Anche a Quarto Grado, nella puntata andata in onda ieri sera, si è tornato a parlare di quello che è ormai comunemente noto come l’omicidio di Garlasco, dopo che giovedì la Cassazione ha annullato la sentenza di primo e di secondo grado che scagionava per insufficienza di prove – Alberto Stasi dalle accusa di aver ucciso a coltellate, il 13 agosto del 2007, la fidanzata Chiara Poggi. Il processo a carico dell’ex bocconiano si è dunque riaperto, con la convinzione – da parte della magistratura che ha accolto le richieste della famiglia della vittima – che parecchi indizi ed analisi non siano stati approfonditi adeguatamente e che esistano elementi di illogicità nella ricostruzione. Il ragazzo, attualmente impiegato nello studio di un commercialista a Milano, non era presente in aula al momento della lettura e non erano presenti nemmeno i genitori di Chiara, che hanno saputo la bella notizia da una telefonata del loro avvocato. “Non molleremo mai, perché nostra figlia ha bisogno di verità” sono le parole dei coniugi Poggi, da sempre alla ricerca della ricostruzione dei fatti che portarono alla morte della 26enne e contenti per la riapertura della vicenda processuale durante la quale si sono spesso sentiti inascoltati. In studio, ospite di Salvo Sottile, c’era Paolo Reale, cugino di Chiara ed esperto informatico, che ha contribuito a trovare nella chiavetta della ragazza alcuni articoli sulla pedopornografia probabilmente cercati dalla stessa vittima, probabilmente insospettita dal comportamento del fidanzato che come hanno scoperto gli inquirenti analizzando il suo pc possedeva 17 frammenti di video pedopornografici, reato per il quale Stasi è stato condannato a 30 giorni di reclusione, pena commutata in un’ammenda pecuniaria di 2540 euro, e all’interdizione perpetua da qualunque incarico di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. Tra i dati analizzati da Quarto Grado che hanno reso controversa l’innocenza di Alberto, c’è anche la questione della camminata e delle sue scarpe che, consegnate ai carabinieri, non risultavano per niente sporche di sangue sotto la suola, circostanza considerata da molti impossibile visto che il sangue era tantissimo ed ancora fresco quando il ragazzo dice di essere entrato ed aver trovato la fidanzata morta. Nelle prossime puntate l’aggiornamento sugli ultimi sviluppi di questo caso che da quasi sei anni tiene la famiglia Poggi e l’Italia intera con il fiato sospeso.