Domina la classifica de I migliori anni: arrivato primo nella quinta puntata con il successo di Baglioni Cinque Giorni, e ancora primo nella puntata del 2 marzo scorso con il suo omaggio a Lucio Dalla, quando ha cantato Anna e Marco, Marco Masini con la sua voce appassionata ha ottenuto i favori del televoto. In attesa di scoprire cosa succederà nella puntata di oggi, sappiamo già che gli ospiti in studio saranno Raoul Bova, Gigi D’Alessio, Pippo Baudo e Nick Kershaw, il cantante di I wont let the sun go down on me. Masini affronterà la gara Canzonissima con il successo di Raf Cosa resterà degli anni ’80 e anticiperà l’uscita del prossimo album regalando al pubblico de I migliori anni un suo inedito live. Ecco cosa ci racconta a proposito dei successi passati, dei lavori presenti, e soprattutto degli impegni futuri.



Ne I migliori anni portate in gara canzoni famose della discografia italiana, e non solo. Come avete scelto i pezzi da eseguire in trasmissione? E quali ti piacerebbe portare?

Quelli che volevo fare sono quelli che ho portato in trasmissione. Ognuno di noi ha cercato dei pezzi che si adattassero alla sua voce, che gli permettessero la migliore interpretazione. Poi ci siamo confrontati con gli autori sulle scelte fatte, ma la decisione finale è stata nostra. Sono molto soddisfatto dei pezzi con i quali mi sono esibito.



C’è stato un pezzo eseguito dai tuoi colleghi in trasmissione che ti ha particolarmente emozionato e per il quale hai fatto il tifo? 

Io personalmente faccio il tifo solo per la Fiorentina! Scherzi a parte, sono tutti colleghi bravissimi, dei grandi professionisti e ciascuno di loro è riuscito a emozionarmi. 

Secondo te, quali sono stati davvero i migliori anni per la musica italiana?

Io credo che gli anni ’70-’80 abbiano dato tantissimo, e anche gli anni ’90. Poi andando avanti penso che la musica sia molto cambiata, è stata data sempre più attenzione alle sonorità, e un po’ meno ai testi. In effetti il cantautorato sta un po’ sparendo, e dai talent show emergono molti artisti che sono dei fenomeni ma che rischiano anche di sparire in fretta…. 



A proposito dei  talent show, pensi che diano davvero la possibilità ai giovani di emergere? 

Questi programmi credo diano una reale possibilità di emergere. Tutto sta poi al talento del giovane e al produttore che lo segue, che gli deve dare l’impronta vincente. Perchè è troppo facile fare una bella canzone, bisogna avere anche dei contenuti perchè la musica è comunicazione non è solo talento. Puoi essere meno bravo o meno bello di altri, magari anche un po’ stonato, ma devi avere qualcosa di importante da dire.

Ci sono cantanti usciti dai talent che ti hanno particolarmente colpito?

Di questi giovani mi sono piaciute molto Alessandra Amoroso e Noemi, credo siano quelle che sono riuscite a imporsi nel modo più convincente.

Dalle tue partecipazioni al Festival di Sanremo, al Festivalbar, quale momento della tua carriera ricordi con maggiore affetto?

Le cose che mi sono rimaste più impresse sono sempre stati gli sguardi e gli abbracci dei ragazzi che mi seguono. Credo che il pubblico sia il protagonista principale della mia musica. Ad esempio, ricordo l’incontro con una ragazza, 15 o forse 20 anni fa, che ho rincontrato in questi giorni e mi ha fatto vedere che sua figlia che ha 3 anni e canta le mie canzoni. Gesti come questo sono dimostrazione di un grandissimo amore nei miei confronti.

Stai lavorando a un nuovo album?

Ieri è uscito in anteprima su Radio Italia un nuovo pezzo, che si intitola Io ti volevo. Insieme a Aspettami qui, è uno dei due inediti del mio nuovo album, Niente di importante, che raccoglie 15 brani in tutto. Oltre ai due inediti si tratta di canzoni che riassumono i miei 23 anni di carriera, da Disperato fino all’ultimo album, eseguite al pianoforte in versione acustica, con la presenza discreta di un quartetto d’archi o di un Hammond. Ma principalmente si tratta di piano e voce. 
 

Com’è il tuo rapporto con le esibizioni dal vivo?

Intanto preannuncio che il 15 aprile debuttiamo al Brancaccio di Roma, piano e voce dal vivo, poi seguiranno le date di Torino il 20 aprile, e poi Milano, Napoli…insomma faremo un tour tutto italiano. Io amo molto esibirmi dal vivo, è forse il momento più bello per chi fa il mio mestiere. Non che non ami andare in studio a registrare, ma sicuramente dal vivo c’è un contatto diretto con pubblico e quindi l’emozione è ancora più grande.

 

(Nicoletta Fusè)