The Leaf Men and the Brave Good Bugs è il titolo del libro per bambini di William Joyce a cui si ispira il nuovo film in animazione di Chris Wedge, prodotto da Blue Sky Studios. Letteralmente, Gli uomini-foglia e i bravi insetti coraggiosi, una definizione efficace dei minuscoli protagonisti di Epic, la storia divertente e profonda di unepica battaglia tra il bene e il male nel cuore di una verde foresta. E proprio lo scrittore e illustratore William Joyce ha partecipato al lungometraggio nelle vesti di co-sceneggiatore, designer e producer, sfruttando le suggestioni fiabesche e il potere della fantasia per affrontare argomenti universali: il dualismo insito nella natura, lelaborazione del lutto, il rapporto tra i genitori e i figli, la difficoltà di trovare la propria strada nella vita.
A interpretare questi temi sono i teneri personaggi di MK e Nod, che appartengono a due mondi diversi ma trovano luno nellaltro la motivazione per realizzare se stessi. Marie Katherine è una ragazzina vestita con la felpa e gli anfibi che, dopo la morte della madre, mantiene la promessa di andare a vivere con il padre nella sua villa ai margini del bosco. Sveglia e intelligente, MK soffre però di solitudine e non condivide lossessione paterna per la scienza, che lo porta a isolarsi e a dedicare le sue giornate alla ricerca dei minuscoli abitanti del sottobosco, da tutti considerati leggendari.
Ma limpensabile accade: risoluta a fuggire, la ragazzina si ritrova al centro della guerra tra i Leaf Men, una popolazione in miniatura dedita alla conservazione della foresta, e i Boggan, i loro oscuri rivali, esseri perfidi e senza cuore che vorrebbero trasformare lambiente in una landa grigia e desolata. Quando Tara, la regina morente, le consegna il bocciolo in grado di salvare la natura dalla minaccia dei distruttori, la scettica MK è costretta a fare i conti con lesistenza di due buffe lumache parlanti, una squadra di colibrì da combattimento e un giovane eroe riluttante, Nod, del quale dovrà imparare a fidarsi. Rimpicciolita come Alice nel Paese delle Meraviglie, Marie Katherine accetta di combattere a fianco dei buoni e di coinvolgere suo padre (un lento e gigantesco umano agli occhi dei microscopici inquilini del bosco), la cui ossessione si rivela tuttaltro che folle.
Impossibile non restare affascinati dall’ambientazione fantastica del film, che il 3D contribuisce a esaltare: il regno incantato dei fiori, dei germogli e delle radici, immerso nella luce del sole, riporta alla mente gli scenari di Avatar, con cui Epic condivide il messaggio ecologista. In un’epoca in cui i cartoon sono sempre più studiati in modo da intrattenere con gag e scene action e conquistare anche (o soprattutto?) gli adulti, imbattersi in una storia delicata, fantasiosa e, in un certo senso, tradizionale come questa rappresenta una piacevole sorpresa. Oltre al monito a rispettare la natura, emerge dalla pellicola un messaggio sociale di estrema attualità: inutile chiudersi in un ostinato individualismo, se si vuole sconfiggere il male bisogna impegnarsi a costruire i legami e a riscoprire il senso della comunità.
Il percorso dei due ragazzi al centro della vicenda, inoltre, rispecchia il viaggio dell’eroe tipico delle storie di formazione, in cui si parte da un rifiuto delle responsabilità per approdare alla consapevolezza del proprio ruolo nel mondo. Per raccontare questa trasformazione, in Epic si ricorre al topos dell’ingresso in un mondo fantastico, dove la protagonista impara le nuove regole e scopre il valore dell’amicizia e della solidarietà prima di tornare a casa.
Come in ogni film d’animazione che si rispetti, non mancano i siparietti comici affidati alle lumache custodi del bocciolo, che offrono allo spettatore un nutrito numero di battute divertenti e ironiche.
I nostalgici dei film di una volta, magici e a sfondo educativo, ameranno l’opera di Chris Wedge (che, non dimentichiamolo, ha firmato L’Era Glaciale), e agli amanti di Miyazaki non sfuggirà qualche richiamo al mondo arcano e incantato di Princess Mononoke e ai minuscoli protagonisti di Arrietty.