Forza Italia è il titolo per la puntata di Piazzapulita del 20 maggio. Le immagini iniziali hanno ripreso l’attacco a Franceschini in un ristorante romano, la sera della rielezione di Giorgio Napolitano al Colle, e un Brunetta attorniato da uno stuolo di Carabinieri a Brescia il pomeriggio di sabato 11 maggio. La protesta infuria spaccando partiti e maggioranze. Grillo continua la sua lotta urlando le tresche che il governo di larghe intese ha dovuto intessere per estromettere il M5S da ogni possibile alleanza. La denuncia che viene fatta nei riguardi di Bersani è pesante, come l’amarezza di troppi, ormai. Corrado Formigli ha presentato i principali temi della serata incentrandoli su due grosse questioni: i processi che riguardano Silvio Berlusconi e il problema della sua ineleggibilità secondo una legge che risale al 1957. Il momento è critico sopratutto per il Pd, ha affermato il conduttore. La base del partito è schierata sul fronte unanime della condanna mentre i vertici sanno molto bene che l’alleanza anomala con il Pdl rischia di spaccare in due il partito. Intanto domani le commissioni elettorali di Camera e Senato si riuniranno e l’argomento che dovranno mettere sul tavolo sarà proprio chiarire la posizione di Silvio Berlusconi. Cosa accadrà dopo il 24 giugno, quando il Tribunale di Milano pronuncerà la sentenza in merito al processo Ruby? Se Berlusconi venisse condannato, la piazza che lui stesso ha chiamato a Brescia, sarà in grado di mettere alle strette il governo portandolo alla caduta? E la sentenza della Cassazione per il processo per i diritti Mediaset, attesa tra qualche mese, cosa determinerà? Secondo Mara Carfagna, ospite in studio, l’esito di questi processi deporrà tutto a favore di Berlusconi, dimostrando una volta per tutte la completa estraneità del Presidente riguardo le accuse per le quali viene ora perseguito. Dopo aver letto le carte processuali, la Carfagna, è ancora più convinta del fatto che quanto istruito dal pm Ilda Boccassini si fondi esclusivamente su indizi e non prove. Non esistono deposizioni che avvalorino la posizione accusatoria dei giudici ancora una volta incolpati, dalla Carfagna, di essere complici di una persecuzione politica ormai vecchia di vent’anni. Riguardo gli attacchi che lei stessa ha subito, li ha definiti come la fotografia della situazione drammatica nella quale versa la nazione. Difficoltà che una condanna di Berlusconi non farà altro che aggravare. In merito all’alleanza con il Pd, ha sostenuto che l’idea del governo di larghe intese poggia sul senso di responsabilità che li determina nonostante la guerra che per decenni i due partiti si sono mossi senza esclusione di colpi. Di tutt’altra natura i giudizi del professor Paolo Becchi, intervistato di sfuggita mentre era in procinto di partire per un viaggio di lavoro all’estero. Malgrado il proposito di non parlare più in pubblico dopo le polemiche suscitate da alcune sue affermazioni, la posizione del professore è chiara e schierata. Riguardo Berlusconi, secondo la sua opinione, l’ineleggibilità e certa anche se le commissioni voteranno contro, per evitare spiacevoli conseguenze. Questo, come sostiene il professore, perché il governo formato dopo le elezioni, non è nient’altro che un governo ridicolo e sotto costante ricatto da parte di chi mette al primo posto i propri personali interessi. La situazione è ingarbugliata, questo è risaputo, ma quali sono le mani che hanno voluto e fatto questo? Pippo Civati ha risposto mettendo in evidenza i rischi che il suo partito corre, dopo le dichiarazioni del senatore Zanda intenzionato a votare a favore dell’ineleggibilità di Berlusconi. Civati, non ha sostenuto il governo con la fiducia, dunque si mantiene coerente con le scelte fatte. Il Pd non voterà mai a favore, ha aggiunto, poiché verrebbe meno all’alleanza di governo costruita. Come sarebbe possibile: prima si accetta il compromesso, poi lo si rinnega? In nome di quali motivazioni? La cosa preoccupante, ha proseguito, è che ci dimentichiamo quali sono gli obiettivi di un partito di sinistra: gli interessi dei lavoratori, interessi, purtroppo, che ormai più nemmeno un sindacalista come Epifani sembra avere più molto presenti. L’opinione di Beatrice Borromeo, giornalista de “Il fatto quotidiano”, ha offerto un ulteriore lettura al problema. palese che il Pd non voterà a favore dell’ineleggibilità di Berlusconi, non lo ha mai fatto in vent’anni, fino dai tempi della legge contro il conflitto di interessi. Inoltre, la posizione della sinistra, si chiarisce quando teniamo presente della proposta di legge Finocchiaro-Zanda, pensata come regolamentazione dei movimenti, provvedimento che andrebbe a colpire duramente il M5S. Una politica come questa, non necessita di troppe spiegazioni per essere capita e valutata.



Interessante l’intervento di Elisabetta Gualmini, analista dell’Istituto Cattaneo, in merito alla proposta di legge sulla regolamentazione dei partiti. Sembra strano che questo provvedimento venga messo sul tavolo della discussione proprio in questo momento, quando già delle precedenti versioni vennero preparate e mai votate. Anziché lavorare sulla necessaria legge elettorale, il governo e la maggioranza, sembrano preoccupati di decretare chi sarà eleggibile e chi no prima del tempo opportuno. Non si tratta per niente di una mossa intelligente, ma del timore che altri soggetti si possano sostituire ai partiti togliendo loro quella parte di elettorato scontento che voterebbe li controvoglia.

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