Yara Gambirasio e di Sarah Scazzi: scomparse nel nulla e ritrovate cadavere. Due ragazzine come tante altre, che hanno però incontrato una morte cruenta e inaspettata, che ha tranciato i loro sogni di teenager e le ha rese, loro malagrado, vittime e protagoniste di due dei casi di cronaca nera più chiacchierati degli ultimi anni. Come chiacchierata è la scomparsa di Roberta Ragusa, sparita nel nulla più di un anno fa, all’età di 42 anni. Salvo Sottile ha introdotto la puntata di Quarto Grado di venerdì 26 aprile 2013 con l’annuncio di importanti novità in merito alle indagini che si stanno effettuando attorno al caso della sparizione della donna pisana. Tra qualche giorno, infatti, il testimone Loris Gozi sarà invitato a comparire davanti agli inquirenti per un “incidente probatorio” in preparazione del processo a carico di Antonio Logli, marito della Ragusa e unico indagato per la sua scomparsa. Cosa ha potuto vedere l’unico testimone oculare di quanto accaduto la notte del 16 gennaio 2012?



Il racconto dell’uomo descrive due momenti diversi. Il primo, quando dopo la mezzanotte di quel giorno afferma di aver visto fare rientro a casa il marito della scomparsa, e il secondo parla di una lite furibonda tra un uomo e una donna. Queste parole smonterebbero l’alibi del Logli che sostenenva di essere andato a dormire un po’ prima di mezzanotte. Cosa accadrà dopo? Lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi, in studio, commenta il fatto sostenendo che, nonostante l’attendibilità di Gozi, il problema rimane determinato dal fatto che si tratta di una testimonianza rilasciata dopo mesi dall’accaduto e questo potrebbe determinare l’inclusione di interpretazioni personali. Barbara Palombelli, al contrario, ha sottolineato il coraggio di Loris. Da parte sua, la giornalista ha sostenuto quanto in Italia non sia facile rilasciare testimonianze fondamentali di ogni genere. Gli sviluppi si vedranno.



La trasmissione passa quindi ad analizzare la sentenza emessa al termine del processo di primo grado per la morte di Sarah Scazzi, che ha condannato la zia Cosima Serrano e la cugina Sabrina Misseri all’ergastolo, riconoscendole uniche colpevoli dell’omicidio. Lo zio Michele, all’inizio considerato il principale responsabile, è stato condannato a otto anni di reclusione per aver collaborato con moglie e figlia nell’occultamento del corpo della nipote. Un giudizio che ha fatto molto discutere oltre che dividere l’opinione pubblica. Della sentenza ne ha parlato in diretta da Avetrana la mamma di Sarah, Concetta Serrano. Le sue sono state parole ferme, composte, nonostante il dolore vissuto durante questi tre lunghi e strazianti anni. Parole che hanno restituito il quadro di una situazione famigliare dove una madre, la sorella Cosima, pur di difendere ad oltranza la figlia, non ha esitato ad esporsi in prima persona. Che si tratti della tragedia di una famiglia è chiaro. Il ritratto che emerge è quello di una donna dura, “la sfinge”, come appunto è stata descritta. Padrona assoluta della famiglia al punto di decidere lei come distribuire le colpe dell’orrendo omicidio della giovane nipote. In tutta questa vicenda, Concetta, ha chiesto di poter arrivare a guardare negli occhi la nipote Sabrina per sentire dalla sua bocca stessa la rivendicazione di quell’innocenza che ha sempre sostenuto davanti alle prove fornite e ai giudici. Miseria e fragilità umana. Lacrime, promesse di ogni genere e poi il diario segreto di Sarah aperto dalla mamma stessa. La domanda: perchè il reperto non è mai stato consegnato ai magistrati?



Sottile ritona poi sul caso della scomparsa delle gemelline Alessia e Livia Schepp. La loro è una storia della quale si parla poco, malgrado le indagini siano ancora in corso e il mistero della loro sparizione irrisolto. Dal suicidio del loro padre, Mathias Schepp, tutto è sprofondato nel buio assoluto. Solo le parole del folle testamento lasciato dall’uomo chiarirebbero quale sorte hanno affrontato le due bimbe. Oggi, a due anni di distanza, sono emersi alcuni indizi materializzati in un cellulare, una coperta e alcuni cd rinvenuti nell’auto dello Schepp abbandonata a Cerignola. Il quesito è aggrappato a quanto successo durante i quattro giorni della folle fuga di un uomo disperato con le sue figlie. Un dramma che ha percorso Svizzera, Francia e Italia. La storia è nota, purtroppo, ma la speranza della madre di Alessia e Livia, Irina Lucidi, rimane ancora accesa per alimentare quella sete di verità che tante mamme reclamano dopo la scomparsa e la morte dei loro figli. Dove “riposerebbero in pace”, i corpi delle gemelline? Le indagini proseguono. Da Cerignola sembra ripartire l’ingranaggio della ricerca. Perchè Cerignola, poi? 

Secondo il dottor Fabbrocini, dirigente della Polizia di Stato, intervistato da Remo Croci, la traccia biologica rinvenuta nel vano portabagagli dell’Audi A6 di Mathias Scepp, appartiene a una delle bambine e questo potrebbe rappresentare un indizio importante per arrivare alla soluzione del caso. In attesa di sviluppi, la mamma di Alessia e Livia, non si è mai fermata. Nel tentativo di rifarsi una vita dopo la tragica separazione dal padre delle gemelline, ha fondato un’associazione internazionale per prestare aiuto a tutte quelle famiglie che vivono il dramma della scomparsa dei figli: Missing Children Switzerland. Il gesto coraggioso di una donna che non si dà per vinta.

Infine, Quarto Grado dà spazio al duplice omicidio di Castel Volturno dove, in una villetta, furono trovati i corpi della moglie e della figlia dell’ex direttore del carcere di Poggioreale, Domenico Belmonte. Le indagini si stringono attorno all’enigmatica figura del dottore, stimato professionista, marito di Elisabetta e padre di Maria, le due donne trovate morte nel vespaio della casa. Un dramma umano dove depressione e abbandono sembrano aver condotto alla follia del suicidio e allo strazio dell’occultamento dei cadaveri. Ma qualcosa conduce oltre. Quali responsabilità inchioderebbero Dominco di Maiolo, ex marito di Maria e “uomo di fiducia” del Belmonte? La perizia degli investigatori saprà di certo fare luce.