C’era un altro Enrico e il Muro di Berlino era ancora in piedi, quando il 9 maggio del 1978 il corpo senza di vita di Aldo Moro venne ritrovato in via delle Botteghe Oscure, proprio a metà strada tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista. Un luogo fortemente simbolico per la politica di allora e per le conseguenze che si aprirono. Da quel giorno sono passati 35 anni. Con questo ricordo Michele Santoro ha aperto il cappello introduttivo a Servizio Pubblico andato in onda ieri sera su La7. Erano altri tempi, ha ripreso. L’dea di democrazia venne tenuta assieme con non poche difficoltà. Gli uomini erano diversi. Dei grandi, secondo il giudizio di esperti e analisti. Uomini dello stato convinti di quanto stavano tentando di preservare. Poi che cosa è accaduto? Un capovolgimento totale. I partiti sono tutti entrati in una fase di trasformismo, dopo la caduta del Muro. Trasformismi vegetali: querce che diventano ulivi, rose. Nomi che si mutano in movimenti: Di Pietro, Berlusconi, oggi Grillo. E che cosa è cambiato? Sembrerebbe tutto, ogni assetto e punto di riferimento. Si è aperta la stagione di Tangentopoli e questo tsunami di corruzione non ha risparmiato nessuno degli schieramenti in campo. Sono stati emanati editti bulgari che hanno mietuto vittime illustri. Pensiamo a Enzo Biagi, cacciato dalla Rai dopo 41 anni di onesto lavoro solo perché l’idea era quella di fare fuori tutti i potenziali avversari. Siamo entrati nell’era dell’accesso con una rete sempre più forte e in grado di unire chiunque. Oggi tutto corre lungo le piste effimere dell’etere e i risultati si vedono. Grillo che accusa un giornalista della levatura di Floris di essere un venduto. Altri che evocano i fantasmi di autentiche persecuzioni politiche e giudiziarie in atto. Il crollo del sistema, al quale tutti abbiamo assistito attoniti. E le piazze che urlano. Il Pdl si sta ricompattando dimostrando una forte volontà di coesione, mentre il Pd scivola in uno sfacelo totale appellandosi a un possibile reggente di nome Speranza. C’era un altro Enrico e il Muro di Berlino era ancora in piedi (nella pagina successiva il video dell’introduzione di Michele Santoro). Le contraddizioni del Governo stanno sempre più emergendo. Berlusconi, malgrado la gravità della condanna subita in appello, dal punto di vista politico, sta rispondendo con grande cautela e cognizione politica in previsione della grande manifestazione di sabato 11 maggio a Brescia. Le minacce di togliere la fiducia parrebbero rientrate, ma la situazione rimane precaria e il vecchio leone sempre pronto a ruggire. Con questo quadro, il conduttore ha introdotto l’intervento di Nichi Vendola il quale, da parte sua ha pubblicizzato la manifestazione che Sel ha organizzato sempre per la giornata di domani a Roma, in Piazza Santi Apostoli. Sarà un momento forte per discutere e ripartire, così ha detto, dove saranno ospitati nomi illustri come Gad Lerner e Concita Di Gregorio. La sinistra che vogliamo, ha proseguito, deve essere strutturata e pronta per ogni possibile sfida, data la situazione che stiamo vivendo. La coerenza che abbiamo dimostrato durante le scorse settimane non è niente altro che la base di un’azione politica coerente e chiara. Inoltre, ha sottolineato come l’alleanza Pd-Pdl rappresenti un autentico mostro politico. Un insulto alla storia che ha condotto l’Italia a essere una repubblica. Sarebbe come se nel Cln fossero stati accolti membri della Repubblica Sociale. Ecco le ragioni per le quali Sel non potrà mai avvallare una maggioranza come quella che ci è stata imposta da elezioni senza vincitore. La questione preoccupante è che tutto sta subendo un processo di destrutturazione preoccupante. Inevitabile è stato il transitare sulla questione scuola, secondo Vendola sottoposta a una precarizzazione che sta assumendo connotati nazionali in materia di occupazione, lavoro e legittima aspettative. Purtroppo, il problema sembra legato al fatto che le idee messe in campo e vendute prima come programmi elettorali, poi come programma di governo, sembrano fumose.Su questa linea si è mosso l’intervento di Maurizio Boldrin, economista legato al movimento Fare per Fermare il declino che, dopo l’esplosione, sta cercando di essere rimesso in movimento. Le parole che ha usato per commentare l’operato del governo sono state dure. L’accusa è che di tutto quanto proposto è stato preso il peggio con la propaganda su interventi che non sappiamo a quali benefici ci condurranno, come nel caso del taglio su alcuni benefit di onorevoli che sono anche ministri. Sono sempre le solite mosse. Lo spettro ricorrente è purtroppo dovuto al fatto che si è entrati in una crisi che tutti vorremmo imputare a cause internazionali, quando la verità dice che tutto è legato a 25 anni di politica economica allegra e senza scrupoli. 



Oggi, il problema, secondo Boldrin, è che in Italia paghiamo tasse assurde per ricevere il nulla come servizi e dove la scuola ha subito un declassamento pauroso che ci ha messi a guardare la Turchia di spalle. Le proteste in corso a Bologna, dove il sistema scolastico pubblico è collassato a causa di assurde liste di attesa e carenze di fondi dovute ai tagli, hanno scatenato un forte confronto tra Boldrin e Serena Dandini, messa a tacere con poche cerimonie. Francesca Puglisi, del Pd, ha tentato di difendere quanto il suo partito ha in programma per tentare un recupero dell’istruzione pubblica, ormai sempre più un miraggio, piuttosto che un diritto.



 

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