«A un invito di Milly Carlucci non si dice mai di no». Sembra proprio che Attilio Romita, giornalista e conduttore del Tg1, non abbia potuto che accettare di buon grado di partecipare alla trasmissione “Altrimenti ci arrabbiamo”, il nuovo talent show di Rai Uno. Per la terza puntata lo vedremo questa sera alle prese con le percussioni insieme ai Bungt Bangt & Friends, dopo che la settimana scorsa è stato “salvato” dal super ospite Michael Bublè. Il format del programma è semplice: dall’Auditorium Foro Italico le dieci coppie in gara, formate da un personaggio famoso e da un professore di età compresa tra i 10 e i 17 anni, si esibiranno nelle varie discipline scelte, come la break dance, il tip tap, la beatbox e la ginnastica artistica. Con Attilio Romita gareggiano Tania Caniotto, Pablo Espinosa, Simone Corrente, Gianfranco Vissani, Maria Grazia Cucinotta, Nino Frassica, Nicoletta Romanoff, Gabriele Rossi e Amadeus. Ilsussidiario.net ha intervistato il conduttore del Tg1.



Com’è stato il suo approccio con le percussioni?

Un approccio complicato, perché io non ho orecchio, sono stonato, non ho confidenza con alcuno strumento musicale, è stata una prima volta assoluta devo dire all’inizio un pochino imbarazzante, ma a furia di esercitarmi incomincio a capirne qualcosa dal punto di vista tecnico, mi sto molto divertendo.



Non è stato un inizio facile il suo, visto che alla prima puntata con Nino Frassica e Maria Grazia Cucinotta è stato rimandato. Come l’ha presa?

Questo non centra assolutamente nulla, perchè è stato promosso nella prima puntata Vissani che con il tip tap non aveva nessuna confidenza. Immagino che i giudizi della giuria non si riferiscono propriamente all’aspetto tecnico. Penso che tutti noi abbiamo capito che si tratta di un gioco, non c’è da ragionare su inizio difficile o meno, è un gioco al quale si partecipa per divertirsi, non pare che si possa prendere sul serio l’aspetto competitivo.



Come si trova con il gruppo musicale dei Bungt Bangt & Friends che la affianca?

Sono dei ragazzi fantastici, adorabili, c’è stata una gran simpatia dal primo momento, classici ragazzi del sud come lo sono io: mi sto trovando benissimo, credo che resteremo amici.

In quale altra disciplina le sarebbe piaciuto misurarsi?

Devo dire la verità: quella che hanno scelto per me era la più adatta, considerando che la mia professione è quella di giornalista, e peraltro ho la fortuna di essere anche conduttore del Tg1, non mi sembrava il caso di impegnarmi in cose troppo spinte dal punto di vista del varietà.

Com’è stato passare da compassato giornalista del Tg1 a scatenato percussionista?

Non sono passato affatto, sto giocando per quattro sabato, continuando a fare il giornalista regolarmente.

Cosa ne pensano i suoi colleghi del Tg1? Fanno il tifo per lei?

Tanti messaggi, due in particolare mi hanno fatto enorme piacere: quello di Vicenzo Mollica che mi riconosceva sobrietà, il giusto tono e un profilo apprezzabile, e quello di Francesco Giorgino, che mi ha scritto che ho avuto coraggio a mettermi in gioco su un fronte così diverso rispetto a quello abituale.

 

Degli altri concorrenti chi le sembra il più talentuoso?

Quello che secondo me si impegna di più ed è riuscito ad acquisire più facilmente di tutti la tecnica è Amadeus.

 

La scorsa settimana niente meno che Michael Bublè, super ospite della puntata, l’ha salvata dall’eliminazione dal programma…

 

Mi piace soprattutto la motivazione con la quale mi ha salvato perché ha detto che si vede che suono con il cuore. Questo mi ha fatto molto piacere, detto da una star internazionale del livello di Bublè.

 

La vostra è una trasmissione sui giovani talenti, che si misura con un’altra gara di giovani talenti, ovvero “Amici”. Cosa pensa di questo scontro? Cos’ha in più “Altrimenti ci arrabbiamo”?

Su questo dovrebbe è meglio sentire Milly, la quale peraltro ha già risposto dicendo che non c’è nessuno scontro. Quello di Rai Uno è un programma sperimentale, un test, nell’altro caso si tratta di una trasmissione multimilionaria, consolidata e strutturata. Non c’è da fare né confronti, né scontri.

 

Lei come giudica i talent show?

Divertenti, una buona occasione, è il segno dei tempi, oggi per diventare artisti di successo è quasi indispensabile passare da un talent show.

 

(Elena Pescucci)