In un periodo storico caratterizzato da una crisi economica senza precedenti e da unItalia che come non mai chiede enormi sacrifici ai propri cittadini, le Iene (nella puntata di ieri, domenica 14 aprile) sono tornate a mostrare sprechi e privilegi a cui la solita casta parlamentare sembra non voler affatto rinunciare. In un Paese in cui il tasso di disoccupazione risulta in costante aumento e in cui migliaia di aziende si ritrovano oramai con lacqua alla gola, paradossalmente lo Stato non riesce a rimborsare i propri debiti maturati negli anni nei confronti delle imprese. E per questo che linviato del programma Filippo Roma si chiede: come mai, allora, i politici italiani che non vengono rieletti hanno diritto al cosiddetto assegno di solidarietà? Coloro che non rientrano in Parlamento, infatti, ricevono dopo breve tempo una cospicua cifra di fine mandato (pagata ovviamente con i soldi pubblici), una sorta di liquidazione esentasse che spetta a circa 600 ex onorevoli e che si va a sommare alle loro già ricche pensioni. Oltre al danno, inoltre, la beffa: mentre le imprese attendono anche anni per ricevere le somme di denaro che lo Stato italiano deve loro, questi assegni vengono consegnati dopo neanche un mese. Giusto per far capire lentità della solidarietà rivolta agli ex parlamentari, basti pensare che allex senatore Pdl Filippo Berselli andranno 278mila euro, 250mila a Gianfranco Fini, ex presidente della Camera non rieletto, e 217mila euro a Massimo DAlema. Filippo Roma si reca quindi dai diretti interessati per chiedere spiegazioni, tra cui Italo Bocchino, Giulia Bongiorno, Walter Veltroni e Francesco Rutelli: eppure nessuno di loro si dice disposto a priori rinunciare al denaro che a breve incasserà. Al più dicono che penseranno a come usare limporto.



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