Tric-trac, botti, bunga-bunga. Una valanga che ha travolto tutto e tutti. Uno sfacelo che fa porre la domanda: chi ha ancora a cuore la “cosa pubblica”? Una canzone celeberrima, in sottofondo: “Dove sta Zazà”? Una disperata ricerca per ridare a Cesare quello che è di Cesare e non solo a lui, ma anche alla moglie. Così ha sostenuto Michele Santoro nella copertina di Servizio Pubblico di ieri sera, giovedì 11 aprile. Tornano a galla le trascorse vicende nazional popolari di Berlusconi. Riemergono storie di silenzi comprati a peso doro. Troppa omertà sembra resistere attorno a un personaggio che riscuote ancora un forte consenso. Per questo, linformazione, per essere libera e sopra le parti, ha il dovere di fare luce laddove un velo scabroso vorrebbe andare a nascondere magagne vecchie di anni per favorire un ritorno del leader Pdl sulla ribalta della scena. E chi sarà mai Zazà? Il nome del futuro Presidente della Repubblica? La speranza generale vorrebbe un nome autorevole, ma prima di tutto credibile. Una persona che potrebbe appartenere al centro-destra così come al centro-sinistra. Limportante è che sappia garantire quella trasparenza e quellonestà indispensabili per andare a ricostruire il futuro del nostro paese. Tragedie umane, drammi sociali che si consumano con ritmo quotidiano. Questo è il ritratto di una nazione che sta sprofondando quotidianamente nell’indigenza. Quanto successo a Civitanova Marche non racconta nulla di nuovo. Non aggiunge niente alla disperazione che sta assalendo milioni di cittadini che hanno sempre lavorato con impegno e decoro. Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, si dice stupita di fronte a tanta povertà, mentre la gente comincia ad accusare le vergognose lungaggini che stanno incancrenendo la politica dalle elezioni di febbraio a questa parte.Massimo Cacciari, in collegamento da Venezia, ha commentato quanto accaduto allinterno del Pd dopo lincontro avvenuto tra Massimo DAlema e Matteo Renzi. Da parte sua pensa che lesclusione del Sindaco di Firenze dal numero dei grandi elettori che dovranno designare il nome del candidato presidente della Repubblica sia da considerare un fatto secondario. Il problema rimane la prospettiva di un governo Pd-Pdl, opzione che, potrebbe decretare lo sfascio del Pd con la conseguente “risurrezione” di Silvio Berlusconi. Uno sfascio totale, data linterruzione di alleanze, come quella con Vendola, necessarie per garantire un minimo di supremazia percentuale e possibile governabilità.Lintervista allimprenditore Diego Della Valle, non ha fatto altro che appesantire i toni della situazione descritta fino a questo momento. Quando chi per anni si è dedicato allo sviluppo dei propri progetti dando lavoro a centinaia di persone arriva a dire di ritrovarsi smarrito e di non sapere come guardare al futuro suo, dei figli, e di tutte quelle persone per le quali si sente responsabile, non comunica altro che la gravità del momento e lurgenza di una soluzione. Per questo dubita fortemente di una classe politica che da trentanni replica le stesse cose illudendo gli elettori in merito alla propria competenza mentre sarebbe giunta l’occasione di ascoltare dove la protesta sta indirizzando la propria voce. Questo potrà avvenire solo con una soluzione di tipo presidenzialistico, opzione sulla quale è ritornato Cacciari stesso riprendendo quanto affermato in altre puntate di Servizio Pubblico.Franco Battiato, ospite in studio, ha sottolineato, da parte sua, quanto le parole di Massimo Cacciari siano dettate da buonsenso e obiettività. Lo stesso ha affermato in merito allintervista a Della Valle, sostenendo lonestà e la sensibilità di un imprenditore che, in un mondo di totale irresponsabilità politica, dimostra attenzione e sensibilità, se non un chiaro senso di misericordia nei confronti della sofferenza che strangola lItalia e gli italiani. Le parole che il cantautore siciliano ha riservato alla classe politica sono dure. Lappellativo di “pappagalli” è risultato ancora delicato, anche se ne ha richiesto fermamente lesclusione definitiva da ogni futura legislazione in nome di una fame di democrazia e giustizia da soddisfare con le riforme e gli interventi necessari. Interessanti sono stati i risultati di un sondaggio realizzato per Servizio Pubblico su chi vorrebbero, gli italiani, come prossimo Presidente della Repubblica. Il sistema di rilevazione adottato si è basato non su una rosa di nomi tra i quali scegliere, ma su dichiarazioni spontanee. Tra i politici, il nome che emerge con una larga maggioranza di preferenze è quello di Emma Bonino che distacca notevolmente personalità quali quella del professore Romano Prodi e del giurista Gustavo Zagrebelsky. Tra i non addetti ai lavori, invece, Dario Fo sbanca le attese dimostrando come un uomo di cultura e spettacolo come lui, possa incarnare le aspettative di cambiamento di una nazione intera. Un chiaro omaggio a Grillo, grillini e urlatori vari.L’intervento di Marco Travaglio sul tormentone del “toto presidente”, ha messo in evidenza con sarcasmo e ironia quanto si muove negli ambienti della politica. Nomi, mancanze e inadeguatezze, futuro futuribile. Fughe e ritorni di fiamma. Un panorama preoccupante, malgrado il salace brio e la puntualità giornalistica.
Sandro Ruotolo ha intervistato Francesco Chiesa Soprani, ex agente di Noemi Letizia, ha raccontato di come Berlusconi non fosse affatto amico del padre della ragazza che ebbe un rapporto con il Cavaliere quando ancora era minorenne: “Noemi mi disse di come conobbe il premier e mi spiegò che quando era minorenne, a Roma, ci fu un rapporto consenziente”. L’agente televisivo ha anche parlato di un episodio riguardante Ruby: “Le spiegai che facevo l’agente televisivo e Ruby mi disse: ‘guardi che qua io ho già Lele Mora, Emilio Fede e Silvio Berlusconi che si stanno occupando di me, siccome sono minorenne’ e quindi Berlusconi sapeva che era minorenne”. Di seguito il video dell’intervista a Francesco Chiesa Soprani.Marianna Madia, parlamentare Pd, è ritornata sulle questioni relative allo stallo che ha investito la politica italiana, situazione che altro non ha fatto che prorogare la legittimazione del governo Monti, ormai privo di un sostegno di maggioranza a scapito di tutta una serie di possibilità che rischiano di non trovare voce e studio approfittando di parlamentari giovani e armati di buona volontà e voglia di lavorare anche se sono passati quaranta giorni dalle elezioni.