Una voce di notte è il titolo della terza puntata della nuova serie de Il commissario Montalbano, andata in onda lunedì 29 aprile. Ecco la trama della puntata. Mentre il commissario Montalbano (Luca Zingaretti) sta recandosi sul proprio posto di lavoro, si imbatte in un vero e proprio teppista della strada che si mostra piuttosto esagitato nei suoi confronti. Caso vuole che lo rincontri in una pompa di benzina con luomo che ancora una volta fa vedere una certa spregiudicatezza nei suoi confronti tantè che il commissario lo arresta portandolo con sé in commissariato. Appena arrivato, luomo viene preso in custodia da Galluzzo (Davide Lo Verde) che però dimentica di toglierli il cellulare grazie al quale chiama immediatamente il proprio avvocato. Infatti, nellufficio di Montalbano neanche dopo un quarto dora si presenta lavvocato che fa notare come la persona arrestato sia Giovanni Strangiò (Andrea Croci), figlio del presidente della provincia (Saverio Marconi). Nonostante il tentativo dellavvocato, Montalbano è deciso nel non chiudere così facilmente la questione ma più tardi scoprirà che saranno altri funzionari a firmare la libertà per Giovanni Strangiò. Nel frattempo, è accaduta una rapina in un supermercato controllata dalla famiglia mafiosa dei Cuffaro. Una cosa molto strana soprattutto perché appare quanto meno impensabili che dei ladri possano sfidare così apertamente la potenza dei Cuffaro. Comunque sul luogo della rapina si reca prima il vice commissario Mimì Augello (Cesare Bocci) insieme a Fazio (Peppino Mazzotta) ma in seguito deve presentarsi anche lo stesso Montalbano giacché il direttore del supermercato incomincia ad andare in escandescenza. Il direttore che si chiama Guido Nicotra (Saro Minardi), parla di un furto avvenuto nel cassetto della propria scrivania di circa 87 mila euro, lincasso della giornata precedente. Somma che era stata messa lì giacché aveva trovato la cassa dove solitamente vengono messi i soldi fuori servizio. Il problema per cui il direttore si sente messo in discussione è che non cè alcun segno di infrazione nel proprio ufficio e siccome le chiavi sono in suo possesso e del consiglio di amministrazione, da una di queste due opzioni deve essere per forza di cose partito tutto. Il giorno seguente si viene a sapere che il direttore è stato trovato da una donna delle pulizie impiccato nel proprio studio. Apparentemente sembra essere un suicidio ma le prime analisi svolte dal dottor Pasquano (Marcello Perracchio), lanciano quanto meno dei forti dubbi giacché il direttore è stato ucciso tramite strangolamento e poi appeso alla corda per simulare un suicidio. Insomma, il caso si fa piuttosto complicato mentre le pressioni politiche e mediatiche incominciano farsi pesanti visto che lonorevole Mongibello (Sebastiano DAngelo) nonché presidente del consiglio di amministrazione del supermercato, minaccia una interrogazione parlamentare in quanto a suo dire linterrogatorio di Montalbano e Augello avrebbe istigato al suicidio il direttore. Sulla stessa lunghezza donda è il servizio lanciato in televisione da Ragonese (Filippo Brazzavente) che non perde occasione per gettare del fango addosso a Montalbano etichettato come un commissario fascista. Pressione che poi vengono scaricate sul questore che convoca Montalbano per invitarlo a mostrarsi più prudente giacché le loro rispettive carriere stanno per essere distrutte per sempre. Montalbano incurante delle parole del questore, va avanti nelle proprie indagini e riesce a entrare in possesso di una pen drive, nella quale Nicora soleva registrare tutte le sue conversazioni anche telefoniche. Da qui recupera la registrazione del loro interrogatorio che opportunamente da a Zito affinché lo renda pubblico nella prima edizione del tg del canale locale e poi trova anche la registrazione di una telefonata in cui si capisce che lo stesso Nicotra parla con lonorevole Mongibello. Nel frattempo cè un altro caso da risolvere per Montalbano. Una mattina si reca in commissariato Giovanni Strangiò con un volto visibilmente provato. Il motivo del suo arrivo è dato dal fatto che la sua fidanzata Mariangela, è stata uccisa nella casa in cui convivevano. Strangiò insieme a Montalbano e Fazio, si incammina verso il luogo del delitto non prima però che lo stesso Strangiò tenti di buttarsi sotto lauto guidata da Galluzzo. Alla fine riescono ad arrivare nella villetta dove cè effettivamente a terra senza vita il corpo della giovane ragazza letteralmente martoriata. Il dottor Pasquano conterà ben 47 pugnalate anche se la prima inferta con violenza e precisione alla giugulare, è stata mortale il che vuole dire che le altre sono state fatte quando la ragazza era già morta. Non vi sono tracce di violenze sessuali, né di rapporti consenzienti mentre risulta che Mariangela fosse incinta di due mesi. Chiaramente il principale indiziato è Giovanni, ma Montalbano incrociando tutti le prove trovate e soprattutto ascoltando una donna anziana che spesso vedeva entrare nella villetta un uomo sui 55 anni, capisce che la ragazza aveva una relazione con il padre di Giovanni e cioè il presidente della provincia. Lintento di questultimo era quello di far ricadere la colpa sul figlio ma quando Montalbano trova laccappatoio indossato dalla vittima e sul quale cerano anche tracce di sangue del presidente, allora per la vergogna si suicida lasciando una lettera nella quale confessa lomicidio.
Nel frattempo nel caso del supermercato, Montalbano insieme ai suo collaboratori viene a sapere che Nicotra era stato sequestrato un paio di mesi prima e i Cuffaro dovettero versare un riscatto per liberarlo. Nicotra era piuttosto importante nell’organizzazione dei Cuffaro giacché era l’amministratore di tutti i loro affari e quindi depositario di tantissimi segreti. Dunque, i Cuffaro non avendo più fiducia in Nicotra avrebbero inscenato il furto per avere una giustificazione per la sua morte. Montalbano poi viene a sapere che nell’affare del riscatto centravano i servizi segreti antiterrorismo che stavano collaborando con Nicotra poiché i Cuffaro smerciavano armi ai terroristi. A questo punto tendono una trappola all’onorevole Mongibello, con Montalbano che gli fa ascoltare per telefono la registrazione della telefonata con Nicotra. Purtroppo non riusciranno ad assicurarlo alla giustizia giacché i Cuffaro temendo che la cosa potesse ritorcersi contro lo fanno assassinare.