Giovedì iniziano le votazioni per lelezione del nuovo Capo dello Stato. I candidati più gettonati alla successione di Giorgio Napolitano, secondo le previsioni dei maggiori commentatori politici, sono un listone che va, in rigoroso ordine alfabetico, da Giuliano Amato a Gustavo Zagrebelsky. Ma le cosiddette Quirinarie, il sondaggio online del Movimento 5 Stelle per la scelta del nome, hanno accelerato un po in tutta Italia una serie di iniziative dal basso per individuare la figura più adatta a insediarsi al Quirinale.
Orietta Berti, un Presidente navigato. La sua candidatura ha raccolto il 93% delle preferenze in un sondaggio effettuato sulle navi da crociera. Una volta eletta alla massima carica dello Stato, grazie alla sue indubbie qualità di personaggio molto scafato e grazie anche al suo robusto ancoraggio ai valori migliori della nostra tradizione, Orietta Berti potrebbe varare un governo non dalle semplici prospettive balneari, tuttaltro: il suo programma potrebbe condurre in porto limpegno di mantenere la rotta concordata con lUnione europea, nonché metterci nelle condizioni di uscire dalle secche della crisi, sulla scia di una notorietà riconosciuta da tutti come nazional-popolare e rassicurante. Il suo motto? Finché la barca va, lasciala andare!.
Giovanni Trapattoni, un Presidente a tutto campo. Dalla sua ci sono i 56 milioni di commissari tecnici che popolano il nostro Paese. Un uomo vincente, un freno sicuro alla crisi delle nostre istituzioni, arrivate ormai allultimo stadio. Il Giuàn di Cusano Milanino gode di tali e tanti riconoscimenti che da soli gli potrebbero già valere facilmente la massima carica dello Stato. Inoltre è ritenuto da molti analisti luomo giusto per dribblare il farraginoso iter legislativo che troppe volte blocca, alla stessa stregua di un roccioso stopper, il nostro sistema di promulgazione delle leggi: anziché entrare in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le leggi potrebbero essere pubblicate addirittura il giorno successivo sulla Gazzetta dello Sport, con annesse spiegazioni (ovviamente in puro stile Trap, Gialappas docet) dei singoli commi. Trapattoni porterebbe con sé una grande esperienza internazionale (potendosi avvalere di un vice-presidente del calibro di Marco Tardelli), godendo ancora della stima dellEuropa. E poi è sicuramente un italiano che saprebbe come mandarle a dire, qualora servisse, anche alla Germania di Angela Merkel e della Bundesbank. Il suo motto? Struuunz!!! Strunz ist zwei Jahre hier, hat gespielt zehn Spiel, ist immer verletzt!!!.
Ornella Muti, un Presidente di petto. Undici elettori uomini su dieci lhanno scelta senza esitazioni. Con il suo bel portamento, non deve più dimostrare a nessuno quanto possa essere sexy il volto dellItalia, anche nellintimità di un incontro a porte chiuse con i grandi leader europei. Grazie alle sue grazie e al suo appeal, è lei la candidata ideale per tentare unoperazione che oggi può apparire impossibile: rompere lodio e far scoccare lamore tra destra e sinistra, che si ritroverebbero così abbracciate, in una sorta di compromesso storico al silicone, sotto le sue ali (chiamiamole così!) protettrici e materne. Come può conseguire questo risultato? 1) con un calendario, anche fotografico, di fitti incontri con esponenti delle due parti, in assoluta par condicio; 2) con una lenzuolata: Bersani è già daccordo, perché ci vede una bella sventagliata di liberalizzazioni, ma anche Berlusconi ha dato la sua più ampia disponibilità, perché ci vede una bella sventagliata sotto le lenzuola, e basta. Il motto di Ornella Muti? Col seno di poi sistemerò lItalia!.
Piergiorgio Odifreddi, un Presidente che dà i numeri. Indicato dallex rettore dellUniversità Bocconi, Guido Tabellini, e votato a stragrande maggioranza dalle sue più accanite studentesse-fans, le cosiddette Tabelline, uno così, due o tre cose da dire ce le avrà sicuramente. Capace di fare quattro chiacchiere con chicchessia, non è tipo da battere la fiacca; piuttosto è sempre disposto a battere il cinque con coloro che, come lui, sanno andare repentinamente alla radice quadrata dei problemi. Narciso quanto basta, non disdegna se gli gridano Sei un grande! oppure, alla maniera di Cochi & Renato, Bravo: sette più!. E sicuramente nellotto dei candidati più accreditati. Ha recentemente affermato che, se eletto, lavorerebbe per moltiplicare il Pil e non per dividere la Nazione. Più o meno quello che ci serve. Il suo motto? Italia, non 6 1 0 !.
Valentino Rossi, un Presidente saldo in sella. Sempre sulla cresta dell’Honda, due occhi aGuzzi e il morale perennemente su di giri, il Dottore – che vanta un serbatoio di preferenze molto ampio – è prontissimo a scendere in pista. Potrebbe garantire velocemente la guarigione del paziente-Italia con poche, semplici manovre, al limite della spericolatezza, tipiche del personaggio: prima, una frenata allo spread per accelerare la crescita del Pil fino a superare addirittura la Germania senza neppure mettere la freccia, poi un ben assestato colpo di gas per il mercato del lavoro, unito a una conversione industriale frutto di mirati investimenti: investire sui giovani è importante tanto quanto investire coloro che intralciano il cammino del made in Italy. Il suo motto? “Moto, moto, moto!”.
Carlo Cracco, un Presidente con la ricetta giusta. Il tempo stringe, non c’è più trippa per gatti! L’indicazione dai poteri forti (d’Italia, ma soprattutto di taglia, fautori di una linea dura, di una dieta drastica che riporti il nostro Paese ai fasti di un tempo) è chiara: non rischiare assolutamente la figura dei polli da spennare sui mercati internazionali. Su un’ipotetica griglia di partenza con i nostri alleati europei (diciamolo forte: alleati, non compagni di merende!), Cracco saprebbe mettere tanta carne al fuoco tricolore, con idee nuove, anzi, nouvelle. La scelta di uno chef giusto diventa fondamentale al fine di non passare per un Paese bollito, né tantomeno fritto, una specie di hard discount a disposizione delle grandi multinazionali. Il suo motto? “Non siamo alla frutta!”.
Marcantonio Mastodontico, un Presidente di peso. Il nostro preferito. Indicato dall’A.B.C.D.E.F.G. (Aitanti Bodybuilders Culturisti Dirompenti Erculei Forzuti Grossetani), nato settimino, seppur di 23 chili, sotto il segno zodiacale del Bilanciere, dopo gli studi è emigrato all’estero: per anni ha fatto la controfigura, prima del Colosso di Rodi e poi di King Kong, nei numerosi film hollywoodiani del genere. Rientrato in Italia, è stato tra i fondatori della catena di supermercati “Il Gigante”, moltiplicando poi i suoi interessi nel campo del trasporto marittimo, lavorando con GNV (Grandi Navi Veloci), fino a scegliere di entrare in politica dalla porta principale (dalle altre, infatti, non riusciva a passare), accettando la sfida della corsa al Colle. Si considera un uomo di “altissimo profilo” (è alto 2 metri e 18), di “larghe intese” (una volta, semplicemente battendo un pugno sulla portiera di un pullman, ha placato un migliaio di tifosi – genoani e sampdoriani, laziali e romanisti, interisti e milanisti, juventini e torinisti – che si stavano azzuffando sul piazzale di un autogrill) e di “robusta Costituzione” (il suo, citatissimo, Articolo 1 della Carta recita così: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro in palestra”). Il suo motto? “Risolleverò la politica e l’economia!”.