Un tema che riconduce a ritroso nella storia patria, quello scelto dalla redazione di Report per la puntata del 28 aprile: corruzione e malasanità. Un binomio tristemente noto. La situazione di crisi economica e istituzionale ha radici che affondano nel passato torpido della Prima Repubblica quando esplose lo scandalo di Tangentopoli. Sono trascorsi vent’anni da quei momenti eppure il sistema messo in atto da politici, amministratori e manager senza scrupoli stenta a cedere ancora oggi, dopo quanto abbiamo visto accadere: arresti eccellenti, processi, suicidi. Malgrado i nomi che sono stati fatti e che tornano puntualmente sotto la luce delle inchieste, nulla, oltre le sentenze di condanna emesse, sembra aver accennato ad un minima risoluzione del problema. La trama degli interessi occulti persiste. Il primo servizio che Milena Gabanelli ha presentato, ha ricondotto con la memoria a nomi di persone che le giovani generazioni nemmeno conoscono: De Lorenzo, Poggiolini, Muzzio. La lista potrebbe continuare. L’ex ministro della sanità De Lorenzo oggi lavora per un’associazione di volontariato, tranquillo come se nulla fosse accaduto. Sembra che il debito che ha pendente con lo Stato non lo preoccupi minimamente anzi, cede alla rabbia personale quando interrogato sull’intreccio di favori che lo ha condotto all’impunità sotto ogni aspetto. La Commissione di Vigilanza sul prezzo dei farmaci che De Lorenzo presiedette vent’anni fa costò allo Stato miliardi delle vecchie lire. Il sistema costruito con la complicità di importanti industrie farmaceutiche, ha condotto le indagini a mettere a nudo una fitta rete di interessi a livello internazionale gestiti dal gran patron della Menarini, il cavaliere del lavoro Sergio Alberto Aleotti, oggi novantenne e legittimamente impedito a comparire davanti ai giudici per i procedimenti nei quali risulta imputato. Una rete di interessi d’oro che non conosce confini, quella messa in piedi dall’industriale fiorentino, con epicentro a Lugano, dove società specializzate nella gestione di ingenti capitali proteggono i suoi affari a oltranza. Pesci grossi, affamati e pesci piccoli che si sono accontentati di una manciata di soldi oggi, la maggior parte, riciclati come dirigenti nella pubblica amministrazione, quasi a voler dire che lo Stato non può fare a meno di loro. Lo testimonia lo stupore del professor Antonio Boccia che ha risposto alle domande dell’intervistatore, che lui non ha mai ricevuto nulla, ma che sarà disposto a restituire il maltolto con un quinto della pensione che prenderà tra qualche mese.Il risultato, triste, è che i cittadini hanno sempre pagato e sempre pagheranno somme gonfiate per poter disporre dei farmaci dei quali necessitano per potersi curare. Malgrado tutto lo sdegno, il patron della Menarini Aleotti, con solo sette farmaci dai prezzi lievitati è riuscito a far scomparire un miliardo di euro. Riusciranno i giudici a dimostrare questo? Ancora una volta il fulcro rimane la Sanità. Milena Gabanelli ha sottolineato una verità fondamentale: basterebbe fare giustizia per evitare agli italiani i danni provocati dall’IMU oltre che scongiurare lo spettro dei continui tagli che vengono imposti sul numero dei posti letto e la chiusura indiscriminata di innumerevoli reparti.Tutti gli uomini del presidente. il titolo del servizio che Report ha dedicato alla malasanità che ha fatto affondare le aziende ospedaliere e i servizi in genere della Calabria. Il nome che ricorre è quello di Giuseppe Scopelliti che da parte sua promise, prima di essere eletto governatore, di rinnovare completamente il pool dei suoi collaboratori per garantire maggiore trasparenza e affidabilità oltre che sanare i due miliardi di debiti lasciatigli in eredità dal predecessore Agazio Loiero. Dalla sua elezione, Scopelliti, ha dato il via libera a una valanga di lavori e conseguenti commesse. Quali risultati? Propaganda elettorale tanta. Promesse. Inaugurazioni e feste d’ogni genere con invitati illustri e prelati benedicenti. Costi per gli interventi chirurgici raddoppiati. Ancora una volta, a pagarne le conseguenze sono sempre gli utenti del servizio sanitario nazionale spesso costretti a migrare per poter accedere a prestazioni mediche che lo stato non riesce più a garantire.



Dalla sanità al gas metano. L’intervista all’analista politico Stanislav Belkovsky, ex consigliere di Vladimir Putin, ha confermato come la rete di corruzione che soffoca l’Italia ha dimensioni Europee prima e connessioni internazionali poi. L’amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin è di vecchia data e i due uomini politici, tra baci e abbracci, sembrano sempre inveterati compagnoni. Peccato, che dalle parole di Belkovsky, si è venuto a conoscere come le posizioni in materia di democrazia dei due presidenti non siano così tanto a favore del bene comune. Intrighi d’ogni genere per arrivare a controllare e acquisire società impegnate nell’estrazione e nella distribuzione del gas metano. Aggirando leggi europee di tutela e garanzia, sembra che Silvio Berlusconi sia riuscito a fare sue importanti partecipazioni. Insomma. Il gas che viene distribuito e consumato in Italia costa più caro perché caricato degli interessi dovuti a traffici senza scrupoli. Dalle steppe gelate della Russia alle calde tasche dei soliti che sanno trarre guadagni sempre e in ogni caso.

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