Giovedì scorso a Servizio Pubblico di Michele Santoro tra gli ospiti c’era anche Serena Dandini che con il suo libro e spettacolo teatrale “Ferite a morte” dà voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, di un compagno, un amante o un “ex”. Come una sorta di “Spoon river” sono le donne stesse a raccontare la loro storia. Durante la serata è stato mandato in onda il contributo di Paola Cortellesi, una della tante attrici italiane che hanno aderito all’iniziativa della Dandini. L’attrice interpreta una donna uccisa dal martio e buttata nel pozzo, che rimpiange che all’uomo sia rimasto il bellissimo televisore al plasma. “Meglio morta che guardarmi un’altra domenica sportiva con l’illuminata, con la presentatrice piena di luce che pare la Madonna. Quella bionda che dice i risultati delle con le labbra con il rossetto forte e gli orecchini da lampadario. A lui piaceva tanto, a me faceva proprio schifo“, sono alcune delle battute che fanno chiaro riferimento a Paola Ferrari. Ma la presentatrice Rai non ha apprezzato di essere citata indirettamente nella piece: “Le parole di Paola Cortellesi contro di me sono state come una coltellata. Un atto di violenza verbale inaudito, soprattutto considerando il contesto in cui è stato espresso, all’interno di uno spot a difesa delle donne. E cosa fa una donna intelligente e illuminata come la Cortellesi? Per sensibilizzare contro la violenza sulle donne aggredisce e inveisce contro un’altra donna, adombrando motivazioni fisiche, estetiche, o pseudo politiche. A fare schifo sono gli insulti tra donne“, ha detto Paola Ferrari. In risposta alle accusa della Ferrari ha risposto lo staff dello spettacolo, citando una nota presente in Ferite a morte che spiega che il testo a cui si riferisce Paola Ferrari “fa parte di uno dei tanti contenuti nel libro Ferite a morte, scritto da Serena Dandini e portato in scena da diverse attrici, giornaliste, studiose e donne della società civile nell’omonimo spettacolo teatrale. Tutti i testi trattano della vita quotidiana delle persone, e quindi anche della televisione e dei suoi protagonisti. Ogni riferimento a personaggi realmente esistenti è puramente causale“.