani di Canzonissima sul sito della trasmissione) non risparmia mai parole di affettuoso apprezzamento per il comico siciliano. Basta scorrere i commenti su youtube per leggere opinioni come queste: “Comicità senza un grammo di volgarità! Questo significa essere grandi. Frassica è un genio c’è poco da dire”, “Frassica è un mito”, “le risate con Frassica sono irrinunciabili”. E come dargli torto? A partire da Quelli della notte nell’85, a Fantastico, ai più recenti Markette e Colorado, Frassica ha fatto della comicità surreale e del non-sense il suo marchio di fabbrica, che non smette mai di strapparci una risata. Ilsussidiario.net è riuscito a intervistarlo proprio alla vigilia della nuova diretta.



In questo momento lei sta lavorando a I migliori anni. Come nasce l’idea per la sua rubrica I migliori quiz?

La trasmissione racconta il passato, le cose belle della tv di un tempo, così io e Carlo Conti abbiamo ripreso i quiz famosi, ovviamente scherzando, prendendo tutto in giro col mio solito tipo di umorismo. Ogni volta scherzo con la storia dei giochi celebri della tv: stasera, ad esempio, toccherà a La ghigliottina. 



Alla fine di ciascuna delle prime quattro edizioni de I migliori anni c’è sempre stata una puntata intitolata Il meglio di. Quali momenti inserirebbe in quella di questa sesta edizione?

Forse è impossibile scegliere. La trasmissione è piena di momenti surreali, divertenti, particolari… Gli stessi concorrenti sono tutti fantastici. Se proprio dovessi pensare a un momento in particolare, mi sono divertito quando nella prima puntata il concorrente salutava ininterrottamente a casa mentre noi andavamo avanti con il quiz. Mi divertono molto anche le materie sulle quali dovrebbero rispondere: dalla geografia allo spettacolo, c’è un po’ di tutto.



All’interno de I migliori anni, ha un favorito tra i cantanti della sfida “Canzonissima”?

Se devo essere onesto… no, anche perchè in fondo non sono loro a concorrere, quanto le canzoni, che uno deve votare. Ei sono tutte bellissime e poi nell’arte non si può scegliere, essendo dei classici sono tutti dei capolavori. Sarebbe come dover dire se Picasso è meglio di Van Gogh!

A quale dei programmi per la televisione degli anni ’80-’90 è rimasto più legato e per quale ragione?

Sicuramente sceglierei Indietro tutta, perchè era una trasmissione in cui per un’ora potevo improvvisare: una cosa che in pochissimi si possono permettere in televisione. Infatti, era un caso abbastanza unico di trasmissione, della quale non sono esistiti casi di imitazione.

Pensa che sarebbe possibile riproporlo ai giorni nostri?

Proporla uguale sarebbe impossibile, perchè si è percorsa molta strada nel frattempo. Adesso c’è la voglia di riproporre l’atmosfera di quegli anni, in cui la tv era più spontanea. Poi chi lavora in tv deve avere un background, un repertorio. Se mandassi mio fratello a fare il mio lavoro lui sarebbe allo sbaraglio, non si tratterebbe di improvvisazione. Invece se chi improvvisa ha il suo repertorio, conosce le tecniche della comicità ed è un attore allora è un’altra cosa. Come facevamo noi, come può fare un Carlo Verdone… Chi è venuto dopo di noi è riuscito a fare di meglio o a fare di peggio, ma noi siamo rimasti un caso unico.

Lei guarda la tv come intrattenimento o più per “spiare” i suoi colleghi? C’è un programma che le piace attualmente in televisione?

Io faccio un sacco di zapping. Questa settimana è partito “Mario” di Maccio Capatonda, su Mtv, che va in onda dopo I soliti idioti. E’ una trasmissione geniale. Poi mi piacciono il Mago Forest, Aldo Giovanni e Giacomo… Mi piacciono alcuni dei giovani e poi la vecchia comicità. Ad esempio, rivedo sempre volentieri i vecchi numeri di Cochi e Renato, di Totò, i classici.

Ha interpretato nella maggior parte dei casi storie comiche o commedie, sia in tv  che al cinema. Se dovesse tentare un ruolo drammatico con quale regista le piacerebbe lavorare?

Non sento il bisogno di cambiare genere: la mia ambizione è sempre stata quella di fare trasmissioni comiche. Se capitasse poi il ruolo drammatico, perchè no? Il tal caso mi piacerebbe lavorare con Pupi Avati o con Paolo Virzì.
 

E quale genere di trasmissione o di fiction invece non vorrebbe mai fare?

Penso solo che non mi piacerebbe fare nulla di scontato. Non mi piace tutto ciò che è “già visto” e sono sempre in cerca di un lavoro che abbia la capacità di meravigliare. 

 

(Nicoletta Fusè)