Questa sera su Canale 5 va in onda la seconda puntata di Come un delfino 2, la fiction che ha come protagonista Raoul Bova, che ne è anche regista, ideatore e produttore. La settimana scorsa abbiamo visto I ragazzi del sole trasferirsi dalla Sicilia a Roma, dopo l’attentato in cui ha perso la vita Nazi. Nella Capitale si sono dovuti confrontare con una realtà molto lontana dalla loro e affrontare le rivalità con dei nuotatori romani di buona famiglia. Tra questi c’è Gianluca, interpretato da Alan Cappelli Goetz, attore romano protagonista di questa intervista a ilsussidiario.net. Diplomato al Centro Nazionale di Cinematografia con alle spalle ruoli in alcune importanti fiction come Notte prima degli esami ’82, Tutti pazzi per amore, Baciati dall’Amore, è stato anche la controfigura di Robert Pattinson durante le riprese italiane di New Moon.



Ci puoi parlare di Giacomo, il personaggio che interpreti nella fiction?

È uno dei ragazzi della Taurus, la società sportiva presso cui vengono ospitati I ragazzi del sole, costretti a spostarsi a Roma per questioni di sicurezza legate a vicende di mafia. Qui i ragazzi siciliani si confrontano con una realtà molto diversa dalla loro e io, da “capo dei cattivi”, farò di tutto per metterli in difficoltà. Ci saranno momenti di tensione, risse. E poi ci vuole un vero cattivo, perchè così i buoni sembrano più buoni. 



Giacomo è un tipo di “cattivo” per il quale dobbiamo aspettarci una redenzione nelle prossime puntate?

Per qualcuno ci sarà un’evoluzione: alcuni ragazzi della squadra romana capiranno che i siciliani sono arrivati fino a lì grazie a una voglia di riscatto dal loro ambiente: una cosa molto nobile. Questo però non riguarda tutti, il mio personaggio – e questo è un po’uno “spoiler”- resta cattivo fino alla fine. 

Abbiamo visto che Giacomo e Nico (Tommaso Ramenghi) si interessano alla stessa ragazza, Lucia (Claudia Vismara): come andrà a finire?

Su questa vicenda hanno tagliato delle scene, poi la prima puntata è stata un po’ più lenta rispetto alle successive, perchè doveva riprendere le fila della prima serie. Nelle parti mancanti c’erano i rapporti amorosi che poi si evolveranno nelle prossime puntate. Comunque, inizialmente Lucia era innamorata di Giacomo, ma lui “se la tirava”. Quando poi Giacomo butta Nico in acqua e lei si tuffa per salvarlo, tra gli ultimi due nasce qualcosa di molto forte. Insomma, tra Lucia e Giacomo la situazione si ribalta: il che farà di lui ancor di più una iena. 



Sappiamo che nella puntata di stasera Alessandro Dominici (Raoul Bova) avrà a che fare con una vicenda di doping: riuscirà a uscirne sano e salvo? 

Se ve lo dico non c’è più gusto… Diciamo che la vicenda metterà molta ansia, come succede poi nella realtà in queste situazioni. Tra l’altro io sono molto contento di aver preso parte a questa fiction, perchè vengo dal mondo dello sport: ho fatto ginnastica acrobatica, nuoto, ho il brevetto di salvataggio, e questa cosa del doping capita di vederla. C’è un utilizzo anche leggero nelle palestre, ma la gente lo fa senza pensarci. Inserire questo argomento in una fiction è giusto: è una tematica che non è mai affrontata nella finzione, ma è molto comune, anche a piccoli livelli.

Com’è stato lavorare con Raoul Bova? 

Raoul è fantastico, ha un’energia incredibile. Su questo set faceva l’attore, il regista e il produttore, quindi si è dedicato al 300%, restando sempre molto umile, molto disponibile con noi: ha un grande cuore. Per me i grandi sono quelli che rimangono più semplici: il divismo da grandi donne fa un po’ ridere.

 

Tu hai frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: quali sono i tuoi miti cinematografici?

È una domanda che mi fanno spesso e ogni volta mi mette in difficoltà, perchè non ci sono un attore o un film in particolare che preferisco su tutti. Potrei citare Leonardo Di Caprio, perchè sono cresciuto con tutti i suoi film e ha avuto un ascendente molto forte su di me: speriamo gli arrivi un Oscar prima o poi. Poi mi è piaciuto molto Gary Oldman in Lèon, un cattivo per eccellenza…

 

Quindi non puoi citarmi un solo film, però Lèon

Beh, assolutamente: Léon è uno dei miei film preferiti!

 

Oltre al cinema sappiamo che hai la passione della fotografia e della musica: come le coltivi?

La musica è un po’ il mio rifugio quotidiano: suono il pianoforte e, quando mi trovo a casa dei miei, la batteria, con la quale ci si può sfogare anche fisicamente.

 

Hai studiato o sei autodidatta?

Ho studiato, perchè la batteria da autodidatta non si può imparare: è complessa, sono 4 arti che si muovono contemporaneamente. Invece, quando sono in un mood più nostalgico suono il pianoforte.  A proposito di fotografia adesso sto seguendo dei progetti con un fotografo inglese che abita qui a Roma: faccio l’art director per degli scatti di moda e collaboro con dei magazine online, creo dei mondi fotografici. Quest’inverno, invece, ho seguito la campagna per un mio amico di Londra che ha creato una linea di abiti. Ovviamente tutto a titolo gratuito perchè sono amici.

 

Dopo Come un delfino 2 dove ti vedremo? 

Ho lavorato in “Crossing Lines”, una serie americana, in un episodio che andrà in onda a fine maggio, l’unico che passava per l’Italia e per il quale la produzione cercava due ragazzi che parlassero bene inglese, ma con un accento un po’ esotico. Nel cast c’erano Donald Sutherland, William Fishtener e poi Gabriella Pession, che sta lavorando in America. Questa è stata una super-esperienza: è una serie crime con scene d’azione, un genere che in America sanno fare alla grande. 

 

(Nicoletta Fusè)