In vista della fine del processo di Avetrana e della lettura della sentenza, Federica Sciarelli a Chi l’ha visto?, nella puntata del 6 marzo, ha intervistato Claudio Scazzi, il fratello della piccola Sarah, brutalmente strangolata nell’agosto del 2010. Il ragazzo ha risposto alle domande della conduttrice che ha sottolineato come loro invano abbiano cercato di intervistare Michele Misseri, che ha invece risposto lanciando secchiate d’acqua ai giornalisti della trasmissione. Per lui sono stati chiesti dal Pm nove anni di reclusione per l’occultamento del corpo della bambina, mentre per Cosima e Sabrina addirittura l’ergastolo. Come si concluderà la vicenda che ha inorridito milioni di italiani negli ultimi anni? Un’altra brutta notizia per una tristissima pagina della nostra Italia è quella della distruzione della Città della scienza a Napoli che non lascia indifferenti neanche gli autori di Chi l’ha visto? impegnati a lanciare un appello a chiunque abbia visto qualcosa nei paraggi, considerando la natura dolosa dell’incendio. Consueto spazio dedicato alla scomparsa di Roberta Ragusa per la quale le ricerche continuano e sono stati repertati nuovi capi di abbigliamento del marito da analizzare (nuovi elementi che si aggiungono alla lista della spesa scritta con due penne diverse ritrovata qualche settimana fa in casa della donna). stato nel frattempo ritrovato un altro femore nelle acque di Calafuria e si attendono le analisi dei medici.



Scomparsa anche Larisa Iudina per la quale però è stato aperto un fascicolo di sequestro di persona. La donna russa è scomparsa nel nulla, dopo aver ricevuto una telefonata e aver lasciato il suo telefono su una scalinata di un quartiere di Genova dove era solita prendere l’autobus per andare al lavoro. La giovane e ingenua ragazza faceva spesso conoscenze su internet nelle chat e si era da poco lasciata con un ragazzo di dieci anni più giovane di lei, quindi per ora le ricerche si indirizzano sull’incontro sfortunato con uno sconosciuto. Ancora una volta si cerca di aggiungere un tassello all’uccisione della ragazzina di Brembate, Yara Gambirasio, per la quale le indagini si sono ufficialmente chiuse. Importante analisi da parte dei giornalisti della trasmissione su tutti i casi di omicidi avvenuti nella stessa zona e nello stesso periodo della morte di Yara, con la chiara intenzione di mettere in evidenza come vengono superficialmente condotte le indagini dalla stessa procura. In studio l’avvocato della famiglia di Eddy Castillo, il ragazzino ucciso fuori dalla discoteca “Sabbie Mobili”, trovato nello stesso famigerato campo di Chignolo d’Isola. Particolare non da poco spunta fuori parlando con la madre, che racconta come il figlio sia stato picchiato da alcuni ragazzi dopo avergli dato un passaggio su una macchina rossa. Macchina rossa che ricordiamo, fu citata dal primo testimone della scomparsa di Yara, il vicino di casa Tirone, che l’aveva vista ferma nella stradina di casa con le quattro frecce accese proprio quella famosa sera, mentre due uomini parlavano con la piccola. Due strane coincidenze che quindi collegano le storie di Eddy e Yara. Circa un mese prima anche un’altra donna, Sarbjit Kaur, era stata ritrovata morta lungo il fiume Serio a Cologno e il suo caso è stato frettolosamente archiviato come suicidio.



Era il 26 settembre 2010, quando in una pineta di Pizzo Calabro fu ritrovata un auto bruciata con all’interno il corpo carbonizzato di un uomo, Nicola Colloca, infermiere di 49 anni. La morte viene archiviata come suicidio, ma il padre non ci crede. L’uomo era uscito da casa un paio di giorni prima e la moglie non ne aveva denunciato la scomparsa perché c’era stato poco prima un litigio a causa della sua convinzione che il marito la tradisse, con tanto di incontro chiarificatore con l’amante. Proprio dopo la discussione l’uomo si era allontanato da casa con la macchina della moglie, e grazie alla presenza sull’auto di un meccanismo antifurto satellitare è stato ricostruito il suo tragitto fino alla pineta nella quale poi è stato ritrovato. Dall’analisi del percorso è stato messo in evidenza un particolare insolito: l’auto si è fermata circa una quindicina di volte per brevi intervalli di uno-due minuti, come se stesse seguendo qualcuno o ci fosse qualcuno all’interno a litigare. La telecamera di sicurezza di una villa ha ripreso il suo passaggio e il padre dell’uomo ha chiesto analisi più sofisticate per riuscire a estrapolare dalle immagini la presenza dell’uomo o anche di un’altra persona nell’abitacolo.



Ciao Daniele, scattace ‘na foto dall’alto“: questo il messaggio che la curva giallorossa ha dedicato al famoso fotografo dei vip, Daniele Lo Presti, trovato morto sul lungotevere sotto Ponte Testaccio. L’uomo aveva appuntamento lì con un collega per fare jogging, quando è stato trovato accasciato a terra proprio sulla pista ciclabile lungo la sponda del Tevere. Inizialmente si è pensato a un malore, solo in seguito all’autopsia si è scoperta la presenza di un proiettile conficcato nella testa dietro l’orecchio sinistro. Chi ha freddato uno dei paparazzi più famosi d’Italia? Gli amici ne parlano benissimo e per ora non sembra esserci una pista precisa, ma si sta scandagliando a fondo la vita dell’uomo. Non sembra esserci nessun implicazione mafiosa tranne una relazione con la donna di un boss con cui, secondo un’ipotesi, avrebbe dovuto scappare nei giorni successivi alla sua morte. Non si esclude anche il colpo partito accidentalmente o casualmente da un cecchino. Certo è che una vicina di casa lo aveva sentito litigare al telefono proprio qualche istante prima che uscisse. Parlava con l’assassino? Per ora le indagini proseguono e chiunque abbia visto qualcosa in zona quel giorno, potrebbe essere utile.