Se il cibo normalmente unisce, in questa serie può decisamente anche dividere. Ha preso il via giovedì scorso la seconda attesa stagione di Benvenuti a tavola, la fortunata fiction targata Mediaset che torna a raccontare l’eterna rivalità tra Nord e Sud in un susseguirsi incalzante e divertente di alta cucina, amicizie, colpi bassi e scherzi più o meno graditi. Ai due angoli del ring (anzi della tavola), troviamo le due differenti cucine pronte a darsi battaglia: quella del milanese Carlo Conforti (Fabrizio Bentivoglio) e quella del cilentano d’adozione Paolo Perrone (Giorgio Tirabassi), rispettivamente ai fornelli del “Meneghino”, raffinato ristorante di tradizione, e del “Terrone”, semplice e salutista. In vista della seconda puntata, in onda questa sera su Canale 5 alle 21.10, ilsussidiario.net ha contattato il regista della fiction, Lucio Pellegrini.
Come è stato tornare sul set di Benvenuti a tavola?
Con i componenti del cast ci conoscevamo già molto bene, soprattutto con Giorgio Tirabassi e Fabrizio Bentivoglio. Come l’anno scorso, siamo riusciti a mantenere un alto livello di armonia dal primo all’ultimo giorno di riprese, cosa non sempre facile sul set di una fiction televisiva. Si sta insieme molto tempo e si lavora tante ore al giorno, quindi ogni tanto può essere complicato riuscire a mantenere un impeccabile livello di recitazione e divertimento. Essendoci riusciti, sono convinto che anche il prodotto finale ne abbia tratto vantaggio.
La prima puntata è stata una sorta di “passaggio di testimone”, con personaggi della prima serie che si sono allontanati e volti nuovi che invece sono arrivati. Cast a parte, quali cambiamenti dobbiamo aspettarci rispetto alla prima serie?
Dal punto di vista del racconto, le linee narrative relative ai personaggi non saranno legate principalmente al versante “sentimentale”, ma saranno indirizzate per lo più verso il mondo del lavoro, della concorrenza tra i due chef e tra i loro modi di intendere la vita e la cucina.
Quindi anche le storie dei ragazzi (che nella prima serie occupavano circa metà della trama rispetto alla battaglia tra i due cuochi) andranno in un certo senso in secondo piano?
Gli equilibri narrativi sono notevolmente cambiati e le storie dei ragazzi sono decisamente più contenute rispetto alla prima stagione. La differenza principale è proprio questa: nella seconda serie abbiamo deciso di dare maggiore spazio agli adulti, alle storie di cucina e alle infinite rivalità tra i due mondi culinari.
Quanto sarà accesa questa rivalità?
Il racconto sarà principalmente incentrato su queste piccole grandi “guerre” che i protagonisti principali porteranno avanti quotidianamente, ovviamente con l’attiva partecipazione dei componenti di entrambe le famiglie e dei vari personaggi che lavorano nei rispettivi ristoranti. Fin dalla prima puntata, inoltre, abbiamo visto i vari protagonisti fare i conti anche con la crisi economica.
Infatti nel primo appuntamento abbiamo visto il “Meneghino” dover far fronte ad alcuni problemi finanziari…
Abbiamo cercato di lavorare con maggiore realismo rispetto all’anno scorso, a cominciare dall’ambientazione che in questa seconda serie è molto più “vera”. Anche il racconto sarà molto più legato al reale, alla vita quotidiana e a tutte le sue problematiche, quindi sarà inevitabile dover affrontare aspetti come la crisi, le tante difficoltà di questo periodo storico e una gastronomia che sia moderna, ricercata, ma al tempo stesso accessibile.
Eppure i due chef sembrano essere per certi versi “amici”. Può quindi confermarci che i colpi bassi non mancheranno?
I nostri due protagonisti non saranno mai veramente amici. Si attraggono e si respingono in continuazione, anche perché rappresentano due modi totalmente opposti di intendere la cucina, di stare al mondo e di portare avanti le relazioni interpersonali. Diciamo che non bisognerà mai fidarsi troppo di entrambi e, volendo utilizzare un’espressione che tanto sentiamo pronunciare in questo periodo, possiamo dire che una “larga intesa” non sarà mai possibile. Anche quando la situazione sembrerà finalmente appianarsi, nuove rivalità riesploderanno all’improvviso.
Vedremo anche l’arrivo di qualche “terzo incomodo”?
La storia è ovviamente costruita sul rapporto tra i due personaggi principali, anche se non di rado il mondo esterno interverrà per metterli alla prova. I due chef sono rivali, ma allo steso tempo non possono vivere l’uno senza l’altro, tanto che nel momento in cui qualche “terzo incomodo” arriverà per sconvolgere il loro equilibrio, saranno addirittura costretti a unire le proprie forze, fino a che uno dei due riuscirà a dare all’altro un aiuto estremamente importante. Alla fine dei conti, però, basterà veramente poco per far terminare la quiete.
Ci può parlare del tributo fatto attraverso la serie al Parmigiano Reggiano, simbolo dei territori emiliani duramente colpiti dal terremoto dello scorso anno?
Ci sembrava giusto e doveroso rendere omaggio a questo prodotto e a questo territorio, in particolare attraverso questa serie incentrata sulla cucina e la gastronomia. Si è parlato molto del Parmigiano Reggiano e del disastro in Emilia nel periodo in cui è avvenuto, ma poi, come spesso accade, in tanti sembrano essersene dimenticati. Fin dalla prima puntata, quindi, abbiamo deciso di evidenziare l’importanza di consumare questo prodotto, una delle più grandi eccellenze gastronomiche italiane.
Dopo Benvenuti a tavola 2, a quali progetti lavorativi si dedicherà?
Tra non molto sarò impegnato alla scrittura di un progetto cinematografico per il prossimo anno, ma prima di tutto dobbiamo finire le riprese di questa serie, in particolare dell’ultima puntata che sarà ambientata a Instanbul.
Quindi l’ultimo episodio di Benvenuti a tavola 2 non è ancora stato girato?
Ancora no. Il racconto, per diversi motivi, ci porterà in Turchia, dove tra pochi giorni andremo con tutto il cast per girare l’ultima puntata. La rete ha deciso di mandare in onda il prodotto abbastanza presto, ma per il momento siamo ancora entro i tempi previsti. Non si preoccupi, il pubblico non resterà senza finale!
(Claudio Perlini)