Che cosa non sta facendo la politica italiana? Con questa domanda, Milena Gabanelli ha aperto la puntata di Report andata in onda ieri sera, domenica 12 maggio. Mentre il Governo se ne è andato in ritiro in unabbazia della Toscana per fare spogliatoio, gli echi della piazza di Brescia ancora rumoreggiano in aria. Sembra che lesecutivo tanto atteso per mettere mano alle urgenze che ci stanno tormentando non stia lavorando con quella determinazione necessaria. Ecco il perché della domanda. Dunque, se chi si è caricato di responsabilità istituzionali sfugge allonere degli impegni, chi si dedica a informare in maniera oggettiva, non può esimersi dallimpegno che professionalmente si è assunto nei confronti di coloro che vogliono sapere. Come è messo il problema del lavoro? Dopo un mese di aprile che ha visto ogni genere di difficoltà portata allattenzione dellopinione pubblica, oggi, a maggio, dopo linsediamento del governo di larghe intese, che cosa è cambiato? Il numero dei disoccupati è cresciuto e chi ancora può vivere la dignità di un impiego non è sicuro di quali esiti avrà il proprio impegno quotidiano. I nomi delle persone intervistate nel servizio dapertura appartengono a differenti settori della produzione, ma tutti sottolineano una condizione comune: la precarietà. Dallinsegnante che viene assunto a tempo determinato e non è sicura di venire pagata regolarmente, allimprenditore che deve scegliere ogni mese se onorare con lo stipendio i suoi dipendenti o versare le rate allInps andando ad aumentare un debito che diventa sempre più difficile da sanare. Il denaro non circola più, come i provvedimenti del governo tecnico hanno decretato. Ogni settore recede. Ma siamo sicuri che è solo il denaro a determinare la ricchezza? John Maynard Keynes, uno dei padri delleconomia contemporanea, nel lontano 1942 sosteneva il contrario. La mancanza di denaro, secondo leconomista, rappresenterebbe solo una questione tecnica. A un architetto che gli domandò come avrebbero fatto a ricostruire Londra senza denaro, rispose che la questione non erano i soldi dato che le case non si costruiscono con essi. Non era la mancanza di mattoni, calcina, acciaio, operai, dato che di tutto quanto necessario la disponibilità era ampia.



Allora? La cosa principale era mettersi al lavoro, realizzare quei beni che una volta costruiti nessuno può portare via. Le stesse parole le ha dette Luca Fantacci, docente di storia delleconomia, sostenendo che la ricchezza non si misura sulla quantità di denaro che si possiede, ma dai beni che sono stati prodotti con il denaro stesso. Inoltre, il denaro cè, ma rimane chiuso dentro le banche. Fino a quando i sistemi bancari non decideranno di far circolare più denaro, la situazione non cambierà, anzi, si andrà a incrementare la depressione. risaputo che in una condizione di economia depressa la tendenza diffusa è quella di risparmiare ogni possibile centesimo.



Quale spettro impedisce la ripresa dello sviluppo? Il pareggio di bilancio, il famigerato provvedimento voluto dall’Europa che il governo Monti e i suoi sostenitori non hanno esitato a far proprio. La questione è che di quanto viene speso, una parte cospicua finisce per andare a sgonfiare il debito pubblico, una parte minima per sostenere la Pubblica amministrazione e se viene messa a bilancio la necessità di finanziare nuovi progetti, altro non si fa che aumentare le tasse. Un autentico circolo vizioso. Milena Gabanelli ha insistito proprio su questo affermando che il governo Letta, finora, non ha ancora detto nulla di nuovo, oltre la già denunciata preoccupazione di spartire equamente le poltrone con le forze politiche che lo sostengono.



Il servizio intitolato “Gli austeri” montato da Michele Buono è stato crudo e diretto nelle accuse rivolte ai governanti europei che hanno sottoscritto un programma di tagli e austerità. Quanto accaduto in Grecia non è memoria antica. I tagli alla spesa pubblica inflitti da ogni nazione stanno producendo disagi di ogni genere, oltre che proteste sempre più incontrollabili e violente. Mentre l’Europa procede lungo questo pericoloso progetto, a Parigi è nato un gruppo chiamato “Gli economisti sgomenti”. Benjamin Coriat, uno dei membri, ha sostenuto che mai nel mondo è accaduto che una nazione inserisse nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio in quanto provvedimento antieconomico. La scusa di affermare che questo renderebbe l’Ue una famiglia, rappresenta una menzogna, perché i bilanci di una famiglia non sono mai in pareggio. Pensiamo a un bene come la casa, spesso acquistata con forti debiti, ma lasciata in eredità, come ricchezza, ai figli. Il pareggio di bilancio impone la recessione con aumenti ingenti del debito.