Una storia a incastro, in cui la realtà e la fantasia si sovrappongono fino a confondersi: Nella casa parla di scrittura, di cinema, di amore e di illusioni per svelare quanto sia sottile il confine tra gli eventi e le parole che li descrivono. Ispirato alla commedia teatrale spagnola Il ragazzo dellultimo banco di Juan Mayorga, il film di François Ozon mette in scena il rapporto particolare che si instaura tra un professore e il suo allievo, rispecchiando il binomio intrinseco in ogni opera artistica.

Germain (Fabrice Luchini), insegnante di letteratura in un liceo francese, è stanco di correggere i temi degli allievi che scrivono in modo svogliato e banale. Mentre si lamenta con la moglie Jeanne (Kristin Scott Thomas), che gestisce una galleria darte, si imbatte in un componimento diverso da tutti: lautore è Claude, sedici anni, il ragazzo dellultima fila allo stesso tempo disadattato e geniale. Germain e Jeanne si perdono nella lettura del testo, scorrevole e ironico, nel quale Claude descrive la domenica passata a casa dellamico Rapha e dei suoi genitori borghesi.

Colpito dallacume dellalunno, Germain lo incoraggia a proseguire nella narrazione e si trova a seguire con ansia un racconto a puntate in cui Claude rivela a poco a poco i dettagli privati della famiglia del compagno. Una famiglia apparentemente perfetta in cui accadono dei fatti banali, che la penna di Claude riesce a rendere appassionanti. Rapha padre (si chiama come il figlio) è sempre teso per il lavoro e ossessionato dai cinesi; la madre Esther (Emmanuelle Seigner) è una bella casalinga annoiata con la passione per larredamento; Rapha figlio zoppica in matematica, gioca a basket e cerca lamicizia di Claude.

Da spettatore curioso, il narratore si trasforma in attore, insinuandosi nelle pieghe della vita domestica e svelandone i piccoli segreti. Mosso dallillusione di trovare un posto dentro la casa e nel cuore di chi vi abita, Claude si trova però incastrato in un sentimento che non aveva previsto. Si innamora di Esther, dolce e misteriosa ma anche indolente, una donna che si lascia trasportare dagli eventi e non riesce a dare forma ai suoi desideri.

Lungi dallessere perverso, lattaccamento di Claude nasce da una reale mancanza daffetto, dallassenza di punti di riferimento nella sua famiglia. In fondo i ragazzi non desiderano una vita vagabonda, hanno bisogno di sentirsi rassicurati e protetti. Invece lesistenza di Claude naviga tra realtà e fantasia, vuole scrivere ma per farlo deve provocare gli eventi e gestirne le conseguenze.

Il professore, inizialmente interessato solo a leggere e correggere la prosa, resta coinvolto nella storia e partecipa agli intrighi, arrivando a sbucare perfino nelle scene descritte dallallievo. E nel gioco narrativo si lascia trascinare anche la moglie, che rappresenta la lettrice ansiosa di sapere come continua il racconto. Senza cadute di ritmo, il film scivola in modo intelligente fino alla fine, quando Claude e Germain diventano complici nella loro solitudine, scrittore e lettore che hanno bisogno luno dellaltro per fare esistere la finzione.

Ozon gioca abilmente con il dramma e la commedia, alternando i toni brillanti a quelli più cupi e costruendo dei dialoghi taglienti e sempre incisivi. Se all’inizio la voce fuori campo aiuta a distinguere ciò che è reale da ciò che è inventato, progressivamente i due piani si confondono e le azioni prendono il sopravvento. Grazie al montaggio, il dispositivo iniziale (Germain che legge il componimento di Claude) scompare e lo spettatore è coinvolto in una storia dove è impossibile tracciare i confini tra realtà e immaginazione.

Non mancano nel film gli spunti per una riflessione sociale sul ruolo della famiglia nella crescita di un ragazzo: Claude si sente escluso, socialmente e affettivamente, e per questo va alla ricerca del contesto “normale”, coltivando l’ideale di un nucleo borghese in cui la madre prepara la merenda e il padre gioca a basket con il figlio durante il fine settimana. Ma il tentativo di Claude di incastrarsi nei rapporti tra Esther e i due Rapha è destinato a fallire: il loro clan si difende dalla minaccia esterna e si rinsalda quando la situazione rischia di esplodere.

In realtà, la vera bellezza del film scaturisce dall’abilità di Ozon di parlare del processo artistico in modo cinematografico. Attraverso il rapporto tra Claude e Germain, il regista ragiona sul “cerchio creativo” che include l’editore, l’autore e il lettore e, nel cinema, il produttore, il regista e lo spettatore. Spesso si dimentica che scrivere implica tecnica, emozioni, desideri e ossessioni, che confluiscono in una storia alla quale partecipano più persone. L’autore trova nell’editor qualcuno in grado di entrare nel suo mondo e di aiutarlo a dare vita ai suoi personaggi, trascinandolo con sé nel processo creativo. E il lettore/spettatore, ansioso di scoprire questo mondo straordinario, compra il biglietto d’ingresso e – come nella Storia infinita – si ritrova a farne parte.