La puntata di ieri, martedì 23 aprile, del talk show Ballarò condotta da Giovanni Floris sulle frequenze di Rai Tre, è incentrata non solo su quanto accaduto nello scorso weekend con il terremoto in casa del Partito Democratico, che di fatto ha portato alla rielezione al ruolo del Presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano, ma anche agli sviluppi che possono avere per la formazione del Governo le nuove rapide consultazioni eseguite nelle ultime 24 ore. A discutere in studio di questo e tanto altro ci sono la neoeletta Governatrice del Friuli Venezia Giulia del Pd Debora Serracchiani, lonorevole Nunzia De Girolamo del Popolo della Libertà, il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola, il presidente della RCS Libri Paolo Mieli, il filosofo Remo Bodei, il vice direttore del quotidiano Il Giornale Nicola Porro e il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli. Come consuetudine, la puntata ha inizio con la divertente e irriverente copertina curata dal comico genovese Maurizio Crozza (vi proponiamo il video in ultima pagina) che ovviamente prende spunto da quanto accaduto nel corso degli ultimi giorni e in particolare del fatto che tutti i Parlamentari presenti in Aula nonostante il discorso del neo rieletto Presidente Napolitano fosse un forte richiamo a quanto male avessero fatto in questi due mesi post voto, applaudissero in maniera convinta quasi a dire che la colpa fosse di altri. Battuta sul Partito democratico e nello specifico sul fatto che non appena il segretario Pierluigi Bersani ha rassegnato le dimissioni, il partito ha vinto le elezioni in Friuli Venezia Giulia con la Serracchiani.
La trasmissione inizia con un video che ripercorre tutte le vicende relative a quanto accaduto davanti a Montecitorio con le proteste di alcuni cittadini per la mancata elezione di Stefano Rodotà a Presidente della Repubblica. La prima a parlare è la Serracchiani che evidenzia come il comportamento tenuto dal proprio partito nellultima settima certamente non ha aiutato la sua elezione e per il futuro del Governo auspica che possa essere di scopo, per fare quelle tre-quattro cose assolutamente necessarie. Vendola è molto critico nei confronti del Partito Democratico partendo da quando nel novembre del 2011 non scelse la strada delle elezioni dando modo insieme a Monti di far apparire agli occhi degli italiani che Silvio Berlusconi e tutto il Popolo della Libertà fossero allopposizione. Insomma, per Vendola tutto il Centrosinistra è riuscito nellimpresa di non vincere una tornata elettorale nella quale sembrava cosa fatta conquistare facilmente il Governo. Mieli, parlando sempre del Pd, rimarca come sia praticamente esploso e come il suo più grande problema al proprio interno sia quello di avere scarsa lealtà, come del resto testimoniano gli oltre cento franchi tiratori che hanno affossato niente di meno che uno dei padri fondatori del partito come Romano Prodi.
Si passa quindi ad analizzare le possibile soluzioni per la nascita del Governo chiamato nei prossimi mesi a far fronte a tantissime impellenze. In particolare, si parla di un possibile incarico da dare al sindaco di Firenze Matteo Renzi, anche se il diretto interessato si è mostrato piuttosto cauto a tal proposito. Per la De Girolamo, in virtù, della situazione politica emersa dalle scorse elezioni e di quella economica in cui si trova il Paese, lunica soluzione possibile è quella di un Governo politico di larghe intese capace di trovare una convergenza in alcuni punti chiave. Il filosofo Bodei se la prende con il M5S reo di non essere venuto incontro alle richieste di Bersani per la formazione di un Governo e poi con la totale mancanza di etica dei 101 franchi tiratori che nellassemblea mattutina avevano alzato la mano al sostegno di Prodi per poi tradirlo trincerandosi nella segretezza del voto. Mentre Porro pone degli interrogativi su come sia possibile pensare che un Governo sostenuto da Pd e Pdl possa riuscire a trovare la quadratura del cerchio soprattutto nelle questioni economiche.
Viene quindi mostrato un cartello che fa notare come dal 2001 a oggi abbia governato per 8 anni Berlusconi, 2 Prodi e 1 Monti, mettendo un significativo punto interrogativo sulle effettive capacità di questo governo che sta nascendo di risolvere problemi che in passato non ha risolto. Basti pensare che dal 2001 a oggi il rapporto debito pubblico/Pil è salito dal 105% al 127%. Vendola torna a parlare delle colpe del Partito democratico bacchettando anche il M5S reo di credersi unentità superiore alle altre senza il ben che minimo interesse alla collaborazione. In studio ci sono una serie di botta e risposta soprattutto in merito alle colpe da una parte e dallaltra per la situazione che si è venuta a creare.
Poi viene mandato un servizio nel quale si parla della vittoria in Slovenia di un partito marcatamente populista con il commento di Bodei che ricorda come storicamente i momenti difficili da un punto di vista economico aiutino ad arrivare alla ribalta di questi fenomeni. Come consuetudine, la puntata si chiude con i sondaggi della Ipsos che oltre a evidenziare come gli italiani vedano in Renzi il futuro del Paese, fanno notare una forte caduta del Partito Democratico nelle intenzioni di voto. Il Pdl infatti sarebbe il primo partito con il 28,2% dei consensi, il Pd scenderebbe incredibilmente al 24,7% di poco avanti al M5S fermo al 24,1%. A seguire Con Monti per l’Italia all’8%, Sel 3,8%, Lega Nord 3,6% e così via dicendo. Di conseguenza il computo delle coalizioni vedrebbe quella del Centrodestra al 34,7%, quella del Centrosinistra al 29%, il M5S al 24,1% e il Centro all’8,9%.