Lo spettro del terrorismo si aggira per gli Stati Uniti. Dopo la notizia delle minacce nucleari avanzate dalla Corea del Nord, i tragici avvenimenti di Boston hanno riportato in primo piano la paura degli attacchi armati al Paese, diretti contro la popolazione innocente. E proprio in questo momento esce in Italia Attacco al potere, ultimo prodotto del cinema patriottico americano, diretto da Antoine Fuqua e centrato sul conflitto legato al programma nucleare della Corea del Nord. Nel film i cattivi sono gli estremisti nordcoreani, che mettono in atto un piano diabolicamente perfetto per radere al suolo la Casa Bianca e lintero apparato del potere che ruota intorno al Presidente.

Aaron Eckhart interpreta Benjamin Asher, il Capo di Stato americano che, dopo aver perso la moglie in un incidente, rimane solo con il figlio e con i membri dello staff. Tra loro cè Mike Banning (Gerard Butler), lex responsabile della sicurezza oppresso dai sensi di colpa per non essere riuscito a salvare la first lady. La tensione è subito alta: i terroristi assediano la Casa Bianca e uccidono tutti coloro che incontrano sul loro cammino. Tra fiumi di sangue e grida di orrore si scatena una vera e propria battaglia, in cui Banning si getta senza timore cercando di entrare nelledificio preso dassalto. Sopravvissuto alla strage, luomo scopre di essere rimasto lunico membro dei Servizi Segreti a presidiare la sede presidenziale e sfrutta la sua preparazione per combattere i nemici dallinterno.

Si mette in contatto con il vice presidente Trumbull (Morgan Freeman, sempre a suo agio nei ruoli ad alta tensione) e cerca il figlio di Asher, nascosto in un cunicolo segreto. Nel pieno rispetto delle regole dellaction movie, il film procede tra le minacce degli spietati invasori e la risposta eroica del Governo, che non si piega al ricatto. Resta solo il prode Banning a salvare il mondo, il proprio onore e anche il Presidente, battendo sul tempo i terroristi che intendono scatenare una guerra nucleare usando le armi degli Stati Uniti.

Gli amanti del thriller politico, legato allattualità e costruito secondo lo schema del film patriottico, potranno apprezzare il tentativo di Fuqua di trasformare la Casa Bianca – il simbolo stesso della nazione a stelle e a strisce – nel teatro di una tragedia moderna. I Nord Coreani sono rappresentati come alieni senzanima, macchine da guerra che demoliscono la residenza e mietono vite umane. Al di fuori dei cancelli, invece, lorgoglio nazionale infiamma gli animi, unendo i cittadini invitati a non perdere la speranza.

Il paradigma classico dell’attacco a sorpresa, seguito dal panico, dallo spaesamento e dall’eroica controffensiva, è rispettato alla lettera. Gerald Butler fa la sua bella figura mentre si muove tra le stanze devastate della Casa Bianca, in una lotta contro il tempo degna della serie Tv 24. La paura del terrorismo è giustificata, ma l’ostinata difesa dell’ideologia americana è così evidente nel film da risultare imbarazzante.

Non si prova nemmeno a mascherare il manicheismo imperante (da una parte i buoni eroici, dall’altra i cattivi spietati) con qualche elemento innovativo, o con una riflessione più profonda e complessa sulla situazione internazionale. No, qui tutto accade secondo lo schema dell’attacco esterno al cuore del Paese, sfruttando i fantasmi dell’11 settembre per ricordare al mondo che la guerra non è finita.

Tra scene caotiche, aforismi e un’escalation di tensione come vuole il genere, si rafforza la sensazione che il film faccia acqua da tutte le parti. Non emoziona e non offre spunti di riflessione sulla realtà. L’Olimpo crolla sullo schermo (il titolo originale è Olympus Has Fallen) insieme alle speranze del pubblico.