Nuovo appuntamento settimanale con Maurizio Crozza, che con la sua satira entra nella profondità della politica italiana. Si comincia con la parodia di “In Treatment”, la serie televisiva sulla psicoterapia. La versione di Crozza è “In Troiaioment”, in cui il comico genovese veste i panni di Pier Luigi Bersani e di Sergio Castellitto, impegnati a parlare della situazione politica attuale e dell’elezione del Presidente della Repubblica. Bersani è confuso, preso tra Berlusconi e Grillo, indeciso tra Marini, Prodi e Rodotà. “Mi dispiace ma il tempo è scaduto”, gli dice lo psicologo. “Ma è la stessa cosa che mi ha detto Renzi!”, ribadisce il segretario (ormai ex) del PD. Si passa poi al monologo sull’attualità politica, incentrato sulle vicende sempre più incalzanti dovute alla difficoltà di eleggere il nuovo Capo dello Stato. A Crozza sembra di vivere in un vero e proprio Paese delle Meraviglie, in cui oltre al cappellaio matto è presente anche il segretario matto: Bersani, appunto. Il segretario del Partito Democratico, dopo mesi passati a negare alleanze con il PdL, si mostra sorridente in fotografia mentre abbraccia Alfano. “Guardateli – dice il comico genovese – uno è il pupillo di Berlusconi, l’altro è il segretario del PdL!” Bersani aveva in mente tre mosse politiche, subito dopo le elezioni di febbraio: fare il governo con Grillo, fare il Presidente della Repubblica con Berlusconi e fare una figura di merda con tutto il paese. “Almeno uno degli obiettivi l’ha centrato, uno su tre è un buon risultato! Adesso però il popolo della sinistra è diviso: da una parte chi disprezza Bersani, dall’altra parte c’è Bersani!”. Il monologo passa poi su Franco Marini, il primo candidato al Quirinale bocciato durante la votazione del giorno precedente. Crozza è perplesso: “Il PD ha proposto un nome al PdL, il PdL l’ha votato e il PD no! Ma allora cambiate nome, no?”. Per il comico genovese la candidatura di Marini era assurda, perché non l’hanno votato neppure in Abruzzo durante le primarie dei parlamentari. Candidarlo come Capo dello Stato, a suo dire, equivarrebbe ad andare all’ippodromo e puntare tutto sul cavallo di cui ti sei appena mangiato la bistecca al ristorante.Si passa poi a Prodi, secondo candidato del PD bruciato dallo stesso PD. “Ma non preoccupatevi, è autocombustione!”, dice. Grillo, invece, continua a insistere con Rodotà, che potrebbe spalancare le porte per un governo con il Partito Democratico. Il PD, però, non vuole ancora votarlo. “Perchè il PD non si fida di Rodotà? – si chiede Crozza – Eppure è un esponente del PCI e del PDS, che doveva fare di più nella sua carriera politica? Fare da scudo umano a Togliatti nell’attentato del 1956?”. Lo spettacolo continua con l’imitazione di Giorgio Napolitano, l’ex Presidente della Repubblica impegnato nel trasloco dal Quirinale. Grillo ha dichiarato che perfino i corazzieri sono dalla sua parte, quindi Napolitano chiede ai suoi corazzieri una prova di fedeltà. Attraverso una scanzonata parodia di “Full Metal Jacket”, Napolitano li mette in riga per cercare i traditori grillini. Viene interrotto da una telefonata di Obama, che cerca il nuovo Presidente della Repubblica; Napolitano non sa cosa rispondere, quindi improvvisa un’imitazione di Prodi: “La situazione è tranquilla! Stay calmy, stay dormish!”. Poi telefona la Merkel, preoccupata per la situazione politica italiana, ma Napolitano imita Zagrebelsky per placarla. I corazzieri che si occupano del trasloco, però, rompono una specchiera, e Napolitano si preoccupa:”Specchio rotto, sette anni di guai! Come parte male questo settennato!”. Alla fine, sulle note di una canzone di Michael Jackson, Napolitano canta la fine del suo trasloco e l’inizio del meritato riposo in qualche località balneare.



A questo punto dello spettacolo, Crozza si dedica al secondo monologo della serata. Si parte con un’immagine del Louvre, il museo francese che guadagna più di tutti i musei italiani messi assieme. Eppure i suoi alti dirigenti sono tutti italiani, dai responsabili artistici ai direttori. Non solo i quadri dirigenti, ma anche i quadri appesi ai muri, come la Gioconda! E al secondo posto dei visitatori del Louvre ci sono proprio gli italiani. La Francia sa valorizzare i suoi beni culturali, a differenza dell’Italia. Crozza ci mostra le immagini della Reggia di Caserta. “Quando i Savoia arrivarono a Caserta videro i bidè e non sapevano neppure a cosa servissero – dice il comico genovese – ma li scambiarono per degli strani oggetti a forma di chitarra”. Oggi, invece, la Reggia di Caserta patisce delle condizioni di degrado, come dimostrano alcuni servizi passati al TG1; addirittura ci sono dei prelievi abusivi e furti d’acqua, che hanno prosciugato la stupenda cascata centrale.



Crozza mostra poi dei dati preoccupanti: “Siamo la settima potenza economica al mondo, la prima per presenza di beni culturali, ma investiamo soltanto l’1,1% del PIL in cultura. Siamo all’ultimo posto in Europa per spesa pubblica in cultura”. Secondo Crozza dovremmo invece vivere grazie al Made in Italy, apprezzato in tutto il mondo. Magari utilizzando l’Expo 2015 di Milano come trampolino di lancio. Ricollegandosi all’argomento, Crozza passa all’ormai consueta imitazione di Maroni e Bossi e delle loro disavventure nella Regione Lombardia. Bossi porta a Maroni le more coltivate dal Trota, che ha lasciato la politica ed è diventato un contadino. “Abbiamo perso un grande statista!”, piange Bossi. “La macroregione ha bisogno di macrocontadini!”, commenta Maroni. Il Trota si impegna, ma commette ancora degli errori per inesperienza: munge i carciofi, pianta i vitelli, coltiva degli innesti dal sapore strano. Bossi propone a Maroni una scissione:”Io mi faccio la mia Lega, tu ti fai la tua Lega: ci facciamo tante Leghe”.