La 7 e La 7d passeranno da Telecom Italia Media a Cairo Communication. Urbano Cairo si porta così a casa il terzo polo televisivo italiano, tra laltro con un apparente guadagno: pagherà un milione di euro e la società gli arriverà in mano con un patrimonio netto di almeno 138 milioni. Ma cosa se ne farà il Presidente del Torino dei due canali televisivi? Sicuramente riuscirà a non vedere andar perduto il contratto di concessione pubblicitaria (che pare abbastanza cospicuo) che ha con lex Telemontecarlo. Ma non sarà di certo facile riuscire a non registrare perdite in un settore come quello dei media. Di certo La 7 è un canale in crescita, che negli ultimi anni ha visto arrivare tra le sue fila dei veri cavalli di razza della tv ex Mediaset e Rai (solo per citare alcuni: Michele Santoro, Enrico Mentana, Lilli Gruber, Gad Lerner, Daria Bignardi, Luca Telese e Maurizio Crozza), ma allauditel non riesce, se non in rari casi (vedasi la presenza di Silvio Berlusconi a Servizio pubblico), a scrollarsi dal settimo e ultimo posto dei canali generalisti. Cè poi da dire che il piatto ghiotto del menù (ovvero i multiplex del digitale terrestre) se lè tenuto Telecom Italia Media, assieme alla quota in Mtv. Secondo alcune voci, dietro a Cairo ci sarebbe quindi qualcun altro, interessato ad avere unemittente televisiva e pronto a investirci (magari acquisendo poi le frequenze televisive dal quasi ex proprietario di La 7) e quindi a rilevarla dallex dirigente Fininvest.
In questo senso i nomi che circolano sono diversi. 1) Carlo De Benedetti. Il patron di Repubblica potrebbe sbarcare anche in tv, tanto più che la scuderia di La 7 è sulla stessa lunghezza donda della linea editoriale del suo giornale (ovvero anti-berlusconiana). Il tutto potrebbe avvenire anche grazie al risarcimento che Fininvest deve versargli a seguito della sentenza sul Lodo Mondadori (e con quei soldi potrebbe anche convincere Telecom Italia Media a cedere i multiplex). 2) Il gruppo De Agostini. già attivo nel mondo televisivo con alcuni canali tematici dedicati ai bambini, ai ragazzi e alla scienza (il più conosciuto è senzaltro Super!). Si è anche avventurato oltre confine (con risultati non proprio brillanti lanno scorso), in Spagna per la precisione, con la rete Antena 3 (in cui è confluita anche La Sexta). 3) Rupert Murdoch. Il patron di Sky nelle trasmissioni in chiaro conta solo su Cielo, ma potrebbe decidere anche di espandersi, più che altro se volesse dare fastidio al suo acerrimo nemico delletere Berlusconi. Ma al tycoon converrebbe davvero sconfinare oltre il satellite dove è monopolista? 4) Una società araba, magari legata in qualche modo a Tarek Ben Ammar. Francamente, però, sembra unipotesi molto remota, date anche le dichiarazioni che il finanziare tunisino ha rilasciato negli ultimi mesi a proposito delle tv di Telecom Italia Media.
Queste al momento le ipotesi, sempre che Cairo, un po’ come fece con l’acquisto del Torino, non voglia lanciarsi davvero in un “affare spericolato”, senza passare di mano quella che lui stesso ha definito ieri una “patata bollente”.
P.S.: Non bisogna dimenticare che Cairo è stato preferito al fondo Clessidra, che sembrava pronto a presentare un’offerta migliore in tandem con Diego Della Valle. Ma il patron di Tod’s, che già mira al salotto del Corriere, rinuncerà anche alla possibilità di avere una televisione (che tra l’altro fu di Cecchi Gori come la Fiorentina)?
P.P.S.S.: Quanto alla possibilità che venga inserita nella cessione una clausola per cui Cairo non potrebbe vendere La 7 per due anni, va detto che la posizione finanziaria netta garantita dall’accordo (almeno 88 milioni di euro) sembra poter permettere a Cairo Communication di uscirne alla fine più o meno “alla pari” (se poi Cairo dovesse vendere non a titolo gratuito potrebbe anche riuscire a guadagnarci).