La puntata di martedì 30 aprile 2013 del talk show Ballarò condotto da Giovanni Floris, ha come principale tema ovviamente il neo nato Governo guidato da Enrico Letta che in giornata ha incassato la fiducia al Senato dopo averla ottenuta, il giorno precedente, alla Camera. Per dibattere delle varie tematiche che ruotano intorno a tutto ciò sono presenti in studio in qualità di ospiti lonorevole Guglielmo Epifani del Partito Democratico, la leader di Fratelli dItalia Giorgia Meloni, la deputata del Popolo della Libertà Lara Comi, il direttore de LEspresso Bruno Manfellotto, il filologo Luciano Canfora, il direttore del Fattoquotidiano.it Peter Gomez, in collegamento ci sono leconomista Michael Spence premio Nobel nel 2001, il presidente Ipsos Nando Pagnoncelli e il presidente dellAnsa Giulio Anselmi. Come consuetudine, prima del dibattito spazio alla copertina curata da Maurizio Crozza che in questa settimana è quasi interamente dedicata alla figura di Enrico Letta, sulla quale il comico genovese ironizza sullo scarso carisma e come il suo discorso fatto durante la dichiarazione di voto alla Camera è sembrata una sorta di omelia. Inoltre, Crozza si prende gioco del Partito Democratico che avrebbe preso delle scelte in maniera tale che non si spacchi e di come queste scelte siano tutto al di fuori che di sinistra. Parte finale dedicata a Brunetta del Pdl con la sua stretta di mano al Presidente Enrico Letta, che non ricorda più lesistenza di un partito chiamato Pd (nella pagina seguente il video della copertina di Maurizio Crozza). Il programma vero e proprio ha inizio con Epifani che senza mezzi fa capire come la soluzione di un Governo dalla larghe intese tra il Partito Democratico e il Popolo della Libertà in relazione della situazione venutasi a creare, era lunica soluzione possibile ricordando però come sia un accordo a scadenza. Gomez sottolinea come questa collaborazione tra il Pd ed il Pdl sia stata presa male dagli elettori soprattutto del Partito Democratico, facendo inoltre notare come il neo Presidente Letta durante il suo discorso alla Camera ha elencato una serie di obiettivi da centrare omettendo però quali siano le coperture finanziarie ed ossia da dove dovrebbero essere prese le risorse per fare il tutto. Per Canfora, il Governo Letta è chiaramente la fisiologica continuazione del Governo presieduto da Mario Monti e come probabilmente anche questo sarà ingabbiato dalle restrizioni volute dallEuropa. Critica nei confronti della nascita del Governo di colazione è Giorgia Meloni, il cui partito di appartenenza ed ossia Fratelli DItalia non ha dato la fiducia sia alla Camera che al Senato. Meloni è concorde con Canfora nel ritenere che il Governo Letta sia decisamente la prosecuzione di quello Monti e come ci sia già una evidente distanza tra il Pd e il Pdl, ad esempio sul tema dellImu che per il momento rimane congelata per la prima rata di giugno, il che vuol dire che sulla prima casa i cittadini non dovranno versare alcunché. Il focus della discussione passa su un altro tema che potrebbe creare delle discussioni nellattuale Governo ed ossia i processi che vedono coinvolti Silvio Berlusconi e che a breve, vedranno larrivo di alcune sentenza a partire dalla metà di giugno. Per Manfellotto sarebbe davvero incredibile che ad esempio Berlusconi possa essere nominato Presidente della convenzione costituzionale mentre secondo la Comi, queste tematiche agli italiani non interessano. Gomez a tal proposito non crede assolutamente che questo Governo sia in grado di attuare quelle riforme Costituzionali e quelle riforme riguardanti ad esempio il conflitto degli interessi, la legge anticorruzione e via dicendo. Epifani sembra essere daccordo con quanto espresso da Gomez aggiungendo che qualora questo Governo non riesca a fare le opportune riforme sarebbe un corto circuito gravissimo per tutto il mondo della politica. Piccolo passaggio dedicato al Movimento 5 Stelle per lannuncio che è stata decisa lespulsione del Senatore Mastrangeli reo di aver frequentato qualche talk show. La Meloni si scaglia contro il neo Presidente Letta, per aver fatto come primo atto da quanto ha ottenuto lincarico, un incontro pressoché immediato con la Merkel, il che secondo la leader di Fratelli dItalia, viene interpretato come una sottomissione alla Germania alla quale si va a chiedere il permesso per effettuare determinate cose. Epifani però ci tiene a precisare immediatamente come nelle prossime ore Letta si recherà anche a Parigi da Hollande e poi a Bruxelles. Si passa a parlare della politica economica che il nuovo Governo vuole attuare con una serie di operazioni che secondo un servizio appositamente creato dalla redazione di Ballarò, avrebbero un costo complessivo di ben 30 miliardi di euro che in una fase non proprio semplicissima come quella attuale, non è proprio facilissimo trovare. Per Spence, questo Governo deve cercare di essere unito quanto più possibile per fare le cose necessarie evidenziando come leconomia italiana va bene e quindi non si devono aumentare le tasse semmai andare nel verso opposto. 



Anselmi parlando di Imu e Iva, l’abolizione dell’Imu non sembra essere cosa plausibile viste le criticità mentre gioverebbe molto di più evitare l’aumento dell’iva. Sull’imu sembra essere piuttosto sicura la Comi, giacchè dice che sarebbe alla base dell’accordo con il Partito Democratico ed in particolar modo per dare il sostegno al Governo Letta. Nonostante le spiegazioni di Epifani, la Comi sembra essere intransigente su questo aspetto. Epifani dal canto suo fa presenta alla deputata del Pdl come sia molto più importante l’iva per il rilancio dei consumi e quindi della crescita mentre lei rimane convinta della centralità dell’Imu. Il discorso si incentra sul si che avrebbe detto Letta alla restituzione dell’Imu, con Epifani che esclude categoricamente ciò giacchè non ci sono le basi per farlo. Meno centrale da parte del Pdl è il discorso inerente alla rinuncia del finanziamento pubblico ai partiti. Come sempre la puntata si chiude con i sondaggi con le intenzioni di voto che vedono al primo posto il Pdl al 27,7%, secondo il Pd con 25,5%, terzo il M5S con il 25,1% e quindi Scelta Civica 7,4%.



 

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