Nella puntata di ieri, lunedì 13 maggio, del talk show di La7, Piazza Pulita, condotto da Corrado Formigli, sono diversi i temi e le discussioni che vengono affrontate. In studio sono presenti in qualità di ospiti i candidati alla poltrona di Sindaco di Roma: per la coalizione del centrosinistra Ignazio Marino, per quella del centrodestra limprenditore Alfio Marchini e Marcello De Vito del Movimento Cinque Stelle. Ci sono poi Peter Gomez de Il Fatto quotidiano, Alessandro Sallusti de Il Giornale, oltre che il noto economista transalpino Jean Paul Fitoussi e il politologo Edward Luttwak. Si parte con un servizio che ripercorre le vicende degli ultimi giorni, in particolare quanto accaduto a Brescia con la manifestazione del Popolo della Libertà a sostegno del proprio leader Silvio Berlusconi in settimana condannato a quattro anni di carcere e allinterdizione per cinque dagli uffici pubblici e laltra manifestazione avvenuta a Brescia con la quale si protestava contro Berlusconi. Poi nel servizio vengono mostrati stralci della requisitoria durata diverse ore da parte del pubblico ministero Ilda Bocassini nel processo Ruby, al termine della quale sono stati chiesti sei anni di carcere più linterdizione a vita dagli uffici pubblici con laccusa di prostituzione minorile e concussione. Si incomincia a parlare di quelli che potrebbero essere i risvolti di uneventuale condanna di Berlusconi nel processo Ruby per il Governo presieduto da Enrico Letta . Secondo Peter Gomez, è improbabile che in caso di condanna Berlusconi possa fare in modo che cada il Governo, anche perché a lui non conviene. Grosso modo sulla stessa lunghezza donda è il commento di Alessandro Sallusti, che evidenzia due motivi alla base di questa sua opinione: Giorgio Napolitano non darebbe il proprio benestare per un ritorno alle urne non sciogliendo le Camere ma trovando una soluzione alternativa; gli elettori non vedrebbero di buon occhio tale operazione giacché sono attese le riforme assolutamente necessarie per il rilancio del Paese. Luttwak fa presente come anche secondo il proprio punto di vista un ritorno alle urne è altamente improbabile e non è auspicabile sia per il Partito Democratico che per il Popolo della Libertà. Poi però sottolinea come in qualsiasi altro Paese al mondo un politico che fosse raggiunto da un rinvio a giudizio si dimetterebbe, mentre questo Berlusconi non lo ha fatto. Fitoussi pone laccento maggiormente sullaspetto economico in cui si trova lItalia evidenziando come però le cose non vadano meglio negli altri Paesi.
Si passa a parlare del Movimento Cinque Stelle e del duro attacco che Grillo ha riservato a Silvio Berlusconi facendo presente come in qualsiasi altro Paese al mondo sarebbe già in galera. Nellintervista di Beppe Grillo che viene mandata in onda, il leader del Movimento Cinque Stelle tocca un altro tema, ossia quello delle reti pubbliche: in particolare, propone resti una sola rete Rai, peraltro senza canone annuale per i cittadini e senza nemmeno pubblicità.
Si passa a parlare di quanto sta accadendo nel Partito Democratico, in particolare con l’elezione che nello scorso weekend ha portato Guglielmo Epifani ad assumere il ruolo di segretario pro tempore del partito fino al congresso in programma nel mese di ottobre. In studio ci sono alcuni rappresentati del movimento Occupy Pd che non hanno digerito l’alleanza con il Popolo della Libertà con tanto di nascita del Governo dell’attuale Presidente del Consiglio Enrico Letta. Inoltre, gli esponenti di Occupy Pd avrebbe preferito un’altra modalità per l’elezione del nuovo segretario del partito. Sallusti fa presente come invece da parte del Popolo della Libertà non c’è tutto questo malcontento per l’alleanza con il Pd e soprattutto per il Governo appena nato. Per Gomez invece è assai improbabile che con le differenze ideologiche presenti nei due schieramenti che sorreggono il Governo questo possa riuscire a dare le risposte e fare le riforme di cui il Paese ha urgentemente bisogno. Per Fitoussi, il Movimento Cinque Stelle non ha una ricetta ben precisa per come venire fuori dalla crisi, ma semplicemente ha preso qualche idea da una parte e dall’altra per poi ottenere un mix che difficilmente potrà essere utile allo scopo.
Finisce il talk vero e proprio e si passa al confronto tra i quattro candidati al ruolo di sindaco di Roma: Ignazio Marino, Gianni Alemanno, Alfio Marchini e Marcello De Vito. Lo scontro è soprattutto sui costi della politica con delle promesse da una parte e dall’altra fino ad arrivare a quella di Ignazio Marino che dici di voler rinunciare in caso di elezioni allo stipendio da sindaco. Alla pagina seguente il video dell’intervento dei candidati sull’Imu.