Una puntata, quella di “Quarto Grado” andata in onda ieri sera su Rete 4, che ha visto intrecciarsi incessantemente i casi di cronaca nera che la trasmissione studia e analizza da tempo, e l’attuale panorama politico e i colpi di scena di questi giorni. Non solo l’attesa, dunque, per la sentenza, prevista per questo pomeriggio, del processo in merito alla morte della 15enne Sarah Scazzi, per la quale sono imputate la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano, ma anche l’attesa – nel campo istituzionale – per la travagliata elezione del Presidente della Repubblica. Salvo Sottile si è collegato infatti con il tribunale di Taranto che formulerà il verdetto sul caso Scazzi e con Montecitorio dove da poco si è conclusa la quarta votazione in cui Prodi non ha raggiunto il quorum, anzi ci sono stati ben 101 franchi tiratori che hanno tradito Bersani. Ma il conduttore riporta subito l’attenzione del pubblico sulla morte di Sarah, lanciando un’intervista esclusiva di Michele Misseri, che racconta nuovamente come avrebbe ucciso la nipote, aggiungendo anche nuovi particolari. Al servizio segue una lite in studio tra il giornalista Abbate e la psichiatra Meluzzi e tra Daniele Gallo, ex avvocato di Misseri, e l’avvocato Galoppa. Il battibecco che nasce è subito smorzato da Salvo Sottile che dà l’annuncio in diretta delle dimissioni di Pier Luigi Bersani da segretario del PD. La mossa di aver proposto come candidatura a Capo dello Stato due importanti figure della storia del suo partito, Marini e Prodi, non considerando l’opposizione delle altre forze politiche e dei cittadini, esponendoli così ad un fallimento, non ha giovato a Bersani, tradito dai suoi stessi compagni. Alla crisi del PD, seguono gli aggiornamenti sull’omicidio di Chiara Poggi, grazie alla presenza in studio del cugino di lei, l’esperto informatico Paolo Reale, che ha contribuito a trovare nella chiavetta della ragazza alcuni articoli sulla pedopornografia probabilmente cercati dalla stessa Chiara, vista la strana passione del fidanzato, per cui è stato anche condannato. La trasmissione chiude con il caso della morte di Yara Gambirasio, grazie all’intervista a una donna di 75 anni che alcuni pettegolezzi di paese indicano come madre del presunto killer della ragazzina, ma che si dice totalmente estranea alla vicenda.