Sta ancora destando polemiche una espressione usata ieri durante il telegiornale di Rai2 a proposito della scomparsa di Franca Rame. Probabilmente si è trattato solo di una espressione infelice dal punto di vista del buon uso dell’italiano, eppure in molti hanno protestato per quello che è stato definito un servizio choc. Ma cosa è successo? Il servizio del Tg2 cominciava con questa frase: “Una donna bellissima, amata e odiata. Chi la definiva attrice di talento che sapeva mettere in gioco la propria carriera per un ideale di militanza politica totalizzante e chi invece la vedeva come la pasionaria rossa che approfittava della propria bellezza fisica per imporre attenzione, finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata”. In molti hanno letto la volontà di giustificare lo stupro subito da Franca Rame nel 1973 a opera di un gruppo di neofascisti. Un nesso tra causa ed effetto sottolineato dall’uso del “finché”. Ha replicato alle accuse il diretto del Tg2 Marcello Masi docendo che il suo telegiornale mai ha voluto dire una cosa del genere e stupendosi che qualcuno abbia voluto dare una tale lettura. “Mi vergogno per quelli che pensano una cosa del genere” ha concluso.