Nella puntata di ieri, domenica 3 marzo, del talk show Che tempo che fa andato in onda su di Rai Tre e condotto da Fabio Fazio, il primo ospite è Marco Alemanno, la persona che più di tutti è stato vicino a Lucio Dalla nei suoi ultimi dieci anni di vita. Alemanno è stato invitato per parlare del proprio libro intitolato Dalla luce alla notte, nel quale racconta Lucio Dalla a 360 gradi. Marco Alemanno rimarca come Dalla non sia stato soltanto il proprio compagno, ma anche il proprio migliore amico, un maestro, un collaboratore con il quale ha scritto tantissimi testi di canzoni famosissime. A tal proposito rimarca come lappellativo di compagno non gli stia bene, poiché lo stesso Lucio Dalla non lo aveva mai presentato ad amici e conoscenti con tale appellativo e per questo sottolinea come sia giusto continuare lungo questa strada. Si parla quindi del modo di essere di Lucio, un grandissimo talento che amava moltissimo dedicarsi a tantissime cose, come ad esempio il cinema, il teatro e tanto altro. Marco Alemanno parla di come ha conosciuto il celebre cantautore: era il 2003 e stava passeggiando per le strade di Bologna insieme a unamica quando hanno intravisto la sagoma di Dalla. Si sono avvicinati a lui e, soprattutto, lei ha incominciato a chiedere una foto e un autografo. Marco, però, ricorda come lui ebbe un atteggiamento radicalmente differente da quello che solitamente hanno le star, soprattutto dopo che ebbe modo di sapere che loro venivano dalla lontana Puglia. Da quel momento è nata un collaborazione e un rapporto straordinario che soltanto un tragico fatto ha potuto spezzare. Poi ricorda di come Luico Dalla avesse profondo rispetto e probabilmente terrore del maestro Roberto Roversi, nonostante portassero avanti una collaborazione artistica da quasi 40 anni. Inoltre, rimarca come lo stesso Dalla fosse consapevole di essere un grande bugiardo, tantè che sovente diceva che nella classifica dei più bugiardi al primo posto cera Federico Fellini, quindi lui e soltanto terzo Pinocchio.



Marco Alemanno racconta di come lispirazione per nuove canzoni veniva in maniera inaspettata e in qualsiasi momento della giornata, perfino in bagno dove prendeva appunti addirittura sul pacchetto di sigarette. Dalla era anche un uomo che spesso durante il giorno aveva momenti di grande stanchezza che per essere superati richiedevano anche piccoli momenti in cui doveva riposarsi mentre invece amava tantissimo la notte. Poi parla di una sorta di mania del cantautore, che a partire dai primi giorni dei mesi di novembre fino agli ultimi di gennaio si immergeva completamente nel clima natalizio e, soprattutto, in casa faceva tre o quattro alberi di Natale e presepi. Lultima chicca riguarda la foto che cè sulla copertina del libro ed è quella che gli ha scattato Marco nel tramonto che avrebbe portato a quella che poi divenne la sua ultima notte.



Lospite successivo è la cantante Malika Ayane che canta il pezzo con cui ha partecipato a Sanremo presentando il suo ultimo cd, uscito nella cosiddetta Sanremo Edition, che riporta i due pezzi presentati al Festival più quello di Sanremo Story (Cosa hai messo nel caffè). Lospite successivo è il regista Pupi Avati che viene in trasmissione per presentare il proprio libro intitolato La grande invenzione, che è unautobiografia. Pupi Avati sottolinea come ci sia uno stretto rapporto tra il cinema e la scrittura, che è senza dubbio larte più creativa che esista e che è sempre alla base di un film. Poi ricorda come la madre dicesse di lui di essere un buono, ma troppo bugiardo. Si parla di quella che è stata la sua formazione artistica avvenuta allinterno della propria famiglia che è stata  unimportante fonte di ispirazione grazie alle tante situazioni che si venivano a creare. Racconta di come la foto a cui tiene di più e che meglio lo rappresenta è quella di quando aveva 14 anni con pantaloncini corti e nello stesso tempo ricorda di come abbia avuto e ha tuttora un profondo amore per il Jazz. Infine, racconta di una sua zia di nome Amabile, che praticamente era colei che vestiva i morti e di una forma di adulterio piuttosto comune che si ha con uno scambio di sguardi tra persone, per esempio seduti a ristorante.



L’ultimo ospite della puntata, oltre a Luciana Littizzetto, è il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani (in ultima pagina il video del suo intervento). Bersani ammette che il risultato ottenuto è stato al di sotto delle aspettative, ma nello stesso tempo non si sottrae dalla responsabilità di dover garantire un Governo al Paese, in quanto la sua coalizione può contare sulla maggioranza alla Camera. Responsabilità che, ricorda, hanno anche gli altri partiti. Lui crede che alla base del risultato ci sia il grande disagio sociale e il fatto che il Pd è stato identificato come corresponsabile di questa situazione, nonostante sia stato all’opposizione per 8 degli ultimi 11 anni e con un anno di Governo tecnico che probabilmente non ha fatto bene al Pd. Poi presenta gli otto punti con cui chiede la fiducia: legge anticorruzione, regolazione del conflitto di interessi, abbattimento costi della politica, interventi di sostegno alle fasce sociali in maggiore difficoltà, green economy, diritti dei cittadini, pagamenti dei debiti dello Stato nei confronti delle aziende, ecc. Poi invita Grillo a dire cosa vuole fare, di prendersi le sue responsabilità e di non fare l’uomo mascherato. Infine, dice che il suo Governo sarebbe costituito da tantissime facce nuove anche esterne, ma sicuramente molto competenti.

Il consueto intervento della Littizzetto è molto improntato sui temi politici, mostrando tutto il suo stupore perché sono stati rieletti anche in regione Lombardia persone che ne hanno commesse di tutti i colori chiedendosi cosa si debba fare di male per non essere votati. Battuta anche sul Papa, in particolare sulla fatto che entro il 17 marzo si spera possa essere “intronato il Papa”. Poi vuole rispondere al politico tedesco che ha detto che in Italia sono stati eletti due clown, evidenziando come invece in Germania la Merkel sia la donna cannone. Battuta anche sul caso della polpette Ikea con carne di cavallo, mentre dedica gli ultimi quattro minuti per parlare della sentenza Thyssen e di come la stampa abbia attaccato i parenti delle vittime per aver sfogato la propria rabbia con urla. La Littizzetto si mette al fianco dei parenti in quanto è la loro reazione, dice, al dolore.