Questa sera, mercoledì 29 maggio, andrà in onda su Canale 5 alle 21.10, la terza (e penultima) puntata di Come un delfino 2, la serie interpretata e diretta da Raoul Bova. La fiction è entrata nel vivo della storia. Don Luca (Ricky Memphis) è stato brutalmente ucciso dagli uomini di Scalese, mentre Alessandro Dominici (Raoul Bova) sembra rischiare non solo il futuro sportivo. Enrico (Marco Falaguasta), lallenatore della Taurus, ha infatti nascosto nel suo armadietto delle sostanze proibite. Cosa accadrà ai Ragazzi del Sole? Proviamo a scoprirlo intervistando proprio uno dei cattivi di questa stagione: Marco Falaguasta.

Come si trova nei panni di Enrico?

Sono panni che ho vestito anche con grande impegno, perché non è assolutamente un personaggio facile. Quando si interpretano ruoli per certi versi negativi si corre anche qualche rischio: sono cattivi nello sguardo e quindi rendere questo tipo di cattiveria senza essere didascalici o retorici è linsidia più grande, è la cosa più difficile che un interprete è chiamato a fare.

Chi è Enrico?

un uomo, un allenatore per il quale la professione combacia esattamente con la vita: lui non ha altra ragion dessere che quella di allenare per vincere, non conosce altra condizione che la vittoria, la sconfitta è una fattispecie che non contempla nemmeno. Ha una mentalità vincente che cerca di trasmettere con le buone o le cattive ai suoi atleti. un uomo per il quale la vittoria non è uno splendido sogno, ma un incubo. una persona particolare nel modo di relazionarsi agli atleti: è uno che vuole vincere a tutti i costi.

Enrico ha una storia damore clandestina con una sua atleta e sta cercando anche di incastrare Alessandro su pressione di Ugo (Paolo Conticini). I suoi, chiamiamoli altarini, verranno scoperti?

Le scatole nere di solito si vanno a ispezionare nel momento in cui cè un cortocircuito. Tutto sta a vedere se la storia ci porterà al cortocircuito. Ci sono altre due puntate e consiglio a tutti di seguirle con grande attenzione.

Comè stato lavorare con gli altri attori del cast?

Devo dire la verità, e non è retorica: fin da subito si è creato un clima di grande complicità, allegria e positività. Questo anche grazie a Raoul che ha fatto anche da regia di questa mini-serie. Lui per primo ha instaurato un rapporto diretto con gli attori e conseguentemente anche noi ci siamo sentiti coinvolti in un progetto al quale eravamo affezionati: tutti volevamo realizzarlo nella maniera migliore possibile.

Il filo conduttore di questa fiction è lo sport come forma di riscatto sociale. Cosa ne pensa?

Credo che lo sport sia una grande metafora della vita. Fare sport significa anche fare del sacrificio per lottenimento del risultato e credo che questo sia un po anche la sintesi della vita. difficile che nella vita si ottengano risultati senza sacrificio.

Lei è autore, attore e regista. In quale ruolo si trova meglio?

Tutti e tre. Io sono prima di tutto un comunicatore: che poi io comunichi attraverso la scrittura, la messa in scena o l’interpretazione è del tutto secondario. Faccio di tutto per continuare a portare avanti tutti gli aspetti del mio lavoro, sia pure in differenti sedi e con differenti mezzi espressivi (a teatro c’è una comunicazione, in tv un’altra, quando scrivo un’altra ancora…).

 

La maggior parte dei personaggi che ha interpretato sono cattivi: le piace questo tipo di interpretazione?

Mi piace fare bei personaggi, poi che siano cattivi o buoni per certi versi è secondario. La prima cosa che guardo è che il personaggio non sia soltanto un presupposto, ma che abbia qualcosa da raccontare all’interno della storia: che non sia, quindi, una bella “scatola vuota”. Quando vedo bei personaggi sono contento di interpretarli. Certo è vero che ultimamente mi sta capitando di interpretare con sempre maggior frequenza il ruolo del cattivo… Tuttavia, il commissario Maccari de Il restauratore è un buono…vedremo cosa succederà nella seconda serie…

 

C’è un sogno nel cassetto che ancora non è riuscito a realizzare?

Ce ne sono tantissimi. Ho tante cose che voglio fare. Sono solo a metà del mio cammino. Spero di riuscire a raccontare tutte le storie che ho in testa, di essere così bravo da metterle per iscritto e soprattutto portarle in scena, che sia in tv o teatro.

 

Quali sono i suoi progetti futuri?

Ora sto girando una serie per Canale 5 che si chiama I segreti di Borgo Larici. Poi girerò la seconda serie de Il restauratore a luglio e l’anno prossimo a teatro debutteremo con due nuove commedie “Come tre aringhe” e “Tutta colpa della felicità”, partiamo da Roma e poi le porteremo in giro per l’Italia.

 

(Elena Pescucci)