Ieri sera, lunedì 20 maggio, è andata in onda la replica di Il gioco delle tre carte, puntata delle serie de Il Commissario Montalbano del 2006. A Vigata è notte e un anziano sta rientrando a casa, quando arriva davanti al proprio portone viene avvicinato da un uomo che gli si rivolge come se lo conoscesse e lo invita a salire sulla sua auto dicendo che andranno a bere qualcosa insieme come ai vecchi tempi. passato qualche giorno e Montalbano (Luca Zingaretti) è in auto e vede un funerale con una sola persona a seguire il feretro; arriva al commissariato e chiede a Fazio (Peppino Mazzotta) se sa qualcosa del morto di cui ha visto il triste funerale; il suo brillante collaboratore gli risponde che si tratta di Girolamo Cascio, che è stato ucciso da un pirata della strada e che quell’unico uomo dietro al feretro poteva essere solo Ciccio Monaco, il ragioniere del defunto. Poco dopo il ragioniere in questione chiede di parlare con Montalbano al quale esterna i suoi dubbi sulla morte accidentale di Girolamo Cascio; il commissario gli chiede il perché e lui risponde che è stato sul luogo dove è stato trovato il cadavere e ha notato che non c’erano tracce di frenata nonostante la piazza fosse moto ben illuminata e aggiunge che negli ultimi tempi il suo principale riceveva continue telefonate di minaccia da parte di un anonimo con una voce roca, quasi gracchiante, e un vago accento straniero. Montalbano va a cercare il medico legale addirittura al circolo dove lo trova nel bel mezzo di una partita a tressette; il dottore come sempre è reticente, ma alla fine gli dice che Cascio era pieno di alcool e che la morte è stata sul colpo. Dopo averlo cercato invano al commissariato, Montalbano incontra per caso il suo vice Domenico Augello (Cesare Bocci) detto Mimì; i due si siedono insieme al tavolo di un bar e il commissario gli chiede come mai non ha approfondito il caso Cascio e Mimì risponde che per lui è stato un incidente e che anche il giudice Scognamiglio lo sta perseguitando su questa storia. Montalbano, dopo aver raccomandato prudenza al suo vice, va subito a trovare il giudice Scognamiglio che gli racconta una storia vecchia di vent’anni per spiegargli perché non crede all’incidente: Cascio era il capomastro dell’impresa edile messa in piedi da due giovani imprenditori Rocco Pennisi e Giacomo Letta; i due erano amici fino a quando Rocco non s’innamorò perdutamente della moglie di Giacomo, Renata. Quando Giacomo venne trovato morto, Rocco fu subito accusato dell’omicidio e condannato a 20 anni di prigione che ha finito di scontare solo due settimane fa, poco prima della morte di Cascio. Montalbano convoca immediatamente Rocco Pennisi che dichiara che la notte della morte di Cascio lui era a casa con sua sorella. Un vecchio amico di Montalbano, nonché cugino di Rocco, tale Professor Tommasino gli chiede di andarlo a trovare e una volta seduti gli racconta quella che per lui è la vera storia che legava Rocco a Girolamo Cascio: il giovane si ritrovò tutti contro e al processo non aprì bocca nonostante fosse innocente, così Renata si liberò in un solo colpo dei due uomini. La donna si ritrovò d’improvviso a ereditare un cospicuo patrimonio e una impresa edile ben avviata che affidò completamente a Cascio il quale a sua volta si arricchì a dismisura. Montalbano va a trovare la sorella non vedente di Rocco la quale gli racconta che quello stesso giorno in cui fu ucciso Giacomo lei ricevette una strana visita da parte di un sedicente tecnico del gas che entrò in casa per alcuni minuti e poi ne uscì rapidamente; secondo lei fu quell’uomo a rubare la pistola di Rocco che poi venne trovata sul luogo del delitto, e che l’unica, oltre a lei e Rocco, che poteva conoscere l’esistenza di quella vecchia pistola era Renata che frequentava spesso la casa per incontrare il suo amante. La giornata successiva si apre con il ritrovamento di un uomo morto che risulta essere tale Xavier Granieri di nazionalità argentina. Il coroner insinua che potrebbe aver subito una plastica facciale visto il numero di cicatrici che ha in testa. Montalbano approfondisce la cosa sia con Pennisi che ricorda di aver visto Xavier parlare con Renata, che con il ragionier Monaco che riconosce la voce di Xavier, estratta dalla segreteria telefonica del cellulare, come la stessa delle telefonate minatorie che riceveva Cascio.
Il commissario convoca la signora Renata e la mette di fronte alle proprie conclusioni: è lei che ha commissionato l’omicidio del marito e che ha fatto in modo che ne venisse accusato Rocco; quando l’esecutore del delitto si è rifatto vivo ricattando sia lei che Cascio tutto il castello di menzogne che aveva retto per vent’anni è crollato. Lei praticamente confessa, sicura che non ci siano prove per dimostrarlo, ma nega di aver ucciso il sicario, del quale, nel frattempo, si è scoperto che si chiamava Salvatore Lomia e non era argentino, ma siciliano di Vigata. Montalbano va a trovare il padre del Lomia, che ha già incontrato durante le indagini, e apprende dalle sue labbra tremanti che è stato proprio lui a uccidere il figlio con un colpo della sua stessa pistola, dopo che quello gli aveva confessato, ridendo, di aver ucciso otto persone tra cui un bambino di nove anni.