Nuovo appuntamento ieri, venerdì 17 maggio 2013, su La7, con la satira di Crozza nel Paese delle Meraviglie. La puntata si apre con una gag in cui Maurizio Crozza, nelle vesti di Francesco Guccini, va dallo psicologo per sapere se sta diventando di destra. Ma alle domande del terapeuta, sempre interpretato da Crozza, il cantautore risponde, il più delle volte, con strofe e ritornelli, confessando di cadere continuamente nella tentazione del lusso: fa infatti ricorrenti incubi, come quello in cui vedendo un fermacravatta tempestato di pietre preziose in una vetrina, entra nel negozio, ne compra cinque e quando firma l’assegno scrive Gucci, non riuscendo a completare il suo cognome. Al colmo della disperazione, il povero Guccini si lancia in uno sguaiato pezzo di dance music americana e ammette di avere sostituito il Lambrusco con la crema di whisky e di essere stufo delle canzoni di lotta e delle osterie. Lo psicologo alla fine lo rassicura e gli conferma che rimarrà sempre di sinistra. Segue il classico monologo dedicato ai personaggi della politica che inizia con Romano Prodi, che ha preso le distanze dal Partito Democratico, e Crozza si chiede perché l’abbia fatto solo adesso visto che, nonostante sia stato l’unico capace di battere Berlusconi, è stato tradito sempre e solo dai suoi alleati. Ma il nuovo avanza ed ecco apparire la gigantografia di Luigi Zanda il capogruppo del PD al Senato che in queste ultime ore è stato al centro di roventi polemiche e indignate prese di posizione per aver ricordato che il Cavaliere è ineleggibile in quanto concessionario di beni dello Stato come le frequenze televisive. Crozza prima se ne rallegra, poi, incredulo, scopre che la legge che sancisce questa semplice regola democratica esiste ed è in vigore da prima che lui nascesse e cioè dal 1957. Ma adesso la parola d’ordine è pacificazione e a questo punto l’attore/mattatore chiede al pubblico in studio di recitare tutti insieme una sorta di preghiera per fare la pace con tutti. Anche con Nitto Palma, che lo ha minacciato di querela per quello che ha detto la scorsa puntata riguardo alla sua visita in carcere all’amico Cosentino. Crozza fa la dovuta rettifica precisando che il fatto è avvenuto prima che Palma fosse nominato Presidente della Commissione Giustizia per poi chiedersi, attraverso una canzone di Enzo Jannacci riveduta nel testo, se la rettifica non aumenti la gravità del fatto. “Bisogna fare la pace”, insiste Crozza, anche con Brunetta che è stato duramente contestato dalla piazza durante una manifestazione del PD a cui era stato invitato. Il comico esce per un attimo di scena per rientravi in ginocchio e truccato da Brunetta. circondato da agenti in assetto da guerriglia che lo proteggono dalla folla infuriata che seguita a lanciargli verdure varie, ma lui seguita a dire che è stata una ottima manifestazione e che tutti lo amano. Dopo la pubblicità Crozza introduce un altro argomento scottante, l’IMU, tassa che per adesso non verrà abolita ma solo sospesa: invece di rovinarci le vacanze estive ci guastano direttamente il Natale. 



Ma c’è un altro mistero esclusivamente italiano che fa perdere il sonno al nostro Crozza: perché nonostante il crollo del mercato immobiliare il prezzo delle case non scende? È una cosa che avviene solo in Italia, perché per gli italiani due cose sono importanti e spesso coincidono: la casa e la mamma. Augurandosi di non aver fornito lo spunto per una nuova tassa sulla mamma, il comico si lancia sulla successiva preda satirica che nella fattispecie è Roberto Maroni, alle prese con l’Expo mondiale di Milano, che a settecento giorni dall’inaugurazione è ancora una piatta distesa di fango attraversata da ruspe e camion. Come sempre, quando Crozza si trasforma in Maroni indossando occhiali e parrucca e incassando la testa tra le spalle, si scatena l’ilarità più irrefrenabile di tutto il programma. Questa volta, oltre all’inseparabile e fastidioso Umberto Bossi, c’è un architetto alla moda già noto al pubblico crozziano che completa l’edificante quadretto della macroregione del Nord. Chiude la puntata il sempre gustosissimo Kazzenger con i suoi strampalati interrogativi scientifico-escatologici del tipo: se un ciclope va da un ottico è giusto che abbia uno sconto del 50%?



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